Una delegazione incontra il Presidente Provincia, Narciso Buffoni: al via la “vertenza” anche per imprese.

Non c’è solo l’incertezza dei 140 dipendenti della Sanac, a lanciare l’allarme sono anche le imprese fornitrici dello stabilimento di proprietà del Gruppo Ilva di Taranto che sette mesi non ricevono più i pagamenti per servizi e lavori eseguiti. A novembre, se Sanac-Ilva, non pagheranno: tantissimi lavoratori dell’indotto non riceveranno lo stipendio e potrebbero avere un Natale senza tredicesima. A portare al centro del dibattito che sta interessando nuovamente la Sanac, ed il gruppo Ilva in queste settimane, sono Cna e Confapi Massa Carrara e Versilia che mercoledì mattina hanno incontrato il Presidente della Provincia, Narciso Buffoni seguendo l’esempio dei sindacati dello stabilimento che altrettanto avevano fatto poco prima. I pagamenti alle imprese fornitrici, aziende di autotrasporto e conto terziste per il gruppo, sono fermi dal 1 maggio dell’anno in corso. Da oltre 200 giorni le imprese non vendono un euro. Questo il primo preoccupante messaggio che la delegazione ha riportato al Presidente della Provincia. L’impossibilità di andare avanti ancora per molto con tutti gli effetti a catena che ne conseguono: chiusura dell’azienda e licenziamento degli addetti delle singole imprese il secondo, ancora più pesante, messaggio. “Le imprese – sono state chiare Cna e Confapi – non possono resistere ad oltranza. Sette mesi, senza ricevere un pagamento, sono una eternità per un’impresa che ha costi ed addetti da pagare alla fine del mese. Se non arriva un bonifico a novembre non ci saranno soldi per pagare gli stipendi e stessa sorte toccherà alle tredicesime ed agli stipendi di dicembre. Le imprese stanno utilizzando le riserve ed patrimonio personale per tirare avanti nonostante una situazione paradossale: – spiegano ancora – gli ordini ed il fatturato sono in crescita”.

Per Cna e Confapi alle imprese dell’indotto del Gruppo Ilva deve essere garantita la sopravvivenza, sia che operino a Taranto o nel resto del Paese. “L’interruzione delle forniture a Massa è ormai – analizzano – non è fantascienza, i segnali non promettono nulla di buono; questo però significa anche bloccare le attività dello stabilimento Sanac con conseguenze sulla produttività dell’intero Gruppo. Se moltiplichiamo il problema per tutti gli stabilimenti attivi in Italia la vicenda assume una gravità che va ben oltre i confini locali”.

Decisa la disponibilità del Presidente della Provincia, Buffoni che si farà portavoce anche di questa nuova tegola per il territorio portando l’istanza e le preoccupazioni ai vertici istituzionali della Regione Toscana nel tentativo di sensibilizzare il Governo, e di conseguenza il Commissario straordinario Piero Gnudi, sulle situazione dell’indotto Sanac di Massa Carrara che, come in Piemonte, Liguria e Sardegna è rimasto fuori dagli ultimi pagamenti. “La risposta è nelle mani della politica e delle Istituzioni – concludono Cna e Confapi – che dovranno farsi carico di portare il problema sui tavoli nazionali prima che diventi irrisolvibile e che la nostra Provincia perda ulteriori aziende e posti di lavoro.