I risultati del rapporto Trend di Cna: nella provincia di Massa Carrara tutti positivi gli indicatori ad eccezione di legno, metalmeccanica, oreficeria, riparazioni.

L’economia apuana torna a correre anche se è ancora presto per capire a che velocità. A spingerla sono le piccole e micro imprese con meno di 10 addetti che chiudono il 2014 con un incoraggiante aumento di fatturato arrivato a lambire complessivamente 400milioni di euro (+3,1%). Un dato che assume dimensioni ancora più positive alla luce della contrazione a livello regionale (-4,1%) e che è stato possibile grazie ad un balzo “inaspettato” delle performance nel secondo semestre. La provincia di Massa Carrara resta ancora un’area a crisi complessa ma gli indicatori sembrano finalmente certificare una inversione di tendenza: aumentano i consumi (+59,3%), e ciò sta a significare che le imprese sono tornate a produrre, così come gli investimenti (+4,2%) che hanno superato di poco i 53 milioni di euro. Unica nota stonata sono le retribuzioni (-2,9%).

A fornire un nuovo aggiornamento sullo stato di salute delle imprese apuo-lunigianesi è la consueta indagine “Trend” elaborata da Cna che racchiude la tendenza dell’artigianato e della piccola impresa (info su www.cna-ms.it). “L’indagine – spiega Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – lascia intravedere, questa volta anche con una certa energia, uno spiraglio di luce importante dopo una sequenza molto lunga di trend negativi, se non molto negativi. E’ confortante la ripresa dell’edilizia, che rappresenta da sola un terzo del fatturato complessivo ma che non ci deve però illudere, così come del manifatturiero ed i servizi. E’ però altrettanto evidente che, per sostenere la ripresa, c’è bisogno di una maggiore diversificazione produttiva, di esportare di più e quindi, come diretta conseguenza, di costruire reti e sinergie. La dimensione delle imprese è un limite fisico, insieme però è possibile raggiungere traguardi impensabili”. Anche l’ultimo rapporto della Camera di Commercio aveva chiaramente evidenziato come le imprese che fanno rete siano in grado di accrescere i propri fatturati. “Se vogliamo confrontarci con il mondo – prosegue – non abbiamo altra strada. Prima ci arriviamo, prima saremo competitivi”.

Il generale andamento positivo degli indicatori economici è confermato anche, con poche eccezioni, dall’analisi dei singoli settori e macro settori.

Le costruzioni, con 143,3 milioni di euro del 2014, hanno aumentato il proprio fatturato del 3,9%, a fronte di una contrazione media regionale del 5,9%. La spesa per retribuzioni ha subito una flessione verso il basso (a carattere stagionale) durante il primo semestre del 2014, per poi risalire nel secondo semestre, ottenendo comunque un risultato peggiore rispetto al dato del 2013, ma superiore rispetto a quello del 2012, anno di inizio della rilevazione nel presente rapporto.

Il manifatturiero è, tra i macro settori dell’artigianato di Massa Carrara, quello con il peso specifico inferiore, ma è anche quello che nel 2014 è cresciuto di più. Il fatturato totale è aumentato del 5,9%, passando dai 79,8 milioni di euro del 2013 agli 84,5 milioni di euro del 2014 (-4,1% a livello regionale). Oltre ai ricavi, anche le spese per i fattori di costo, retribuzioni e consumi, vedono un miglioramento significativo e costante degli indicatori economici, segno che la manifattura, nel suo insieme, è in stato di buona salute e si sta potenziando a livello strutturale. All’interno del manifatturiero, analizzando i singoli settori in ordine di peso decrescente, si riscontrano tuttavia delle differenze importanti in termini di performance. Se la metalmeccanica registra una variazione positiva del proprio fatturato del 14,5% (-1,0% a livello regionale), il legno e gli alimentari, al contrario, diminuiscono rispettivamente del 19,1% e 14,7% il proprio fatturato; si tratta di un risultato, in entrambi i casi, decisamente peggiore rispetto al dato toscano (-7,9% e -1,4%).

Anche il tessile, il cui peso specifico sul totale è più ridotto, ha una diminuzione di fatturato dell’1,5%, ma stavolta il risultato è migliore rispetto alla variazione del -10,3% che si è avuta nella regione. Oreficeria e pelle, gli ultimi due settori del manifatturiero provinciale da analizzare, hanno avuto invece un risultato discreto, il primo aumentando del 5,3% nel 2014 (-5,1 in Toscana), mentre il secondo ha sostanzialmente ottenuto un risultato identico all’anno precedente.

In quanto al terziario, si conferma il macro settore provinciale a maggiore peso specifico, con 168,9 milioni di euro di fatturato nel 2014, l’1,1% in più rispetto ai 167,2 milioni del 2013. Anche in questo caso il risultato è tanto più positivo se analizzato a livello provinciale, in quanto la Toscana ha avuto performance negative (-3,4%). Tra le spese per i fattori di costo, i consumi delle imprese locali sono diminuiti su base annua, mentre le retribuzioni sono aumentate. Passando ai singoli settori che compongono il terziario, i servizi alle imprese e i trasporti hanno migliorato il proprio fatturato rispettivamente del 2,2% e 1,3%, risultati migliori in entrambi i casi rispetto a quelli regionali (-3,4% e + 0,3%). Diverso è invece il caso delle riparazioni che diminuiscono in termini di fatturato del 9,6%, in modo simile alla media regionale. Infine, i servizi alle famiglie hanno un lieve incremento dello 0,6%, in antitesi rispetto al dato toscano (-2,2%).