Il Presidente CNA Pisa Andrea Zavanella “dritti verso il burrone, serve sterzata. Da settembre iniziative a tutto campo anche con i sindacati per allarme occupazione nelle pmi”.
“Altro che ripresa, il trend della nostra economia è negativo come dimostrano i nostri dati. Si va verso il burrone – è senza mezzi termini l’analisi del Presidente CNA Pisa Andrea Zavanella – Serve una decisa sterzata per invertire la tendenza”. Presso la sede della CNA di Pisa sono stati illustrati mercoledì 6 agosto i risultati del rapporto Trend sulle tendenza dell’economia artigiana in provincia di Pisa, dal presidente provinciale CNA Andrea Zavanella insieme al direttore Rolando Pampaloni, Marco Ammannati presidente CNA Impianti e Barbara Vannini presidente CNA Costruzioni.

“Continua il rallentamento dell’economia – sintetizza Zavanella – ed a soffrire di più è il comparto costruzioni con il manifatturiero. Certo ci sono dinamiche diverse fra i settori legati al mercato interno che sono in profonda crisi e non ci sono segni di risveglio, e quelli che hanno la possibilità di lavorare con i mercati esteri a cui va meglio. Ma a settembre in molti rischiano di non poter riaprire i battenti: l’emorragia dei posti di lavoro sarà consistente e quello che ci sconcerta è che nessuno fra istituzioni enti sembrano percepire che siamo sull’orlo di un baratro. Abbiamo anche incontrato nei giorni scorsi i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil, per concordare con loro iniziative per dare l’allarme sul comparto costruzioni in particolare, ma non solo. Faremo il possibile per cercare di dare una svolta ad una situazione in cui la disattenzione verso il tessuto produttivo locale è massima. Oltretutto con scarsa trasparenza circa affidamenti per milioni di euro con meccanismi nazionali, vedi Consip”.

“Le imprese del territorio sono tagliate fuori da scelte politiche miopi e discutibili- rincara la dose il dg CNA Pisa Rolando Pampaloni- sono stati dati in questi giorni oltre venti milioni di euro di lavori senza gara con le procedure Consip per ospedali e altri edifici pubblici a un unico soggetto escludendo a priori le ditte locali che hanno finora garantito realizzazioni e manutenzioni. Questa non è la direzione giusta per creare ricchezza, efficienza e trasparenza. Siamo preoccupati per la tenuta occupazionale delle nostre imprese”.
Anche Barbara Vannini CNA Costruzioni Pisa conferma che “da settembre le imprese del comparto edile saranno costrette a ristrutturare. Noi rappresentiamo imprese che lavorano da decenni con i privati e con gli enti pubblici, ma proprio adesso che c’è la crisi la penalizzazione maggiore la stiamo subendo dalle pubbliche amministrazioni. L’ossigeno è finito e anche se per noi i dipendenti hanno un valore inestimabile saremo costretti a tagliare anche se così facendo siamo consapevoli che la ripresa si allontana ancora di più”.
Marco Ammannati CNA Impianti Pisa si limita a riportare la desolante esperienza diretta delle assurdità della burocrazia che ad esempio “non riconosce le fatture elettroniche: noi dobbiamo farle, ma poi se non le portiamo cartacee e di persona non ci pagano, alla faccia dei 30 giorni e delle nuove direttive. Senza contare che poi ogni ente è un caso a sé e dei Durc chiesti più volte per la stessa procedura”.

Sintesi TREND
La Provincia di Pisa registra nel corso del 2013 un risultato negativo: se si prendono in considerazione i principali indicatori di comparto e la maggior parte dei settori, realizza una performance significativamente al di sotto di quella dell’artigianato regionale. Il fatturato scende in termini percentuali di 13,3 punti rispetto all’anno precedente, quando la dinamica si attesta sul -3,3%. In termini assoluti il volume d’affari passa dai 695,4 milioni di Euro del 2012 ai 602,9 milioni di Euro del 2013. Anche per le retribuzioni il 2013 si chiude con un segno “-“; lasciano sul terreno 17 punti percentuali così come i consumi che chiudono con un -6,7%. In termini assoluti corrispondono rispettivamente a circa -11 e -2 milioni di Euro.
A livello macrosettoriale si registrano performance deludenti: tutti i comparti chiudono negativamente a partire dalle Costruzioni che cedono il -14,4%, risultato decisamente peggiore rispetto alla performance regionale (-2,9%). Anche il Manifatturiero registra una discesa a livello locale, -16,3%, mentre la media toscana mostra una diminuzione pari al – 1,9%. Infine, il settore dei Servizi perde 3,7 punti percentuali rispetto al 2012 (-6,4% a livello regionale).

Analizzando nel dettaglio i diversi comparti e settori:
– Le Costruzioni: i 271,4 milioni di Euro del 2013 rappresentano il 45% del fatturato artigiano totale con una diminuzione dei ricavi rispetto al 2012 di oltre 45,5 milioni di Euro. La contrazione dell’Edilizia è decisamente più evidente rispetto al risultato toscano che vede un arretramento di 2,9 punti percentuali. Dal II semestre 2008, i ricavi sono diminuiti di oltre il 50%, sia pure seguendo una dinamica oscillatoria con qualche temporaneo recupero. Seguono un andamento simile i consumi e le retribuzioni.
– Il Manifatturiero: il macro-settore, con un fatturato di 218 milioni di Euro, rappresenta il 36,2% dei ricavi totali dell’artigianato della Provincia di Pisa. In termini assoluti diminuisce di oltre 40 milioni di Euro, con un influenza negativa legata soprattutto ai settori principali di questo comparto. Performance con segno “-“ vengono fatte registrare da tutti i settori ad eccezione del Legno (+12,4%), il terzo settore più importante a livello locale. La Pelle registra un calo consistente (-33,7%) rispetto al 2012, perdendo in termini nominali quasi 35 milioni di Euro; una contrazione evidente che stride –ma anche si spiega- con il confronto sul 2° semestre 2012, quando si erano registrate crescite importanti. Va infatti specificato il fatto che, nonostante i dati negativi del 2013, il trend di lungo periodo del settore resta positivo e su livelli più elevati rispetto al 2° semestre 2008. La Metalmeccanica, che detiene il 28,1%, fa registrare una contrazione del -13,1% ed anche nel lungo periodo declina in maniera costante ad un livello decisamente inferiore rispetto a quello di partenza. Andamento simile relativamente ai fattori di costo. Il Legno rappresenta il 27,5% del comparto e aumenta il proprio fatturato di oltre 12 punti percentuali, raggiungendo i 59,9 milioni di Euro, un risultato nettamente migliore rispetto a quello regionale (+0,8%). Altalenanti i ricavi che chiudono comunque ad un livello superiore rispetto al 2° semestre 2008; in diminuzione invece nel lungo periodo i fattori di costo. Negativi e con una dinamica più preoccupante rispetto al risultato regionale, gli Alimentari che rappresentano il 9,4% con 20,6 milioni di Euro. In diminuzione anche il Tessile (-10,8%), che a livello locale chiude il 2013 a 7,7 milioni di Euro (+1,3% il risultato regionale) e l’Oreficeria (-45% a livello provinciale, +3,1% a livello regionale) che rappresentano rispettivamente il 3,5% e lo 0,6%.
– I Servizi: il comparto si attesta nel 2013 sui 113,5 milioni di Euro e, in maniera meno marcata rispetto agli altri due macro-settori, perde 3,7 punti percentuali arrivando a rappresentare nel fatturato totale il 18,8%. In termini assoluti i Servizi diminuiscono di 4,4 milioni di Euro rispetto al 2012 e nel lungo periodo risultano altalenanti ed in discesa così come le retribuzioni mentre i consumi chiudono la serie storica in crescita soprattutto a partire dal 1° semestre 2011. Andando nel dettaglio osserviamo che i Trasporti, che con 46,5 milioni di Euro rappresentano il 41% del macrosettore, chiudono con un segno positivo, +2,6% (risultato opposto rispetto al trend regionale che si attesta sul -6,2%). Sostanzialmente stazionario, anche se in maniera irregolare tra i vari semestri, il fatturato; in salita le retribuzioni ed i consumi. In diminuzione (-4,7%) le Riparazioni che raggiungono i 32 milioni di Euro, pari al 28,2%, contrazione più contenuta rispetto alla performance regionale (-10,8%). Stagnanti, nel lungo periodo i ricavi; in crescita invece i consumi e le retribuzioni. I Servizi alle famiglie, con un fatturato di 22,8 milioni di Euro, rappresentano il 20,1% del comparto artigiano dei servizi e registrano una diminuzione evidente del -16,7%, di gran lunga peggiore rispetto al livello regionale (-5,1%). In discesa rispetto al 2° semestre 2008 i ricavi così come i fattori di costo. Residuale il settore dei Servizi alle imprese, che si attesta sui 12,2 milioni di Euro pari al 10,8% del comparto, in crescita di 5 punti percentuali, performance uguale a quella regionale.
In definitiva, il 2013 è stato per la provincia di Pisa complessivamente negativo in cui l’artigianato locale ha lasciato sul terreno oltre 90 milioni di Euro. Nel confronto con il 2012, la provincia di Pisa registra performance peggiori rispetto al trend regionale. Segnali positivi arrivano solamente da tre settori: Servizi alle imprese, Trasporti e soprattutto dal Legno. Deludente invece la performance dei tre settori principali a livello locale: Costruzioni, Metalmeccanica e Pelle, anche se, in un’ottica di lungo periodo, il giudizio sulla dinamica di quest’ultima rimane positivo.