In ogni dibattito sull’economia e sulla crisi vengono individuati come ‘nemico principale’ delle imprese e dello sviluppo gli adempimenti burocratici e le risorse economiche e temporali che

queste comportano: se ne parla da tempo e non si riesce a fare semplificazioni concrete e reali.

Questo è stato l’argomento prioritario delle assemblee provinciali e regionale dell’Unione Produzione, che richiedono una accelerazione nelle semplificazioni, che ci uniformino alle normative europee, pur sapendo che questo processo cambia molti equilibri economici e corporativi

ormai consolidati –  sottolinea il coordinatore dell’Unione Produzione della Cna di Pistoia,

Paolo Spadoni.

Infatti oggi il settore produttivo manifatturiero non può più sopportare i costi di un terziario improduttivo e inefficace pubblico e privato, che si alimenta con pratiche burocratiche ‘inutili’

e ininfluenti nel controllo reale delle imprese.

Molti adempimenti ‘borbonici’ sono funzionali solo a giustificare l’esistenza di uffici pubblici

e studi privati, che si oppongono ad una semplificazione che renda il nostro paese moderno e

competitivo e capace di facilitare lo sviluppo del sistema imprenditoriale e attrarre nuovi investitori.

È importante la richiesta di evitare sovraccarichi e costi istituzionali con l’eliminazione delle province e di enti intermedi, con l’accorpamento dei comuni e con la riduzione dei parlamentari e dei consiglieri comunali.

Ma è altrettanto fondamentale ridurre la burocrazia e le normative in essere, eliminando centri di potere e di controllo burocratico pubblico, non funzionale e la necessità di ricorrere a professionisti per predisporre e redigere quegli adempimenti.

Gli imprenditori che operano in Europa e nel mondo rilevano in sintesi che negli altri stati si

ha la sensazione che le istituzioni e gli operatori siano al servizio del cittadino, mentre in Italia il cittadino è un ostaggio delle istituzioni e dei suoi operatori.

Gli imprenditori chiedono al governo di fare scelte ‘dolorose’ e efficaci e di non mantenere una

situazione di stallo, che vede il nemico nell’imprenditoria artigiana e nelle Pmi, motore dell’economia e dell’occupazione.

Oggi è il momento di fare scelte senza costi da parte dello stato, ma che cambino gli equilibri in essere, cancellino rendite di posizione e obblighino il terziario improduttivo a riciclarsi e diano

slancio al mondo produttivo con la semplificazione e il recupero di risorse e produttività.

È sicuramente possibile perseguire la sicurezza nei luoghi di lavoro senza burocrazia e adempimenti costanti e periodici, con la necessità di ricorrere a ‘consulenti burocrati’, mentre in UE questi obblighi non sono richiesti per le imprese minori e non ci sono miriadi di studi di

consulenza burocratica, oppure non si richiedono certificazioni per ogni richiesta o si istituiscono albi specifici, non si impongono norme come il Sistri e con il fisco i rapporti con gli organi di controllo sono molto più trasparenti e positivi.