Il Presidente Cna Prato, Claudio Bettazzi, ha presentato venerdì 25 settembre alla stampa i risultati dell’ultima indagine TREND CNA che ha analizzato i dati economici e contabili delle imprese pratesi nel 2014, fotografando un anno di sofferenza del tessuto produttivo nella provincia di Prato, ma con incoraggianti elementi positivi: la ripresa degli investimenti unito ai segnali di ripresa dell’export registrati anche nel primo semestre 2015. E proprio su questa base, Cna Prato ha messo sul piatto le priorità per un distretto che può rialzare la testa se supportato da un sistema istituzionale e da una seria politica industriale sia a livello locale, che regionale, che nazionale.
Il panel dell’indagine ha riguardato circa 1.000 imprese socie Cna di Prato. Lo studio è stato curato dal Dott. Andrea Manuelli di LocalGlobal, con la collaborazione di ISTAT.
BREVE SINTESI DEI DATI
L’indagine ha analizzato i fatturati delle pmi, riferiti all’andamento del distretto nel 2014 rispetto al 2013.
Dal quadro generale, a Prato emerge che i fatturati del settore artigiano e manifatturiero (pari a 853 milioni di euro) hanno perso il 9,7 %, dato peggiore dell’andamento regionale toscano che, sempre sul fronte fatturati, nel 2014 ha registrato un calo di – 4,4%.
Di pari passo arretrano di oltre 10 unti percentuali anche i consumi, segnalando quindi una diminuzione dei livelli produttivi e, di conseguenza una contrazione delle retribuzioni (-7,5%)
LA SITUAZIONE DEL MANIFATTURIERO E DEI SETTORI PRINCIPALI
Nel 2014 il manifatturiero arretra su base annua di 8 punti percentuali, un valore quasi doppio rispetto ai dati regionali (- 4,1%) e che ha risentito particolarmente della difficile congiuntura che ha contraddistinto i principali settori provinciali: Tessile, Metalmeccanica, settore Legno. Oltre al manifatturiero, poi, il 2014 si è confermato in salita anche per altri due pilastri dell’economia: Edilizia e Terziario
MANIFATTURIERO – Per quanto riguarda il comparto TESSILE, l’indagine Trend CNA registra un saldo negativo di – 8,3% per un fatturato totale pari a oltre 369 milioni di euro. Inoltre, per la METALMECCANICA il saldo è negativo di 8 punti percentuali, il settore LEGNO nel 2014 ha perso circa il 14 %, mentre quello della PELLE contiene le perdite e chiude invece l’anno in parità
EDILIZIA – Il comparto edile chiude il 2014 con un valore peggiore rispetto al 2013 perdendo più di 12 punti percentuali
TERZIARIO – A livello generale, tutto il comparto dei Servizi ha registrato nel 2014 un calo del 10 % al quale hanno contribuito il settore dei Servizi alle Imprese con -12,6% e il calo dei Servizi alle famiglie.
Nel terziario tuttavia va registrata la nota positiva del comparto Trasporti che nel 2014 ha avuto un fatturato di 56 milioni di euro, per un saldo positivo del 2,2%
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IL TREND POSITIVO DEGLI INVESTIMENTI E LE BUONE PROSPETTIVE DEL 2015
Gli INVESTIMENTI anche nel 2014 si sono confermati come il principale fattore positivo e, per questo, rappresentano un buon segnale sul quale orientare e concentrare tutti gli interventi e le azioni che CNA PRATO ha messo sul piatto delle istituzioni per consentire alle piccole e medie imprese di agganciare la ripresa. Nel 2014 infatti gli investimenti sono cresciuti di un interessante +3,3 % confermando così il trend favorevole registrato anche nel 2013.
Il dato evidenzia anche una performance decisamente migliore rispetto alla media toscana del 2014 che invece ha perso quasi 2 punti percentuali su base annua.
“Come emerge dai dati Cna e da indicatori ISTAT – ha sottolineato il Presidente CNA Prato Claudio Bettazzi – il primo semestre del 2015 sta mostrando chiari segnali di inversione di tendenza che fanno intravedere la possibilità di una ripresa concreta per il tessuto produttivo locale.
Gli investimenti in crescita confermano che la fiducia e l’atteggiamento positivo degli imprenditori locali sono in ripresa (e questo è un valore che va alimentato e dal canto nostro stiamo già lavorando da tempo ai tavoli della Regione Toscana che nel proprio piano di mandato ha previsto finanziamenti da assegnare al rilancio del comparto manifatturiero).
Inoltre, secondo l’ISTAT, nel periodo luglio-dicembre del 2014 si sono osservate tendenze incoraggianti, come l’incremento della produzione industriale, l’aumento dei livelli occupazionali (che dovrebbe registrare ulteriori miglioramenti legati alla riforma Jobs Act ), il rilancio delle esportazioni e dei consumi a livello nazionale.
Tutto questo rappresenta la base sulla quale riteniamo sia necessario costruire i presupposti per il futuro e per consentire al distretto di uscire dalla crisi – ha proseguito Bettazzi – Le istituzioni ora devono dimostrare di voler e saper stare a fianco degli imprenditori, con azioni e interventi mirati al supporto dell’economia pratese”.
Ecco dunque quali sono le ricette che CNA ritiene prioritarie nell’immediato e che riguardano tutti i livelli istituzionali: locali, regionali e nazionali.
A livello locale, ha proseguito Bettazzi, per il comparto TESSILE è necessario lavorare subito per la RIORGANIZZAZIONE DELLA FILIERA da attuare con più misure attraverso tavoli di confronto mirati alla costruzione di una corresponsabilità e condivisione degli investimenti tra committenti e terzisti;
la disponibilità di Piani regionali che mettano sul piatto risorse pubbliche mirate agli investimenti su beni strumentali e aggregazioni, ormai irrinunciabili per far crescere le imprese, strutturarle maggiormente e metterle in grado di affrontare i mercati;
una forte spinta al tema dell’eticità.

Per il comparto EDILIZIA, inoltre, è noto che questo è un settore trainante dell’intera ossatura economica. Ecco perché riteniamo che proprio qui vadano orientate importanti risorse pubbliche mirate alla riqualificazione urbana e dei centri storici, al rilancio delle piccole opere (penso agli istituti scolastici raramente a norma, così come alla rimozione dell’amianto da tutti gli edifici, ormai non più rinviabile) ed alla riqualificazione energetica e la green economy
Inoltre, anche il comparto TERZIARIO E SERVIZI può rappresentare un volano strategico per la ripresa delle aziende e dell’occupazione. Qui servono subito investimenti e bandi per la realizzazione di infrastrutture digitali e tecnologiche, e piattaforme di servizi innovativi creati per spingere quelle attività di internazionalizzazione e di promozione di cui le imprese hanno urgente bisogno per confrontarsi sui mercati ad armi pari con le competitor straniere”.
In ambito più generale, ha ribadito Bettazzi “tre sono le cose che servono subito al nostro sistema produttivo: tagli all’imposizione fiscale, snellimento di una burocrazia ormai fuori controllo e un supporto da parte del sistema creditizio che deve tornare a fare il proprio lavoro di partner delle imprese.
Sul piano tassazione, non vogliamo assistere al funerale della Tasi a dicembre per poi vedere, a gennaio il battesimo della Local Tax o di qualsivoglia altra forma di ulteriore gabella o tassazione . Ciò che serve nell’immediato è l’abbattimento della tassazione locale, regionale e nazionale, ormai insostenibile (Cna ha calcolato che siamo al 70% di pressione fiscale come Total Tax Rate e ogni anno, a Prato, lavoriamo fino ad agosto solo per pagare le tasse).
Noi non intendiamo restare schiacciati da questo sistema e NON REGGIAMO PIU’ l’aumento di prelievo fiscale dovuto al rimpallo di responsabilità tra Governo centrale ed enti locali per i tagli dei trasferimenti. Con questo macigno sulle spalle, le imprese non possono essere competitive.
La burocrazia resta ancora oggi uno dei veri nemici dell’imprendere, e deve essere realmente riformata e snellita. Se ne parla tanto ma, ad oggi, per aprire e gestire le aziende sono ancora necessari centinaia di passaggi burocratici. Così si ingessa e si blocca l’economia che ha bisogno di essere supportata da un immediato snellimento e una uniformità di procedure, anche allo scopo di favorire nuovi insediamenti produttivi sui territori
Infine, il sistema bancario deve tornare al suo ruolo naturale di partner delle imprese e supportare idee, progetti e investimenti imprenditoriali. Non è pensabile che le aziende continuino a lavorare e ad investire se sono abbandonate a se stesse”.