Passaggio del testimone alla CNA provinciale di Pisa.
Andrea Zavanella ha spiegato i motivi delle sue dimissioni dalla carica di Presidente Provinciale CNA comunicate martedì 17 febbraio alla Direzione Provinciale CNA. A dimostrazione della serenità del clima che si respira nella più consistente associazione imprenditoriale della provincia (per le 5 sedi, i 50 dipendenti e i quasi 4000 imprenditori iscritti, cui sono da aggiungere quasi altrettanti pensionati), alla conferenza stampa ha partecipato l’intero DSCN2213 (3)gruppo dirigente a partire da Valter Tamburini Presidente regionale CNA Toscana e Rolando Pampaloni direttore provinciale CNA Pisa, tutti i membri della presidenza provinciale CNA: Andrea Di Benedetto ( vice-presidente nazionale CNA), Matteo Giusti, Michele Spagnoli ed Elena Fariello.
Le dimissioni
Andrea Zavanella ha spiegato le sue dimissioni con l’impossibilità di condure entrambi gli incarichi, dopo un percorso da dirigente all’interno di CNA che ormai dura da 10 anni 4 da vice e 6 da presidente” ha ricordato e la mia nomina al CTT in un momento che mai è stato più delicato per la vita della storica concessionaria del trasporto pubblico nei nostri territori, conferma anzi la stima e la serietà con cui CNA forma seleziona e valorizza i propri imprenditori –dirigenti. CNA per me e per altri (come testimoniano gli importanti incarichi di Andrea di Benedetto, di Valter Tamburini, della nostra presenza negli organi della Camera di Commercio, ed altri incarichi ancora attribuiti a esponenti del nostro mondo), confermano che è una formidabile palestra e scuola di vita . Mi auguro che la preziosa esperienza fatta in questi 10 anni possa essere proficua ed utile anche nei nuovi scenari in cui mi dovrò misurare e confermo che rimarrò e mi sentirò sempre della CNA”.
Poi è partita la fase, da parte di tutti i presenti, delle dichiarazioni di stima e di ringraziamento per Zavanella e la sottolineatura della incontestabile compattezza del gruppo dirigente, per cui testimoniano anche i numerosi incarichi ricoperti da esponenti della vasto mondo CNA .
Il percorso congressuale
Nel corso della direzione del 17 febbraio è stato stabilito il percorso congressuale per l’elezione del nuovo presidente che si concluderà con l’assemblea elettiva del 20 marzo. Il giorno successivo il sabato 21 marzo al mattino, è prevista la presentazione ufficiale del nuovo presidente nel salone della Camera di Commercio con la partecipazione del segretario nazionale CNA Sergio Silvestrini.

La candidatura di Matteo Giusti
DSCN2215 (3)A Matteo Giusti, il cui nome per la successione circolava già da tempo negli ambienti imprenditoriali, oltre a confermare la sua candidatura già peraltro sottoscritta da molti delegati dell’assemblea provinciale CNA che eleggerà il 20 marzo il nuovo presidente, è toccato il compito di tracciare l’orizzonte del ‘cosa fare’ e su quali temi ha intenzione di impegnare la CNA nei prossimi anni .

Le premesse
“I dati dicono che le imprese legate al mercato interno sono in forte difficoltà ma il nostro sistema economico per riprendersi non può dimenticarsi delle 11 mila imprese artigiane della provincia e delle molte pmi che sono cresciute ed hanno fatto crescere il nostro territorio”. Si sostanzia con questa premessa la candidatura di Matteo Giusti, e con “la lotta alla burocrazia inutile, che fa perdere tempo alle imprese”
I Dati
• L’Italia risulta solo al 56esimo posto nella graduatoria dei paesi dove è più facile fare impresa, purtroppo dietro sia alle principali economie europee (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito) sia a Stati Uniti e Giappone.
• La burocrazia costa a 4,5 milioni di piccole imprese un euro ogni 10 minuti, 6 euro all’ora, 48 euro ogni giorno lavorativo, 11mila euro all’anno: porta alla sbalorditiva cifra di 5 miliardi di euro l’anno.
• Nell’era della Communication and Information Technology (lo certifica un recentissimo sondaggio della Cna condotto su 2.400 imprese) è paradossale che per le piccole imprese italiane una normale interazione on-line con la Pubblica Amministrazione resti ancora un obiettivo lontano. Il livello di informatizzazione della PA è infatti giudicato del tutto inadeguato rispetto alle necessità delle imprese da circa il 53% di esse. L’inadeguatezza del livello di informatizzazione della PA si evince soprattutto dalla (scarsa) capacità di interagire on-line con l’operatore pubblico: in media, solo una impresa su tre (meno del 30%) riesce a sbrigare più della metà delle pratiche per via telematica.
• Il freno allo sviluppo esercitato dalla burocrazia si fa sentire quando si considerano i tempi per l’ottenimento delle licenze edilizie (l’Italia è addirittura al 116esimo posto) sia, soprattutto, quando si considera l’efficienza della Giurisprudenza: la lentezza dei procedimenti relega infatti il nostro Paese appena al 146° posto quando si considerano i tempi necessari per fare rispettare l’esecuzione dei contratti.
• Il pagamento delle tasse sottrae 269 ore l’anno all’attività delle imprese. si tratta di un dato che, con la sola eccezione del Giappone (330 ore annue per pagare le tasse) ci pone in grave ritardo rispetto alle Altre grandi economie mondiali dove il numero di ore necessarie per il pagamento delle tasse varia tra le 218 della Germania e le 110 del Regno Unito).
(tutti i dati sono elaborati o forniti dal Centro studi CNA www.cna.it)

Le proposte

Legalità e controlli a partire dai disonesti e da quelli veramente irregolari che fanno concorrenza sleale agli altri e non da coloro (come avviene oggi) che sono la maggior parte, che in buona fede, per imprevedibilità delle interpretazioni e dei criteri applicativi, hanno commesso piccoli errori formali ma sanzionati e perseguiti senza pietà. Il criterio è chiaro: fare cassa per lo stato.
Ma lo stato incassa se gli onesti sono in condizione di sopravvivere e di pagare il giusto livello di tasse, altrimenti si va verso un baratro.
Altro tema il lavoro: mantenere buona e sana occupazione, le professionalità.
La parte delle commesse pubbliche, dei lavori pubblici e dei servizi è decisiva. Occorre più apertura e condizioni di accesso al mercato degli appalti per opere pubbliche e manutenzioni, servizi realmente aperto alle pmi. Poca trasparenza, norme poco amiche e miopia politica penalizzano un mondo che è invece prezioso per far girare bene l’economia di un territorio come il nostro. Le amministrazioni locali possono e devono utilizzare in maniera trasparente le procedure e i meccanismi previsti nel Codice degli Appalti con particolare riferimento alle metodologie di selezione delle aziende privilegiando le gare ad invito, utilizzando tutte le semplificazioni previste per le gare sotto soglia, evitando quanto più possibile l’aggiudicazione al massimo ribasso a favore del meccanismo dell’offerta economicamente più vantaggiosa, favorendo, in caso di global services, le forme aggregative fra pmi locali. D’altra parte la riforma in corso del Codice degli Appalti ci pare offra importanti spunti e novità nel senso da noi indicato. Sul fronte delle opere pubbliche abbiamo la volontà di mettere in campo risorse professionali e tecniche per supportare la pianificazione e la definizione di operazioni complesse come Project Financing, Global Service, gestione di investimenti complessi per la costruzione di opere di pubblica utilità come cimiteri, scuole, comprese della successiva fase di gestione con le varie modalità previste dalle normative vigenti (con i nuovi contratti di disponibilità o in concessione, affitto etc).
Far crescere le imprese con azioni di informazione e formazione continua e c servizi a valore aggiunto, oltre a quelli già erogati dalle nostre società, grazie alla riorganizzazione già avviata della CNA, con consulenze qualificate per le molte materie specifiche che impattano sulla vita delle imprese, con efficienza è quella che sta facendo CNA Pisa e occorre insistere su questa strada con intenzione di miglioramento continuo e di continua evoluzione.
Una occasione importante sono le agenzie per le imprese che possono creare un rapporto nuovo e più snello fra istituzioni e mondo economico. Anche perché occorre un nuovo equilibrio fra rappresentanza delle categorie economiche e rappresentanza politica, cioè fra i cosiddetti corpi intermedi come CNA che devono essere più capaci di cogliere aspettative, speranze esigenze e bisogni delle imprese e raggiungere un più soddisfacente livello di interlocuzione con le istituzioni le quali devono comprendere molto meglio di quanto fanno oggi quelle stesse aspettative, speranze, esigenze e bisogni.
La nostra associazione già 10 anni fa per prima costituì una rappresentanza associativa di Area Vasta costiera, prima fra le associazioni di categoria e anticipando le riforme in corso oggi. Rimane aperta anche la riflessione sulla dimensione di Aree Vaste, ovvero quale sia il livello territoriale ottimale sul quale disegnare la nuova associazione a misura delle nuove istituzioni che stanno delineandosi, come le centrali uniche per gli acquisti delle Unioni dei Comuni; cosa abbandonare e cosa mantenere a livello locale. Forti della nostra esperienza, delle idee che ci suggeriscono i nostri tanti iscritti, della nostra dimostrata capacità di intercettare il futuro, questa della innovazione e della crescita è una sfida che non ci intimidisce e che affronteremo con il consueto coraggio e con solido ottimismo”.

Chi è Matteo Giusti
44 anni appena compiuti, ha frequentato la facoltà di Scienza Politiche a Pisa, dopo aver conseguito il diploma di maturità al Liceo Scientifico di Pontedera. Imprenditore vive a Peccioli e porta avanti l’impresa di famiglia, la Cobesco (che oggi ha 30 dipendenti) che è aperta dagli anni ‘70 che si occupa di costruzioni stradali, urbanizzazioni . Dal 2002 al 2008 ha diretto il Consorzio Sviluppo Valdera e attualmente è vicepresidente della CNA provinciale di Pisa .