L’indotto locale minacciato da una cordata di fuori nonostante gli investimenti

 

173 addetti, 170 mezzi un investimento dal 2014 ad oggi di 8,3 milioni di euro ed un fatturato di circa 5 milioni di euro nel 2016, effettuando circa 10.500 servizi: sono i numeri, non da poco, della CSB srl, la Cruise Service in Bus, che dal 2014 ha messo in rete i vari operatori locali del trasporto persone per offrire ai tour operator del settore crociere che scalano Livorno e La Spezia, un servizio organizzato ed efficace per le migliaia di turisti che scelgono le mete toscane delle escursioni.

“Tutto ciò oggi è fortemente a rischio” affermano i direttori di Cna Livorno Marco Valtriani e La Spezia Angelo Matellini uniti nel difendere una realtà costruita con difficoltà dalle imprese locali ma anche soddisfazione “e non si tratta di un falso allarme, ma di una sorta di guerriglia dei servizi sottobordo”.

“Di quei 10.500 servizi effettuati nel 2016 dalla CSB – spiega Matellini – l’80% se non di più sono rappresentati dal settore crociere, frutto di contratti con i principali tour operator, grazie ad una politica del mettersi insieme per contare di più, evitando uno sbriciolamento nella contrattazione che stava massacrando le imprese dei pullman”. Le aziende in questi anni si sono organizzate, hanno via via rinnovato il proprio parco mezzi acquistando veicoli di ultima generazione per dare sicurezza e rispettare i limiti di inquinamento imposti da molte delle città d’arte liguri e toscane, hanno assunto nuovi autisti ed hanno dato vita ad una organizzazione logistica che consente di gestire in tempo reale le prenotazioni dei servizi in base alle esigenze dei tour operator per i quali le escursioni rappresentano il vero margine di guadagno nel pacchetto crociere”.

“Eppure – aggiunge Valtriani – basta fare delle semplici operazioni matematiche per vedere che dietro un grande lavoro, grandi numeri e investimenti, per le imprese dei bus i margini risultano strettissimi. CSB non ha mai approfittato della sua posizione di leader nel campo delle escursioni crocieristiche avendo come missione quella di far lavorare i vettori locali. Da qui l’importanza del volume di lavoro acquisito che può tenere in piedi il settore, ma quel volume fa ovviamente gola anche ad altri operatori purtroppo prevalentemente non locali che hanno conquistato spazi che costringeranno la CSB a ridurre il proprio fatturato e di conseguenza i soci saranno costretti a ridimensionare gli addetti ed il parco mezzi. Se è vero che non si può imbrigliare il mercato, è anche vero che la storia economica ha dimostrato che la guerra dei prezzi porta solo a servizi peggiori, ed i porti di Livorno e La Spezia hanno bisogno di continuare a crescere in qualità ed investimenti, non di impoverirsi; e questo anche i tour operator dovranno capirlo”.