Non ci si improvvisa guide turistiche. Per esserlo occorre conoscere approfonditamente e correttamente il patrimonio storico-artistico-culturale di un territorio, così da offrire un servizio di qualità ai turisti. Le modalità di rilascio dell’abilitazione adottate dalla Regione Toscana tramite corsi formativi “facili”, riconosciuti dall’ente, ma gestiti da agenzie private non vanno certo in questa direzione e stupisce doppiamente visto il gran parlare istituzionale che si fa, sia a livello nazionale che locale, del turismo come leva economica su cui investire”.

È così che Enzo Emilio Cusumano, presidente di CNA Professioni Firenze e guida turistica, motiva l’adesione dell’associazione fiorentina alla manifestazione nazionale che si svolgerà questo pomeriggio contro la pratica dei corsi per l’abilitazione alla professione attiva in Toscana e che potrebbe, attraverso un’intesa Stato-Regioni, diffondersi al resto del paese.

“La nostra professione è altamente specialistica – prosegue Cusumano – è impensabile che una formazione basata su percorsi formativi provinciali possa essere adeguata per l’esercizio in tutta d’Italia: per dire, seguire un corso sul patrimonio artistico di Firenze non rende competenti su Pompei. Per non parlare poi della qualità di molti di questi percorsi formativiStriscia la Notizia docet – con corsisti che ricevono le tracce prima dello svolgimento dell’esame e magari, se stranieri, senza parlare neppure l’italiano. Le guide devono essere abilitate soltanto attraverso esami dello Stato ed avere una abilitazione regolata da leggi della Repubblica Italiana”.

Oltre al danno per le guide turistiche e per i turisti, anche la beffa per i cittadini: “molti di questi corsi, infatti, sono rimborsati integralmente dalla Regione Toscana tramite generosi voucher formativi, mediamente di € 2.300,00 per partecipante. Tutto per formare una figura che appartiene a una categoria che soffre ormai di soprannumero, quindi a rischio chiusura di ormai insostenibili partite IVA” aggiunge Cusumano.

Il caso dei corsi “facili”, però, non è l’unico problema che affligge la categoria: il fenomeno dell’abusivismo è infatti molto diffuso nel settore, così come quello delle guide turistiche provenienti dall’estero (che il Mibact può autorizzare all’esercizio nel nostro paese) che producono reddito grazie al nostro patrimonio artistico e ambientale, ma pagano le tasse nel loro paese d’origine.

 

“Quel che serve è una normativa nazionale in grado di garantire la corretta illustrazione del patrimonio italiano e di tutelare contemporaneamente visitatori e operatori qualificati” conclude Cusumano.

 

Le guide turistiche in Toscana sono 3.304: 1858 a Firenze, 287 a Siena, 274 a Pisa, 211 a Lucca, 171 a Grosseto, 170 a Prato, 120 a Livorno, 107 ad Arezzo, 70 a Pistoia e 36 a Massa Carrara (dati Regione Toscana, aggiornati al 16 gennaio 2018).