CENA e SPETTACOLO promosso da CARITAS DIOCESANA DI PRATO,  CNA TOSCANA CENTRO e CONFARTIGIANATO IMPRESE PRATO.

CARITAS DIOCESANA DI PRATO e Cna Toscana Centro, che collaborano dal 2017 sul Progetto di Inserimento Lavorativo “Non solo Carcere” dedicato ai detenuti a fine pena, insieme a Confartigianato Imprese Prato, organizzano per il 2 aprile prossimo un’iniziativa per condividere la propria esperienza con l’obiettivo di ampliare le possibilità di percorsi di reinserimento sociale, capaci di abbattere le recidive. La serata, cena intitolata “Un delitto complicato” si svolgerà il 2 aprile, nella sala eventi della Parrocchia S. Giovanni Battista di Maliseti (via Montalese 387) sarà curata dal Gruppo Parrocchiale, con la sceneggiatura di Luca Martinelli, giornalista e autore di romanzi mentre la lettura recitata è a cura di Equilibristi Irregolari.

L’iniziativa, sottolineano i Presidenti di CNA Toscana Centro e Confartigianato Imprese Prato, Elena Calabria e Luca Giusti, “ha proprio l’obiettivo di focalizzare l’esperienza su percorsi di accoglienza, reinserimento sociale e sensibilizzazione della cittadinanza e rientra nel più ampio progetto “Non Solo Carcere”, che ha una importante valenza sociale perché punta ad offrire occasioni di reinserimento ai detenuti a fine pena, cercando di facilitarne l’integrazione nella società così come previsto dall’articolo 27 della Costituzione Italiana.  È un modo per sostenere la cultura della legalità, per agire nella prevenzione generale concorrendo alla sicurezza sociale complessiva, dato che è ormai consolidato il dato statistico che rileva un considerevole abbattimento della recidiva tra quanti, già nel corso dell’espiazione di pena, hanno avuto la possibilità di sperimentarsi in attività spendibili alla conclusione del percorso giudiziario. Per meglio favorire questo delicato passaggio le azioni previste dal progetto sono molteplici ma, soprattutto, concentrate sul lavoro esterno al carcere che può essere realizzato nelle imprese attraverso tirocini formativi, supportati da specifici contributi”.

Come tiene a ribadire inoltre Rodolfo Giusti Vicedirettore Caritas “i tirocini, previsti dalla legge regionale del 2012 sono strumenti altamente efficaci per aiutare questi soggetti nel reinserimento, visto che costituiscono  esperienze formative orientative o professionalizzanti, pur non costituendo un rapporto di lavoro. Si svolgono insomma all’interno di imprese che si rendono disponibili a fare questa esperienza per costruire e sviluppare nuove professionalità.  Le figure di riferimento durante lo svolgimento dei tirocini sono: il tutor aziendale nominato dall’azienda per seguire il soggetto inserito nel suo percorso formativo e il tutor formativo, operatore del progetto “Non solo carcere” che ha il compito di organizzare, monitorare il tirocinio e erogare all’azienda il contributo”.