L’analisi di Cna Massa Carrara dei dati Movimprese e Trend.

Nel 2013 ha chiuso un’impresa artigiana ogni 48 ore. Calo demografico pesante per il tessuto artigianale apuano che ha visto abbassare la saracinesca su 165 imprese, tra individuali, società di capitale, persone e altre forme, nell’anno appena concluso con un saldo negativo del 2,7%. A pagare il prezzo più alto sono state il popolo delle partite Iva, le imprese individuali (-3,5%), che in parte hanno riassorbito una porzione dei lavoratori rimasti senza occupazione e il settore delle costruzioni dove tra il 2010 ed il 2013 hanno chiuso 244 imprese (-10%) in seguito al crollo del mercato del mattone e di altri fattori come, per esempio, la stretta creditizia e i ritardi dei pagamenti che continuano a minare la tenuta del principale settore della provincia di Massa Carrara che da solo vale la metà del fatturato generato alle imprese artigiane. A dirlo è la Cna apuana (info su www.cna-ms.it) sulla base dell’analisi dei dati Movimprese di Unioncamere che ha dipinto una cronica difficoltà delle imprese artigiane a risalire la china nonostante i primi spiragli registrati nel primo semestre del 2013 con il + 2,4% di fatturato su base tendenziale; un dato confortante, il primo dopo una lunga serie di semestri poco entusiasmanti (indagine Trend). Se andiamo ancora più indietro e prendiamo il 2008 come anno di riferimento, quindi il periodo immediatamente successivo allo scoppio della crisi, sono evidenti altre due reazioni insieme alle chiusure: l’aumento delle società di capitali passate da 193 a 261 che hanno compensato – in parte – il saldo finale e l’erosione progressiva delle società di persone scese da 1.115 del 2008 a 1.035 del 2013 (-7%). I numeri – spiega Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – certificano il tributo che le imprese artigiane hanno pagato, e continuano a pagare, alla crisi. Un disastro. Dal 2008 al 2013, gli anni della crisi, è stato un bollettino di guerra, una decimazione che ha coinvolto tutti i settori, dall’edilizia ai trasporti, dalla manifattura ai servizi. È tempo di invertire la rotta: abbandonare una politica fatta solo di tagli e di tasse, per una più coraggiosa ed intraprendente. Il rigore è necessario, ma il rigore senza investimenti e senza il rilancio dei consumi porta alla distruzione del sistema produttivo e all’indebolimento progressivo”.

Entrando nello specifico del primo semestre 2013 fotografato dallo studio Trend commissionato da Cna, l’analisi più puntuale e recente a disposizione dell’associazione degli artigiani, si iniziano ad intravedere timidi segnali di crescita con i consumi che tornano in territorio positivo (+1%), così come il settore delle costruzioni che aveva chiuso il 2012 con -34% di fatturato, e che ora sembra in ripresa con un incoraggiante + 9,6% per un totale di 56,2 milioni. Male l’indice delle retribuzioni, purtroppo una delle note più importanti: – 18,2%. Un dato che serve ad analizzare con posizione critica la situazione di una provincia dove i livelli di retribuzione sono in caduta libera ed in controtendenza rispetto a quelli regionali (7,7%). Tra i comparti in netta ascesa il conciario ed il tessile, che malgrado l’esiguità dei fatturati prodotti si comportano molto bene rispettivamente con il 66% e con il 30,2% in più, il legno (+4,7%), il settore delle riparazioni (+6,5%) ed i trasporti (-5,1%). I trasporti sono, all’interno del terziario, il settore trainante con quasi 30milioni di euro di fatturato che rappresentano l’82% del fatturato dei servizi. In sofferenza la metalmeccanica (-1,8%) dove però reggono le retribuzioni  i servizi alle imprese (-14,1%). Arretra anche l’alimentare (-9,3%). In estrema sintesi: fatturato (+2,4%), retribuzioni (-18,2%), consumi (+1%), manifatturiero (-0,9%) e servizi (-5,2%).

“La crescita dei livelli dei fatturati – spiega Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna Massa Carrara – è da accogliere sicuramente come un fatto positivo, e va ricondotta quasi totalmente alla ripresa dell’edilizia che, in apertura di anno, ha mostrato segnali convincenti. Meno confortanti sono i segnali che arrivano dagli altri settori: se da un lato il manifatturiero riesce a contenere le perdite, dall’altro i servizi pagano la difficile congiuntura attraversata dai trasporti che nella nostra provincia hanno un peso specifico molto elevato. Purtroppo – prosegue – il comportamento del fatturato non ha trovato un riscontro anche nei livelli di spesa sostenuta per i fattori di costo, e questo può essere imputato alla prudenza con cui le imprese si muovono sul mercato, retribuzioni e consumi”. Secondo Cna Massa Carrara ci troviamo di fronte ad un bivio: “senza un impulso da parte delle istituzioni – spiega Bedini – per la ripresa dei consumi interni e la disponibilità di liquidità per le imprese, difficilmente le imprese avranno il coraggio di intraprendere azioni di rottura al ciclo negativo. Allo stesso tempo la capacità delle imprese apuane dipenderà anche dalle scelte in termini di fiducia, coraggio e di innovazione dei livelli imprenditoriali e anche dalla capacità del tessuto artigianale di muoversi in un’ottica di sistema”.

Infine un messaggio al Governo regionale: “deve svolgere – conclude Bedini – la sua piccola parte procedendo il più velocemente possibile nella cantierizzazione delle opere pubbliche e nell’utilizzo dei Fondi residui per gli incentivi pubblici rivolti alle reti, all’internazionalizzazione e all’innovazione; inoltre sostegno ad Artigiancredito Toscano, il consorzio di garanzia unitario dell’artigianato toscano, strumento insostituibile che facilita l’accesso al credito delle piccole imprese e che, in particolare in questi anni, ha svolto il ruolo fondamentale di ammortizzatore sociale per le piccole imprese in difficoltà. In assenza della garanzia, l’accesso al credito sarebbe precluso alla quasi totalità delle micro e piccole imprese, con conseguenze facilmente intuibili in termini di crisi aziendali e di chiusure”.