La realtà dell’indagine Trend sulla provincia di Massa Carrara: artigianato in caduta libera. Bruciati 35 milioni di euro (-10,6%) di fatturato.  Costruzioni (-10,1%) e metalmeccanica (-21,4%) i principali comparti in crisi. Congelati gli investimenti, in affanno anche i servizi. Cna Massa Carrara pronta a “punire” chi non ha salvaguardato le piccole imprese con politiche locali di sostegno. Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna Massa Carrara:“Immobilismo e incapacità di scelte coraggiose hanno aggravato la crisi”.

Maglia nera per l’artigianato apuano. Bruciati 35 milioni di euro di fatturato. Meno 10,6%. E’ la peggiore prestazione in toscana (-3,6%). A trascinare verso il fondo l’artigiano apuano è il crollo delle costruzioni (-10,1%) unitamente a quello del manifatturiero (-21,4%), due dei principali motori dell’economia locale. In calo anche i consumi (-2,3%), le retribuzioni (-3,2%) e gli investimenti (-23%). Reggono invece i servizi (-3%) che restano comunque in passivo.

A fotografare lo stato di salute dell’artigianato e delle piccole e medie imprese apuo-lunigianesi è l’autorevole indagine Trend realizzata da Cna (info su www.cna-ms.it) che legge ed analizza tutti i dati di contabilità delle imprese (fatturato, costi e investimenti). I dati sono relativi al 2011 e dipingono un quadro davvero drammatico e preoccupante. “Il 2011 è stato probabilmente il peggiore degli ultimi 20 anni della nostra economia artigiana – analizza Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna Massa Carrara – che ha però evidenti ripercussioni nel 2012. Le performance delle nostre aziende non sembrano avere subito variazioni positive in questi mesi: resteremo in una fase di recessione. Non cresciamo, al contrario bruciamo fatturato. Gli indicatori potevano essere meno pesanti purtroppo paghiamo il peso dell’immobilismo e l’assenza di scelte decise da parte della nostra pubblica amministrazione. Chi amministra il territorio ha fatto veramente poco per evitare questa situazione; non si è preoccupato di salvaguardare le piccole imprese che rappresentano il 95% della forza lavoro presente sul territorio attivando quelle essenziali e più volte invocate politiche di sostegno. Ci si è dimenticato di chi sorregge, oggi, il territorio”. Ciotti riprende uno dei temi cari all’associazione degli artigiani, quello della centralità della piccola impresa nello scacchiere economico apuano, e non solo: “Nei prossimi appuntamenti elettorali ci ricorderemo della scarsa considerazione nei confronti delle piccole imprese in questa fase storica delicata e straordinaria – annuncia – valuteremo con attenzione programmi, progetti ed iniziative, e sosterremo chi avrà il coraggio di rompere gli schemi. In questi mesi abbiamo solo chiesto di sostenere le imprese con gli strumenti a disposizione delle amministrazioni consapevoli di tutti i limiti e che la partita determinante si gioca a livello di governo centrale ed europeo. Chi non comprende la strategica importanza delle pmi non ha compreso il territorio. Paghiamo – ripete – anche questa scarsa conoscenza. I nostri parametri poteva essere meno pesanti”.

A conferma delle dure constatazioni di Cna Massa Carrara i numeri sul fatturato passato in un anno da 321 milioni di euro a 288. Una botta da 35 milioni di euro che, legata al crollo degli investimenti (-14 milioni di euro rispetto all’anno prima) fanno presagire ancora mesi durissimi. “La voce degli investimenti denota scarso ottimismo e coraggio, e questo è un segnale molto preoccupante analizzato nel suo complesso – spiega ancora Ciotti – La flessioni è evidente in tutti e tre i comparti anche se l’andamento nel corso dei semestri è diverso: il manifatturiero registra una dinamica complessivamente discendente, nonostante la timida ripresa registrata nel corso del primo semestre 2010 mentre i servizi e le costruzioni descrivono una curva simile con un secondo semestre 2010 e 2011 molto negativo, interrotti da un primo semestre 2011 di forte crescita”.

La crisi dell’artigianato locale è da imputare alla crisi delle costruzioni: nonostante subiscano una diminuzione di oltre 18 milioni di euro rispetto al 2010, restano il settore principale dell’economia artigiana della Provincia con un fatturato di 152,9 milioni di euro pari al 53,2% del totale. A sorprendere è il volume di perdita che ha evidenti effetti sul quadro generale: -10% contro il 2,3% regionale. “Ma continuiamo a lasciare che i pochi appalti del territorio finiscano fuori, ad aziende che provengono da altre provincie –sottolinea Ciotti – dall’Ospedale Unico al mattatoio. E ci permettiamo di pagare le imprese a 900 giorni per lavori eseguito entro 180 giorni. Ci riferiamo a questi aspetti quando parliamo di scarso sostegno e di incapacità di leggere il territorio. Con un po’ più di coraggio i nostri indicatori potevano essere meno pesanti di quelli che oggi ci troviamo ad analizzare”.

Da brividi la performance del manifatturiero, l’altro grande motore dell’economia apuana. Con un fatturato di circa 52,6 milioni di euro, il manifatturiero rappresenta il 18,3% dei ricavi totali dell’artigianato. In termini assoluti registra una diminuzione di circa 14 milioni di euro (-21,4% rispetto al – 6% del 2010), con tutti i settori che chiudono in negativo anche se al suo interno vi sono delle differenze. È soprattutto il risultato deludente della metalmeccanica (-24,3%), il settore più importante che rappresenta il 74,9% del comparto locale, ad influire sulla performance complessiva. Il fatturato della metalmeccanica raggiunge nel 2011 i 39,4 milioni di euro perdendo per strada oltre 12 milioni di euro. “Pesa la battuta d’arresto della nautica da diporto – analizza Ciotti – componente molto forte sul territorio e della meccanica”. Negativo il risultato anche del legno (-8,3%) e degli alimentari (-9,9%) che rappresentano con i loro 6,9 milioni di euro e 5,5 milioni di euro di fatturato rispettivamente il 13,2% ed il 10,4%. Tengono, anche se con fatica, i servizi grazie all’emorragia contenuta dei trasporti (-1,9% contro il 5,1% regionale) mentre diminuiscono in maniera più evidente i Servizi alle imprese e le Riparazioni anche se hanno una incidenza minore sulla quota complessiva del fatturato del Terziario locale detenendo rispettivamente soltanto il 10,4% ed il 9,1%. “Il quadro anche se riferito al 2011, e quindi ad un periodo che già ci siamo lasciati alle spalle – conclude Ciotti – ha contribuito ad erodere le fondamenta delle imprese. La crisi sta diventando strutturale e sta contaminando anche le realtà che fino ad oggi sono riuscite a costruirsi un percorso positivo. Da questa crisi usciremo con le ossa rotte e fortemente ridimensionati ma ne usciremo. E’ però con rammarico che dobbiamo evidenziare che, nonostante i tantissimi segnali lanciati in questi anni, ed in questi ultimi mesi da più di una indagine e da più interlocutori, si sia fatto veramente troppo poco per salvare il salvabile. Non è la crisi internazionale la sola colpevole della débâcle economica del nostro territorio. Le nostre voci restano inascoltate, ma siamo gli unici a potere fornire indicazioni alle amministrazioni su come risolvere i problemi”.