“La Concordia deve restare in Toscana”: l’invito arriva da Cna Nautica che rafforza la posizione del Governatore della Regione Toscana, Enrico Rossi intervenuto al termine dell’ufficializzazione dell’assegnazione dei lavori per la rimozione della Costa Concordia al team Titan-Micoperi. Per Andrea Giannecchini, toscano, viareggino, Referente Cna Nautica Nazionale, anche la sola ipotesi di trasportare il relitto della Concordia lontano dalla Toscana – Genova, Civitavecchia, Palermo le altre mete in lizza insieme a Livorno – “è una beffa. Esiste una normativa internazionale in merito. Deve essere rispettata”.

La Concorda, questa la sostanza, potrebbe essere una grande opportunità per il tessuto artigiano e delle piccole imprese non solo livornesi ma di tutta la Toscana – vedi i Cantieri Apuani ma sono molte le realtà con potenzialità e competenze che potrebbero essere coinvolte – già pesantemente vessate dalla crisi internazionale. “La rimozione del relitto con tutte le operazioni connesse può diventare una straordinaria occasione di rilancio per le nostre imprese e per l’economia locale – spiega Giannecchini – non ha davvero senso pensare, anche solo ipotizzare, che il relitto sia rimorchiato per centinaia di miglia marine su e giù per l’Italia con rischi imprevedibili per la sicurezza e per l’ambiente. Livorno è dotata di un grande bacino di carenaggio, tra i più grandi del mediterraneo attualmente non utilizzato, capace di accogliere la carcassa della nave da crociera. Potrebbe davvero essere l’occasione per Livorno di rimettere in moto un’economia da sempre importante per la città e per la Toscana: quella delle riparazioni navali internazionali”.

Secondo il Referente Nazionale di Cna occupare altri bacini, eventualmente di Palermo o Genova, avrebbe un costo maggiore: “Significherebbe infatti tenere occupato per jl tempo minimo dlele perizie necessari per queste imbarcazioni precludendo altre opportunità. Per il bacino di Livorno – spiega ancora – è un treno da non perdere”. Giannecchini lancia anche una proposta molto interessante: “parte dell’Iva generata dalle lavorazioni connesse allo smantellamento ad un fondo speciale per il ripristino delle aree marine ed ambientali danneggiate”.

Cna chiede di “non restare a guardare”, di usare tutti gli strumenti per “evitare lo scippo della Costa Concordia” e lancia l’idea di un dibattito pubblico. In ballo ci sono 200 milioni di euro di lavori per lo smaltimento che potrebbe rimettere in moto una parte dell’economia legata alla cantieristica e metalmeccanica che si stima essere intorno ai 50 – 60 milioni di euro l’anno. Un braccio di ferro che secondo Cna può essere evitato con “intelligenza e buonsenso” e con il contributo di tutti gli attori del territorio regionale: “Il mondo del lavoro toscano – conclude Giannecchini – deve essere coinvolto. E’ la Toscana, il suo arcipelago più prezioso ad avere subito i danni di questa triste tragedia. Confrontiamoci. Non possiamo sopportare anche la beffa”.