Non bastava la crisi a rendere difficili gli incassi da parte delle imprese pratesi, dall’11 ottobre è arrivata anche la tegola delle nuove norme relative alla responsabilità solidale negli appalti e nei subappalti che hanno introdotto l’obbligo da parte del committente di farsi rilasciare un’autodichiarazione per non vedersi chiamato a rispondere dell’Iva e delle ritenute non versate dall’appaltatore/subappaltatore nonché una bella sanzione fino a  euro 200.000.

La versione originaria della norme prevedeva addirittura la sola asseverazione (ben più onerosa), e solo grazie al pronto intervento delle associazioni, e in particolare di Rete Imprese Italia, è stata introdotta la possibilità dell’autocertificazione. Ma questo non basta.

“Come affermato dal nostro Presidente in occasione della recente Assemblea Nazionale, – dichiara Anselmo Potenza Presidente CNA Prato – siamo di fronte all’assurda pretesa che le imprese svolgano funzioni di accertamento sulla regolarità fiscale e contributiva, imponendo adempimenti che rischiano di paralizzare l’intera attività economica. In un momento di crisi come quello attuale, e a Prato sappiamo cosa vuol dire, con cali di fatturato e sempre più difficoltà ad incassare i propri crediti, troviamo drammaticamente pericoloso ed incosciente introdurre una norma che rende ancora più difficoltosi gli incassi.”

“Oltre agli aspetti burocratici, gravi, – prosegue Andrea Belli Presidente dei Tessili di Confartigianato – non vorremmo trovarci di fronte a comportamenti opportunistici di alcuni soggetti, magari messi in atto al solo scopo di  ritardare o procrastinare al massimo i pagamenti.  E per questo che sia le Associazioni, sia gli ordini professionali, dovrebbero elaborare quanto prima un modello di autocertificazione comune e condiviso, proprio  per fare chiarezza e semplificare al massimo le procedure per la riscossione delle fatture”.

La confusione è totale: ma, ad esempio, i rapporti nella filiera tessile sono appalto o no?  “Secondo noi NO !!! Configurare appalto il rapporto tra un lanificio ed una tessitura, ad esempio, è pura follia, basta rileggersi le definizioni del contratto di appalto”. Nel dubbio tuttavia, visti i rischi previsti dalla norma, tendenzialmente i committenti, preferiscono chiedere l’autodichiarazione.

Per tutti questi motivi, le associazioni artigiane e Rete Imprese Italia, stanno chiedendo all’Agenzia delle Entrate di specificare meglio le tipologie contrattuali. Al tempo stesso però – e questo secondo noi sarebbe la vera soluzione al problema – stiamo chiedendo una modifica normativa che preveda sia l’eliminazione dell’IVA dall’ambito di applicazione della responsabilità solidale e, soprattutto l’introduzione di un importo minimo di commessa al di sotto del quale le misure non si applicano.