Il futuro della rappresentanza al centro del convegno della Cna di Siena. “Per vivere è necessario il cambiamento della macchina burocratica e del sistema fiscale”.

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“La crisi economica ha cambiato tutto, ha rivoluzionato le nostre aziende ed anche la Cna è cambiata per stare sempre più vicino a chi lavora”, con queste parole chiarissime ha esordito il presidente della Cna di Siena Fabio Petri all’iniziativa sul futuro della rappresentanza, organizzata dall’associazione degli artigiani assieme ad autorevoli esponenti del mondo delle istituzioni. È stata una bella tavola rotonda, ravvivata dalle puntuali domande del moderatore Isidoro Trovato, giornalista del Corriere della Sera. “In questi anni abbiamo iniziato il cambiamento, che ha compreso anche il modo di portare avanti la rappresentanza. Da questo punto di vista credo che Rete Imprese Italia rappresenti il prossimo passaggio, a dimostrare l’assoluta unità del mondo associativo sui problemi comuni. Siamo vicini alle imprese, sotto tutti i punti di vista ed insieme a loro vogliamo superare questo momento di grande difficoltà. Uniti ce la faremo”, ha concluso Petri.

Molto incisivo e deciso nelle conclusioni Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna: “Siamo un poco preoccupati quando sentiamo dire che i corpi intermedi non sono importanti, ma capiamo che c’è un fondo di ragione in questo. Siamo convinti, come tantissimi imprenditori e artigiani, che la rappresentanza serva e serva molto alle aziende; per questo deve essere sempre più al passo dei bisogni del mondo produttivo. Cna sta cambiando ed in parte è già cambiata. Gli enti intermedi come il nostro, che hanno messo in pratica il cambiamento, anche nei rapporti con le imprese, saranno centrali nella ripresa economica. La crisi è ancora pesante, ma la speranza è che presto ci possa dare un poco di respiro. In ogni caso è il sistema dello Stato e la macchina burocratica a dover cambiare. Basta guardare lo studio recente che abbiamo fatto sulle tasse locali, che rende in pieno l’idea della grande differenza che c’è nelle condizioni in cui operano le aziende. È solo l’ultimo esempio della centralità che hanno le associazioni nella gestione e nella risoluzione dei problemi. Rete Imprese Italia è una risposta concreta, ma la sua azione si è un poco intiepidita dopo la grande manifestazione di febbraio a Roma. Sono dunque felice che invece in realtà come Siena nascano nuove sinergie, perché è dando forza alle realtà locali che si rafforza la nostra azione e si risponde ai bisogni delle nostre aziende”.

Molto incisivo anche l’intervento del presidente regionale toscano della Cna Valter Tamburini: “La crisi economica è sempre presente e pesante. Sono necessarie riforme vere e concrete ed un ruolo centrale lo svolgeranno gli enti intermedi come le associazioni di categoria. Cna e Rete Imprese Italia avranno un compito fondamentale da questo punto di vista. L’agenda della nostra regione vede al primo punto la realizzazione delle infrastrutture fondamentali per le imprese. In parallelo deve partire subito la revisione del sistema fiscale e burocratico. Al centro devono essere messi i bisogni delle piccole e medie imprese, che storicamente hanno fatto grande l’Italia”. Chiarissimo anche il pensiero del sindaco di Siena Bruno Valentini: “Stiamo vivendo un momento di grande cambiamento e Siena è pronta a questa sfida. Abbiamo delle basi solide. Vogliamo e dobbiamo procedere velocemente nel cambiamento, anche rendendo più agili e funzionali le regole che sottostanno ai lavori pubblici, alla cultura ed al sistema delle formazione. Dobbiamo valorizzare le nostre risorse e le nostre straordinarie capacità attrattive. È dunque chiaro che debba cambiare anche il sistema burocratico italiano. Alle imprese chiedo progetti da condividere, tali da portare sviluppo sul territorio.

Puntuale anche Gianni Salvadori, assessore della Regione Toscana: “La Regione ha poteri importanti e deleghe significative. È tempo che le rivendichi ad alta voce, svolgendo così in pieno il ruolo che le compete. Dobbiamo lasciar perdere il centralismo statale e combattere il sistema della burocrazia. Con le leggi attuali i dirigenti possono bloccare tutto, invece di essere di supporto alle nostre decisioni. È il momento di osare, è il momento di fare grandi riforme, subito”.

Una via per il futuro l’ha tracciata anche Ferruccio Dardanello, presidente nazionale di Unioncamere: “Siamo un paese amato e rispettato per le nostre bellezze e le capacità imprenditoriale. Le parole “Made in Italy” sono uno dei brand più noti al mondo. A tutto ciò, alle nostre imprese, adesso dobbiamo dare più forza. Vedremo come verranno fatte le riforme. Per adesso c’è attesa e preoccupazione per come verranno scritte le nuove regole, ma anche speranza, la parola più importante per il paese, ma anche per i cittadini”.