Il 20 per cento delle imprese che hanno sostenuto l’iniziativa nazionale dell’associazione sono maremmane: “Va bene monetizzare le detrazioni fiscali in tempi più brevi, ma a farne le spese non possono essere le piccole e medie imprese”.

“Se in Italia esiste un comparto economico dove si registrano numeri ancora in positivo è quello legato al settore dell’efficientamento energetico”. A dichiararlo è Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto che torna sul decreto Crescita e sui problemi che esso comporta per le imprese del settore.

Dai dati pubblicati dall’Enea, l’agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile, risulta che solo nel 2017 sono stati realizzati 422mila interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, con un investimento attivato che ha fatto ricorso all’Ecobonus per circa 3mila 700 milioni di euro. L’anno successivo il volume è stato di 334mila interventi che hanno mobilitato 3mila 300 milioni di euro. “Ci auguriamo che la volontà del governo – spiega Bramerini – non sia quella di favorire qualche multiutilies o ex monopolista del mercato, che oggi vede protagoniste le piccole imprese artigiane e del commercio”.  L’associazione, infatti, si è mobilitata da tempo a livello nazionale e locale per far abolire l’articolo 10 del decreto Crescita “… che, a nostro parere, è una norma iniqua, che nei fatti vuole subordinare il tessuto della piccola impresa alle logiche e agli interessi delle grandi aziende minando la libera concorrenza”.

Per questo Cna Nazionale ha fatto ricorso alla Commissione europea ed all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato, affinché venga accertata l’illegittimità dell’articolo 10 della Legge 58/2019. “Quello a cui abbiamo assistito in Parlamento in questi mesi è un tira e molla increscioso, che penalizza un settore importante e per questo ci siamo attivati per tutelare le ragioni della piccola impresa”.  Il 20 per cento delle imprese associate a Cna che hanno che si sono mobilitate per ricorrere al Garante sono maremmane e il loro scopo è ottenere la cancellazione dell’articolo 10 e lo stop a ogni altro tentativo di favorire la concentrazione del mercato della riqualificazione energetica nelle mani di pochi, grandi soggetti imprenditoriali.

“Attivare provvedimenti che permettano ai cittadini di monetizzare le detrazioni fiscali in tempi più brevi di quelli attuali può essere anche una iniziativa lodevole – ha proseguito il direttore di Cna Grosseto – a patto di non farlo sulla pelle delle imprese che da 10 anni hanno come maggiore problema quello della mancanza di liquidità. Esiste un solo soggetto che può trasformare un provvedimento divisivo in qualcosa di utile ed è il sistema bancario. La Cna da tempo chiede ai vari Governi che si sono succeduti alla guida del Paese di spostare sulle banche l’anticipazione del credito d’imposta. Il Governo lavori in questa direzione, facendo realmente il bene delle famiglie e delle imprese, se non lo farà si capirà meglio quali sono gli interessi forti che intende tutelare. E in questo caso faremo quanto è in nostro potere per tutelare gli interessi delle imprese”.