“Un piano che rischia di danneggiare fortemente le imprese del territorio”.

“I pistoiesi potranno godersi le bellezze della città passeggiando a piedi o in monopattino per le vie del centro o addirittura oltre le mura. Oppure potranno chiacchierare allegramente nelle piazze pedonalizzate per interi pomeriggi, tanto avranno tempo libero, dato che le imprese nel frattempo avranno chiuso i battenti!”

I toni sono ironici, ma il quadro che emerge dall’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi nella CNA di Pistoia, a cui hanno partecipato imprenditori dei principali mestieri ed i rappresentanti dell’area territoriale di Pistoia città e dell’associazione Commercio Pistoia, è estremamente cupo.

Forti perplessità erano già emerse nel corso della presentazione del PUMS, piano urbano della mobilità sostenibile, avvenuta una decina di giorni fa all’interno del Comune di Pistoia, tanto che la CNA ha deciso di approfondire la questione mettendo allo stesso tavolo gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori che prestano la loro opera nel centro storico e nelle altre zone della città.

Il messaggio che è arrivato è stato chiaro: gli imprenditori sono profondamente contrari ai principi che ispirano questo piano a causa degli effetti deleteri che esso potrebbe avere, a seguito della sua completa attuazione, nei confronti delle imprese.

Nello specifico, si ritiene che un piano così impattante, che prevede una così consistente pedonalizzazione della città ed un sostanziale allontanamento dei già pochi parcheggi esistenti verso zone distanti dal centro, rappresenterebbe un elemento altamente negativo per l’economia e per le attività imprenditoriali che insistono nel centro città.

“Il Piano – afferma Urbano Corradossi, vice presidente CNA dell’Area di Pistoia – non dedica molta attenzione alla zona industriale Sant’Agostino che è invece di fondamentale importanza in quanto in essa operano numerose imprese artigianali manifatturiere e di servizi. Riteniamo che la scelta di configurare la zona industriale come Zona 30 rappresenti un grave errore e un danno enorme per le imprese. La zona industriale necessita, al contrario, di interventi di ampliamento della carreggiata e di una sistemazione del problema dell’ingresso all’incrocio del cavalcavia”.

Dello stesso parere i rappresentanti di Commercio Pistoia, Paolo Guercini, Massimiliano Mariotti e Moreno Vannucci, che sottolineano come anche la realizzazione di una “Zona 30” di dimensioni così elevate non sia compatibile con una città che ha dei modelli di consumo e di mobilità ben diversi dalle città del nord Europa, ma anche da quelle prese a riferimento dal PUMS come Ferrara, Parma o addirittura Bologna e Firenze. “È stato valutato l’impatto reale che questo provvedimento causerebbe sulla nostra economia?” – si chiedono i commercianti che giudicano negativamente anche gli interventi previsti per il viale Adua. “Quando si parla delle imprese – continuano i commercianti –  si parla di lavoro ed occupazione, così come si parla della vita della città che senza gli esercizi commerciali e artigianali diventerebbe una giungla di persone per bene e di molti malintenzionati. Sono gli esercenti che tengono in vita il centro storico e la città”.

Stefano Piras, presidente degli impiantisti della CNA di Pistoia, chiede invece “precise garanzie sulla possibilità di accesso e sosta alle zone pedonali da parte degli artigiani che si occupano di riparazioni, installazioni ma anche lavori edili in genere. Se così non fosse per centinaia di imprese diventerebbe impossibile lavorare, con una perdita economica notevole”.

Un messaggio preciso arriva anche da CNA Fita, che raggruppa autotrasporto merci, persone e tassisti. “Non troviamo traccia – affermano i rappresentanti di quest’ultima – in questi documenti di riferimenti all’accesso alle corsie preferenziali da parte di taxi e noleggio con conducente, cosa peraltro resa obbligatoria dalla legge. Allo stesso modo ci chiediamo come sia stato previsto di far arrivare le merci all’interno della zona pedonale e quindi ai negozi. Occorre inoltre semplificare e rendere più efficienti le procedure relative all’inserimento nelle cosiddette white list, oltre che garantire l’accesso alle z.t.l. per le nostre attività che altrimenti non possono sopravvivere”.

“Il prototipo di mobilità delineato dal Comune di Pistoia – conclude Elena Calabria, presidente provinciale CNA – rappresenta un modello ideale che può sicuramente avere degli aspetti positivi, basti pensare agli interventi previsti per le zone vicine alle scuole o allo sviluppo delle piste ciclabili. Tuttavia sarebbe più sensato pensare ad un percorso di sviluppo progressivo, che abbia un margine temporale assai più ampio. Non si può pensare di calare un modello come questo sic et simpliciter su una realtà come la nostra. Bene lo studio effettuato sulla mobilità, ma altrettanta attenzione avrebbe dovuto essere stata dedicata a comprendere l’impatto che un piano del genere può avere sulle imprese. È nostra ferma volontà quella di chiedere al Comune di valutare attentamente i tempi di attuazione del piano e di dare assoluta precedenza al completamento di tutte quelle infrastrutture ormai improcrastinabili come il completamento della tangenziale a nord, l’ultimazione dell’asse viario di Via Salvo d’Acquisto, la sistemazione dei parcheggi alla ex Breda, prima di dare attuazione ad un piano che rischia seriamente di danneggiare le imprese in un momento di grandi difficoltà come quello attuale. Questo chiederemo con forza già a partire dalla prossima seduta dell’apposita commissione consiliare”.