Imprese artigiane apuane strette tra i crediti fermi (da riscuotere!) e la mancanza di finanziamenti bancari. A tenere banco è sempre più il rapporto conflittuale con gli istituti bancari, un tempo preziosi alleati delle piccole imprese e della crescita del paese. I numeri parlano chiaro: le pmi continuano ad avere evidenti e forti difficoltà di accesso al credito e sempre meno capacità di fronteggiare il loro fabbisogno finanziario: solo il 9% nel 2013 si è rivolto ad una banca per chiedere un prestito contro il 22% dell’inizio del 2012. Così come dal 2009 al 2013 è passata dal 12,2 al 15,7 la percentuale delle domande di finanziamento respinte alle micro imprese. Stesso è accaduto per le piccole e medie imprese. Una situazione di stallo e “fragilità” finanziaria al centro del manifesto presentato da Cna Massa Carrara (info su www.cna-ms.it) nel corso della grande mobilitazione che ha portato a Roma 80mila imprese a cui va sommata la sempre più scarsa sensibilità, e allo stesso tempo voracità, del sistema bancario. A rafforzare questo sentiment di distanza tra mondo delle imprese e sistema bancario un nuovo caso tutto apuano che ha fatto presto il giro degli imprenditori. Protagonisti della vicenda: un’impresa, due banche e due diverse fatture per cui è stata attivata la procedura di anticipazione; una procedura molto utilizzata dalle imprese che possono avere liquidità dalle banche attraverso l’anticipo di gran parte dell’importo e sul cui impiego pagano una commissione proporzionale alla tempistica di saldo.

Sul tavolo dell’incredibile questa volta ci finisce una piccola azienda artigiana di Massa del settore delle installazioni che si fa anticipare l’80% dell’importo di una fattura da una delle due banche con cui ha regolari rapporti quotidiani. E fino a qui nulla di anormale fino a quando il titolare dell’azienda si accorge che il cliente ha saldato la fattura non sul conto corrente indicato sul documento, ma sul conto corrente dell’altra banca dove nel frattempo era stata attivata la medesima procedura di “anticipo fattura” per un altro importo. Un incrocio “errato” tra due fatture chiaramente diverse, anche se emesse dal medesimo cliente, su cui però la banca non si è fatta nessuno scrupolo nel “succhiare” l’importo precedentemente anticipato. La scusa: la prossimità della scadenza e la necessità di “stornare” l’importo anticipato. Il risultato: la difficoltà e l’imbarazzo dell’imprenditore nei confronti dell’altra banca a cui era destinato il bonifico. Per Cna Massa Carrara si tratta dell’ennesimo segnale dell’aggressività degli istituti bancari e della mancanza di fiducia nei confronti degli imprenditori schiacciati da un sistema che ha completamente perso contatto con la realtà e che ha smesso di essere al servizio di chi fa impresa. “Gli Istituti bancari – spiega Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – dovrebbero tornare a svolgere il loro lavoro antico; visitare le aziende per valutare le attività progettuali, la mobilità, le strategie sul mercato. Crediamo che l’applicazione del sistema di merito individuato da Basilea, sia profondamente inadatto al sistema produttivo italiano; non si capisce come sia possibile, pur avendo la solita impresa, avere due valutazioni di merito diverse da banche differenti. Noi guidiamo le nostre aziende senza sdoppiamenti di personalità: andare a chiedere un prestito oggi – conclude – è come andare dallo psicologo”.