CNA Pisa apre uno sportello di sostegno psicologico e operativo per imprenditori in difficoltà.

La crisi che stiamo vivendo è drammatica. Gli imprenditori si trovano sempre più spesso a dover fronteggiare situazioni  difficili, con conseguenze ed effetti non rimediabili se non si interviene in tempo. Per questo CNA di Pisa ha creato un nuovo servizio, uno sportello per imprenditori in crisi, per intervenire anche con un sostengo psicologico oltre che operativo (consulenza amministrativa, tributaria, o per il credito), come è già tradizione della CNA, prima che sia troppo tardi e per non lasciare sole le persone.

Chi ha un’impresa sa quanto sia difficile andare avanti. L’ottusità della burocrazia, la tassazione record e la stretta del credito mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende. Questo interviene nella vita delle persone determinando incertezza, angoscia, depressione che provocano conseguenze drammatiche.

Pensa che non sei solo, SOSimprenditori è la risposta che CNA ti mette a disposizione. Contattaci, condivideremo i tuoi problemi e troveremo un’altra possibilità. Vedrai, andare avanti si può.

L’andamento attuale dell’economia e il repentino e instabile cambiamento delle contingenze politiche conducono le persone a ridefinirsi e a dover affrontare scelte impegnative anche nelle fasi di vita più mature. E mentre il posto fisso diventa sempre più un’utopia, il passaggio da una condizione lavorativa ad un’altra, la disoccupazione o persino la chiusura della propria azienda, portano di fronte agli occhi di tutti il fantasma dell’ignoto e la conseguente necessità di riprogettazione del sé. E la crisi economica non sembra diminuire, anzi cresce di intensità in una spirale di cui non si vede la fine. Tutto ciò che le persone avevano raggiunto viene messo in discussione e la perdita di stabilità economica viene ad essere spesso devastante.

Se siamo diventati più consapevoli dello sviluppo evolutivo delle persone e dunque siamo più abituati a considerarne i cambiamenti cognitivi, emotivi, comportamentali e sociali, non siamo abbastanza pronti a gestire le transizioni lavorative, l’interruzione di carriera, le condizioni di mobilità e la perdita del proprio progetto di vita. L'opinione pubblica tende a concentrarsi quasi esclusivamente sul fenomeno dei dipendenti disoccupati, non considerando invece tutti quegli imprenditori che lottano ogni giorno per non far chiudere la propria azienda. Gli impresari sono investiti di pesanti responsabilità e il proprio fallimento personale è indissolubilmente legato alla perdita di lavoro dei propri dipendenti e di eventuali fornitori. L'impatto derivante dalla cessazione dell'attività aziendale ha quindi ripercussioni a più livelli: personale, familiare, collettivo e sociale che deve provvedere a costi sempre più ingenti. Il fallimento di un imprenditore non è solo economico, spesso viene vissuto da queste persone come un fallimento personale caratterizzato da sensi di colpa dovuti ad una incapacità a gestire la situazione, perdita di status, senso di impotenza ed oppressione che, in casi estremi, possono sfociare in disturbi del comportamento, aggressività e suicidio. Queste circostanze possono essere accentuate dalla mancanza di sostegno, flessibilità e tutela da parte di amministrazioni e istituti di credito che aumentano il senso di solitudine, oppressione, impotenza e disperazione degli imprenditori. La frammentazione dell’identità personale, la riduzione del senso di autoefficacia e l’abbassamento del livello di motivazione al lavoro, sono tutti fattori determinanti il benessere della persona oltre che della comunità.

I numeri sono drammatici: in Italia continua ad aumentare la disoccupazione che ormai ha raggiunto livelli record raggiungendo 2 milioni e 243 mila persone (1,243 milioni di maschi e un milione di donne), 23 mila occupati in meno rispetto all’anno precedente. Secondo l’Istat (dati di febbraio 2012) il tasso di occupazione si attesta al 56,9% e il numero dei disoccupati è aumentato dell'1,9% (45 mila unità) rispetto a gennaio. In questo modo, alla fine dell’anno il numero dei disoccupati aumenterà del 16,6% (335 mila unità), dati estremamente allarmanti e che riguardano sia gli uomini che le donne. La Cgia di Mestre parla di “un record che ci segnala quanto siano in difficoltà le imprese italiane, soprattutto quelle di piccole dimensioni. La stretta creditizia, i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna sono le principali cause che hanno costretto molti imprenditori a portare i libri in Tribunale”. Nel 2011 ben 11.615 aziende hanno chiuso i battenti per fallimento, con una media di 35 al giorno. La Toscana, terra di artigiani e piccoli imprenditori, è in piena recessione. A indicarlo non è tanto il segno negativo del turn over fra imprese nate e morte (-1.187 imprese artigiane in Toscana nel 2011, dati Movimprese): 843 sono le imprese fallite in Toscana nell’anno 2011, 23 ogni diecimila imprese attive in regione, il 22.9%. Si tratta di un dato mai toccato in questi ultimi quattro anni di grave crisi economica. Questi dati allarmanti hanno purtroppo delle pesanti conseguenze. Una ricerca ISTAT conta numeri superiori al milione e mezzo di cittadini italiani descrivendoli come persone che, oramai, neppure provano a cercare lavoro perché disillusi e scoraggiati. Persone che si autoposizionano fuori dal mercato del lavoro perché convinte che trovare un’occupazione sia una missione impossibile.

E intanto dilagano la rabbia, il senso di sfiducia, lo stato di dolore e disperazione sociale.

Sono di questi giorni le notizie relative ai tentativi e ai suicidi che hanno interessato la nostra popolazione, persone che perdono il lavoro e la speranza di poter andare avanti e che decidono di ricorrere ad atti estremi di sofferenza per mettere fine al loro incubo.

Secondo l’ultimo Rapporto Eures (aprile 2012), la situazione è allarmante: nel 2010 si sono contate 192 vittime tra i lavoratori in proprio (artigiani e commercianti) e 144 tra gli imprenditori e i liberi  professionisti (sono state 151 nel 2009), costituite in oltre il 90% dei casi da uomini. Tra imprenditori e autonomi i suicidi sono 336, ventitre solo dall'inizio del 2012. I rischi di suicidio nei momenti di crisi economica sono quindi più alti tra disoccupati e imprenditori, meno invece tra i lavoratori dipendenti. Infatti, considerando l'indice di rischio specifico (suicidi per 100 mila abitanti della medesima condizione) sono i disoccupati a presentare l'indice più alto (17,2), seguiti dagli imprenditori e liberi professionisti (10 suicidi ogni 100 mila imprenditori e liberi professionisti); seguono i lavoratori in proprio (5,5) ed infine i  lavoratori dipendenti (4,5). Secondo il Presidente Cna Toscana Valter Tamburini “sono sempre più numerosi gli imprenditori che si rivolgono alla nostra associazione confessando il loro forte disagio psicologico, la loro fatica sempre maggiore a resistere, perché, anche se noi imprenditori siamo portati per natura e per abitudine ad affrontare le sfide e a confrontarci quotidianamente con problemi e difficoltà, è la perdita di una speranza nel futuro che fa vedere tutto grigio e scoraggia anche i più forti. Sta diventando una vera emergenza.”

Il delicato periodo che stiamo attraversando ci spinge quindi con maggior determinazione e urgenza verso una linea d’azione comune. Alla luce di tutto questo, occorre intervenire e combattere l’emergenza occupazionale e il disorientamento individuale sempre più dilaganti attraverso la diffusione di una cultura di accompagnamento e sostegno alla persona. Se da un lato le opportunità lavorative diminuiscono, dall’altro diventa necessario operare secondo un’ottica preventiva e globale agendo su quei fattori individuali che, se trascurati, possono portare a conseguenze drammatiche.

SOS IMPRENDITORI

Destinatari: Diretti: imprenditori – Indiretti: le imprese, le famiglie e la comunità

Obiettivi generali: Attuare interventi di sostegno attraverso l’apertura di uno sportello di ascolto psicologico atto a aiutare, motivare e ridefinire i bisogni e le competenze dell’imprenditore in difficoltà, a integrazione della rete di supporto e informazione già presente nella CNA. Prevenire e contenere il disagio psico-sociale derivante dallo stato di crisi imprenditoriale. Promuovere il benessere individuale e collettivo dei lavoratori. Migliorare le condizioni psicofisiche degli imprenditori in difficoltà e, in maniera indiretta, delle loro famiglie. Sostenere le imprese in difficoltà nel delicato momento di cambiamento che stanno attraversando.

Obiettivi specifici: Garantire all’imprenditore in difficoltà un facile accesso all’informazione realizzando un servizio di sostegno gratuito, specifico e professionale. Valorizzare l’individuo qualificandolo o riqualificandolo e aumentandone l’autostima e il senso di autoefficacia. Aumentare e ridefinire la motivazione al lavoro dell’imprenditore. Analizzare e chiarire la situazione attuale che l’imprenditore si trova a vivere permettendogli poi di pianificare ed attuare strategie operative più adeguate alle circostanze. Fornire sostegno e contenimento emotivo all’imprenditore al fine di elaborare il vissuto di perdita e di cambiamento e mobilitare le risorse personali e/o di contesto del soggetto.

Metodologia: Il servizio prevede un primo momento di diagnosi, valutazione e sostegno psicologico per poter indirizzare in maniera efficiente e mirata l'imprenditore a seconda delle sue problematiche specifiche ai servizi presenti sul territorio. Per realizzare il progetto si vede necessario quindi lavorare secondo un’ottica di rete pertanto occorre costituire un gruppo di lavoro sinergico tra chi in una prima fase fa azione di accoglienza, ed individuazione delle problematiche, e chi, una volta indirizzate le problematiche in esigenze di servizio, darà il necessario apporto di consulenza, indirizzo e operatività per uscire dalla situazione di “empasse”. Secondo il principio di fornire una chance, una via di uscita, una occasione per provare a ripartire senza lasciarsi abbandonare o essere sopraffatti dalla difficoltà senza reagire o reagire in modo sbagliato e potenzialmente pericoloso per se stessi.

Risultati attesi: Diminuzione dei sintomi legati alla situazione lavorativa, Sviluppo dei fattori protettivi individuali, Aumento della consapevolezza dei fattori di rischio e delle problematiche sia situazionali che individuali, Miglior gestione e accesso ai servizi presenti sul territorio, Maggior benessere psicofisico degli imprenditori e dei loro familiari.

IL PROGETTO SI AVVALE PER LA PARTE DI CONSULENZA E SOSTEGNO PSICOLOGICO DI: Dott.ssa Alice Salvetti Psicologa del Lavoro Mediatrice familiare; Dott.ssa Elisa Bini Psicologa del Lavoro.