Yacht sempre più grandi, personalizzati, tecnologici ed unici. Se è vero che il mercato dei piccoli yacht sotto i 25 metri è in crisi profonda, c’è dall’altro il segmento importante del settore, quello dei super-yacht superiori ai 30 metri, che ha sofferto meno e che è destinato a crescere prepotentemente nel futuro. Entro il 2032 gli analisti sono certi che la flotta mondiale sarà raddoppiata rispetto all’attuale e supererà le 7.000 unità. Solo nel prossimo quadriennio, compreso tra il 2013 ed il 2017, i cantieri costruiranno e consegneranno 65 imbarcazioni superiori ai 70 metri, il 75% in più rispetto ai quattro anni precedenti. Dal 1991 passando per gli anni bui della crisi che hanno segnato la filiera della nautica toscana (e italiana) ad oggi la flotta di grandi yacht che solca i mari di tutto il mondo ha continuato a crescere senza tregua nonostante l’evidente frenata di consegne nel 2013 (146 yacht), il più basso degli ultimi 12 anni. A tracciare un interessante profilo dello stato attuale di salute della diportistica, e più in generale della filiera nautica insieme a quelle che saranno le tendenze del mercato, è l’indagine “Dinamiche e prospettive della filiera nautica del diporto” realizzata da Cna Produzione Nautica e letta in chiave “locale” da Cna Massa Carrara (info su www.cna-ms.it), da cui emergono chiare opportunità di rilancio per la cantieristica nel settore del refit & repair, ovvero della manutenzione ordinaria, oltre che nella costruzione. Opportunità che però politiche “sbagliate”, dal redditometro alla minaccia della tassa di stazionamento, la mancanza di uno sbocco al mare fondamentale per la produzione e soprattutto per la manutenzione, stanno compromettendo. Lo dice chiaramente Carlo Alberto Tongiani, Presidente Cna Nautica Massa Carrara, uno dei principali sostenitori del progetto porto turistico. “In questo Paese si è fatto di tutto per affondare la diportistica. Il fatto sconcertante è che ci stanno riuscendo. In questi ultimi anni è passato il concetto che armatore sia sinonimo di evasore. Avere uno yacht non significa evadere; può semplicemente significare aver lavorato duramente per permetterselo e giustamente goderselo”. A livello locale però la politica e gli amministratori non hanno fatto meglio “affondando” il progetto del porto turistico e costruendo così un percorso di incertezza attorno al settore: “i ritardi legati alla realizzazione di questa infrastruttura essenziale per un territorio che ha una visione del futuro, sono un fallimento della politica del territorio che ha compromesso sia lo sviluppo della cantieristica tradizionale, sia l’opportunità di specializzarsi nelle riparazioni dopo la vendita; occasione che invece non molto lontano da qui stanno cogliendo in molti”.

L’accordo con Nuovi Cantieri Apuani da una parte e con il Porto di Carrara dall’altro per il varo degli yacht è certo un passo importante, eppure rappresenta un limite per i cantieri insediati nella zona industriale: “Nuovi Cantieri Apuani ci sta venendo incontro al meglio delle sue possibilità – spiega ancora Tongiani – è chiaro ed evidente però che serve una infrastruttura dedicata 365 giorni l’anno al settore che sia in grado di rispondere alle diverse esigenze. Ripeto: non possiamo sottovalutare l’opportunità di accreditarci come bacino per l’after sales”.

Con 1.427 yacht fino ad oggi consegnati, di cui 60 nel solo 2013, 151 nuovi ordini ed il 29% della quota di flotta globale, la nautica tricolore rimane saldamente al comando per numero di yacht in costruzione. Nel contesto regionale, e soprattutto litoraneo, con Viareggio snodo ed epicentro di qualità del settore con il 15% delle imprese, la provincia di Massa Carrara contribuisce a questo primato con 320 aziende specializzate su 4.255 (7,5%). Nelle aree artigianali di Massa e Carrara si sono concentrate negli ultimi 10 anni soprattutto le aziende del manifatturiero specializzate in particolare nella costruzioni degli scafi, nella fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici, elettrici, elettronici ed ottici, ma anche nella realizzazione degli interni. “In questi ultimi anni hanno retto il colpo solo le aziende con le spalle larghe ed attive nel mercato estero, perché quello interno è fermo. – analizza il Presidente Cna Nautica Massa Carrara – I piccoli cantieri destinati al mercato interno, il più tartassato, hanno chiuso o stanno soffrendo enormemente. Gli effetti sulla filiera sono stati devastanti su tutti i fronti”. Malgrado le tinte fosche qualcosa di positivo sembra muoversi all’orizzonte: “ci sono segnali di leggera ripresa che arrivano però dall’estero – conclude Tongiani -Gli armatori che oggi si presentano ai nostri cantieri sono quasi esclusivamente stranieri che vengono nel nostro paese cercando di spuntare prezzi da liquidazione, o comunque molto vantaggiosi, sapendo della crisi che stiamo vivendo e delle difficoltà dei cantieri. Gli italiani sono sempre più una minoranza”.