“Chiedere è lecito, rispondere è cortesia” recita un vecchio adagio che probabilmente non vale per i comuni della provincia di Massa Carrara che continuano a tacere quando si parla di ridurre la Tari per tutte quelle imprese che producono rifiuti speciali. La richiesta-appello di Cna ai comuni di Massa, Carrara, Montignoso e all’Unione dei Comuni della Lunigiana è rimasta fino ad oggi lettera morta. Nella richiesta inviata agli assessori al bilancio, Cna Massa Carrara partiva dalla sentenza della Corte Suprema di Cassazione n° 9858/2016, nella quale la Sezione Tributaria della Corte ha espressamente dichiarato che, come per la Tarsu, anche per la Tia, considerata una semplice variante di quest’ultima, “nella determinazione della superficie tassabile non si tiene conto di quella parte di essa ove per specifiche caratteristiche strutturali e per destinazione si formano di regola rifiuti speciali”. In sintesi i comuni continuano a chiedere soldi anche sui rifiuti speciali che le imprese smaltiscono tramite i circuiti di raccolta privata, in maniera ecologicamente corretta e coerente con i principi comunitari.

Cna ha chiesto e chiede una riduzione della Tari applicata fino a qui in maniera illegittima.

“Forse il problema vero di questo territorio è la capacità di non ascoltare. Abbiamo una classe politica che non si pone mai il problema di ascoltare i soggetti economici del territorio. Posso comprendere qualsiasi tipo di difficoltà nel gestire eventualmente le problematiche che scaturiscono dalla sentenza – analizza Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara – ma trovo assolutamente incomprensibile la mancanza di dialogo con le Pubbliche Amministrazioni del territorio. Nessuno ha risposto alla nostra richiesta di incontro. E’ giusto che le persone, gli imprenditori e il mondo delle imprese sappia che mentre la nostra Associazione cerca di far valere dei diritti, sanciti in precise sentenze, c’è tutto un mondo politico e una classe di dirigenti pubblici che non si pone minimamente il problema”.

Già nelle scorse settimane Cna aveva sollecitato pubblicamente i comuni dando anche delle cifre: le sole imprese della provincia di Massa Carrara hanno pagato 25 milioni di euro di Tari per il solo 2015.

Le aziende non sono dei Bancomat è ora di riposizionare le cose in maniera corretta. I comuni del nostro territorio – spiega Paolo Ciotti, Direttore Cna Massa Carrara – continuano a chiedere soldi anche sui rifiuti speciali che le imprese smaltiscono tramite i circuiti di raccolta privata, in maniera ecologicamente corretta e coerente con i principi comunitari. La tassazione per le imprese che pagano sui rifiuti già avviati allo smaltimento è illegittima e i Comuni ne devono prendere atto”.

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