CNA Firenze ha presentato i dati 2013 su fatturati, retribuzioni e consumi delle imprese: ottima prova della metalmeccanica, ancora male edilizia, pelle e riparazioni.
Meglio di un anno fa e meglio del dato regionale. È quanto emerge dal rapporto Trend, l’analisi congiunturale sull’andamento 2013 dell’economia artigiana della provincia di Firenze presentata lunedì 4 agosto dal Presidente CNA Firenze Andrea Calistri, e dal Direttore Franco Vichi.
L’indagine, condotta analizzando alcuni indicatori di bilancio (fatturato, retribuzioni e consumi) di
un campione di imprese associate, registra un lieve calo dei ricavi complessivi, che si attestano a
2,242 miliardi di euro per una perdita, rispetto al 2012, di 9,3 milioni (- 0,4%). Una perdita che, se
comparata con il dato regionale (- 3,3%), appare alquanto contenuta.

Sul fronte delle due principali voci di costo (consumi e retribuzioni) l’artigianato della provincia di Firenze migliora i dati già positivi del 2012: i consumi sono cresciuti del 3,4% ( in termini assoluti 3,5 milioni di euro) e le retribuzioni addirittura di un 5,85% ( in aumento di 23 milioni rispetto al 2012). In entrambi i casi meglio di quanto registrato alla scala regionale (retribuzioni +1,9% ; consumi – 3,9%).
A livello dei macrosettori l’analisi mostra dati positivi rispetto al 2012 per il manifatturiero ( in
crescita del 1,7% ) e negativi per edilizia ( – 2,2% ) e servizi ( 1,8%).
Con quasi 981 milioni di fatturato complessivo, 14 in più rispetto all’anno precedente (+1,7%), il
manifatturiero si conferma il macrosettore principale per giro d’affari (43,7% dell’intero valore
dell’artigianato della provincia di Firenze). Al buon risultato del manifatturiero ha concorso la performance della metalmeccanica (nel 2013 diviene il comparto principale di tutto il macrosettore raggiungendo la quota del 37,3%) che con oltre 366 milioni di euro di fatturato ha segnato un aumento di quasi 40 milioni di euro rispetto allo 2012 (+ 11,8%) tornando a valori vicini a quelli del 2011. Tale andamento, per la metalmeccanica fiorentina, si è manifestato anche sul fronte dei costi, con consumi e retribuzioni in crescita.
Diverso il discorso per la pelletteria fiorentina: il fatturato, fermo a 360 milioni di euro, ha
registrato una perdita del 6% rispetto al 2012. Tuttavia il trend di lungo periodo resta positivo e su
livelli più elevati rispetto al 2009. Questo dato, diverso per il nostro campione rispetto a quello
generale del comparto (con segno positivo di diversi punti percentuali) dove operano grandi
società con i loro marchi di rilievo mondiale, induce a riflettere su tre punti che già costituiscono
una linea d’azione importante di CNA Firenze: la necessità che le imprese si rivolgano
all’internazionalizzazione anche eventualmente con soluzioni di rete e di filiera, l’impegno per il
Made in Italy e nella lotta alla contraffazione, l’irrobustimento e l’ammodernamento dei livelli più
bassi delle filiere.
Se il legno si è mantenuto stabile rispetto al 2012 ( con lieve crescita di fatturato e di consumi), il
settore residuale del manifatturiero ad aver ottenuto i migliori risultati è l’oreficeria, che ha
guadagnato il 28,9% con un fatturato in termini nominali superiore ai 20 milioni.
Il tessile ( 81 milioni di volume d’affari) ha invece perso l’ 1,0% mentre l’alimentare, in tendenza
con il dato regionale, il 4,2%.
Anche nel 2013 l’edilizia continua ad essere il macrosettore più in sofferenza: il fatturato
complessivo, fermo a 773 milioni di euro, ha perso 17 milioni rispetto all’anno precedente. La
diminuzione, in linea con quella registrata a livello regionale (-2,9%), testimonia il persistere delle
difficoltà per le costruzioni fiorentine e lascia difficilmente presagire una ripresa per i prossimi
anni.
Con un fatturato complessivo superiore ai 488 milioni di euro (pari al 10% del giro d’affari
complessivo dell’artigianato fiorentino), in un anno i servizi hanno subito un calo dell’1,8%, quasi 9
milioni in meno rispetto al 2012.
Nel dettaglio, se con un fatturato di 186,252 milioni di euro le riparazioni hanno registrato una
contrazione di 7,5 punti percentuale ( pari cioè a 15 milioni di ricavi in meno rispetto al 2012), il
volume d’affari dei trasporti ha raggiunto quota quasi 150 milioni, crescendo dello 0,7%. Bene
anche l’andamento dei servizi alle imprese che, con un fatturato di 64,33 milioni, ha recuperato il
19% rispetto al 2012. Situazione invece negativa per i servizi alle famiglie che hanno perso più di 5
milioni.

“I dati sull’andamento dell’artigianato fiorentino nel 2013 lasciano intravedere qualche segnale di
inversione del ciclo negativo: retribuzioni e consumi sono cresciuti e il fatturato complessivo ha
subito una perdita lieve sia rispetto all’anno passato che rispetto alla dimensione regionale –
ha commentato Andrea Calistri, Presidente CNA Firenze – Le prospettive sembrano incoraggianti, sicuramente in controtendenza rispettoai dati del primo semestre 2013 e all’anno scorso. Tuttavia, le difficoltà registrate da alcuni dei settori storicamente trainanti l’intero comparto artigianale, come le costruzioni, le riparazioni e la pelle, ci spingono a mantenere una certa cautela. Il trend del loro fatturato, anche per il 2013, continua ad essere in calo deciso, ma ciò che più preoccupa è il fatto che questo ribasso sia costante già da alcuni anni”.

I dati dell’indagine Trend si intrecciano poi con la fotografia, tutt’altro che positiva, dell’andamento demografico dell’artigianato di Firenze: nel quinquennio 2008-2013 il numero delle imprese in attività è passato da 31.935 a 30.479 e gli occupati sono scesi da 95.805 a 91.437. Al 30.06.2014 il numero delle imprese artigiane attive ha invece raggiunto quota 29.772.
Una piccola luce, in questo panorama, che costituisce una novità. Proprio nel secondo trimestre di  quest’anno il saldo fra imprese iscritte e cessate, dopo ormai molti anni, è tornato positivo: + 17 (606-589).

Per Franco Vichi, Direttore CNA Firenze “In soli cinque anni a Firenze abbiamo perso quasi 1500 artigiani. In molti casi ciò significa aver disperso conoscenze, abilità, tecniche, mestieri e tradizioni che forse non sarà più possibile recuperare. Ma all’incirca abbiamo perso anche 4.368 addetti.
Questo significa che ogni ipotesi sulle prospettive future non può non tenere conto della situazione negativa in cui versa l’artigianato fiorentino, da troppi anni afflitto da uno sgretolamento della propria base imprenditoriale che non sembra essersi arrestata neanche nel primo semestre 2014”.