“Con il gasolio a 1,700 euro al litro non possiamo farcela più – Giuseppe Brasini presidente CNA FITA Arezzo commenta così l’attuale condizione degli autotrasportatori italiani. “Pensate che solo nei primi sei mesi di quest’anno, un’azienda media come la mia ha già subito un maggior costo di oltre 50.000 euro – prosegue Brasini – come potremo quindi sostenere anche quest’ultimo aumento delle accise considerato che non siamo assolutamente in grado di ribaltarlo sulle tariffe che applichiamo ai nostri committenti”. CNA FITA Arezzo sollecita interventi urgenti altrimenti numerose aziende saranno costrette a cessare l’attività con evidenti costi sociali. “Nella situazione in cui ci troviamo non abbiamo più tempo a disposizione – continua Brasini- forse un mese non di più”.
Ed è questo il tempo che CNA FITA Arezzo si è data; un mese per individuare misure a sostegno del settore o la “pace sociale” che ha caratterizzato gli ultimi anni è oggettivamente a rischio. Per questo CNA FITA Arezzo ritiene che le associazioni dell’autotrasporto debbano impegnarsi in un’azione mirata: “Basta piattaforme rivendicative incentrate su molti provvedimenti da richiedere su cui poi si impantana ogni trattativa – precisa ancora Brasini – oggi il problema delle imprese è quello del caro gasolio ed è sulla soluzione di questo deve esserci l’impegno di tutti.”
In merito CNA FITA Arezzo avanza due proposte concrete:“la prima – commenta Brasini – potrebbe essere quella di consentire il recupero delle accise mensilmente e non più annualmente come è adesso e la seconda più importante è quella di ottenere un provvedimento legislativo che riportando il prezzo del gasolio a circa un anno fa (attorno ad un euro a litro tanto per intenderci) permettesse di ribaltare automaticamente sulle tariffe praticate ogni aumento.”
CNA FITA Arezzo, su queste proposte, chiama tutte le associazioni ad un impegno serio:“un mese di tempo – dice ancora Brasini – è il tempo che potremmo darci e che realisticamente, se ci sono le volontà, potrebbe essere necessario per predisporre ed approvare i necessari provvedimenti normativi.”
E se al termine di questo tempo non fosse successo nulla? “Allora – conclude Brasini – non resterebbe che il fermo nazionale la responsabilità del quale ricadrebbe per intero sul Governo perchè quanto richiesto sarebbe a costo zero per lo stato e sulla committenza che si dimostrerebbe ancora una volta insensibile alle richieste di una categoria che, nella difficile situazione economica in cui ci troviamo, dovrebbe essere considerata partner fondamentale e non un limone da strizzare.”