Lo studio di Cna Massa Carrara: tasse record per le imprese apuane. Lavorano 30 giorni in più rispetto al 2011, in Italia la media è 21. Nel 2013 potrebbero aumentare ancora: 72,77%.

Crolla ancora il fatturato: sblocco Sin importante. Cna Massa Carrara conferma il tavolo dell’emergenza con i deputati apuani. Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara:

“Senza imprese il territorio non ha futuro”.

8 mesi di lavoro per pagare le tasse. Le imprese apuane, per saldare tutti i conti con Enti Locali e Governo centrale hanno dovuto lavorare nel 2012 complessivamente 255 giorni, 30 giorni in più rispetto all’anno precedente contro una media nazionale di 21 giorni. La causa che ha allungato l’agonia fiscale delle imprese è l’aumento record dell’8,22% della pressione fiscale contro una media nazionale del 5,76%. Le imprese apuane, come del resto quelle toscane, secondo l’indagine realizzata da Cna Massa Carrara “Città che vai fisco che trovi”, hanno dovuto non solo lavorare di più ma anche pagare di più: la pressione fiscale complessiva è infatti passata dal 61,67% del 2011 al 69,89% del 2012. Hanno contribuito all’impennata di tasse e tributi l’introduzione dell’Imu, che è sicuramente la più incisiva nel saldo finale, e l’imposizione locale come Irap, Tarsu, Tia o Tares che hanno un peso addirittura del 7,75% mentre le tasse nazionali hanno una incidenza appena del 0,65%. Il “caso” apuano si aggrava ulteriormente se contiamo i fatti che hanno costellato negativamente l’ultimo anno e mezzo: in quei 255 giorni di lavoro dell’indagine sono esclusi tutti quei giorni in cui le imprese sono rimaste improduttive per gli effetti dell’alluvione, anche due mesi in alcuni casi trascinando così la somma finale ad oltre 300 giorni.

“La riduzione delle tasse è una priorità – analizza Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – già nel 2011 le imprese avevano già fatto sacrifici enormi arrivando a sostenere una pressione fiscale superiore al 61%, nel 2012 le imprese sono riuscite a reggere l’urto del 70%. Se il Governo centrale pensa che siano le imprese artigiane a pagare per tutti, si sbaglia; nel 2014 non resterà più nessuna impresa a pagare le tasse, perché saranno chiuse o scappate”. Ma nel 2013 secondo Cna Massa Carrara la pressione locale potrebbe aumentare ancora sfondando il muro del 72% (il dato è frutto dell’applicazione di tutte le aliquote massime che la Regione ed i Comuni possono applicare): “Regione e Comuni non pensino di spremere le imprese per fare cassa e per compensare i mancati trasferimenti da parte del governo centrale; – il monito di Bedini – sarebbe un grave errore chiedere sforzi supplementari ad un comparto che ha registrato ancora una volta un gravissimo deficit di fatturato”.

Per Cna Massa Carrara l’incredibile incidenza fiscale che ha eletto l’Italia il paese dell’area Europa con la pressione fiscale più alta dietro solo alla Francia (44% del Pil per la Francia e 46,9% del Pil per l’Italia) contribuirà a “far scappare tutte quelle imprese che hanno progetti ed investimenti da attuare. Per le imprese – spiega ancora – le strade sono obbligate. Le grandi imprese saranno spinte a delocalizzare, e questo è un processo che già sta avvenendo da molto tempo, mentre per quelle piccole che invece non hanno la forza per cambiare aria il percorso è abbastanza evidente. Non possiamo lavorare 255 giorni l’anno per pagare le tasse”. Qualcosa nel “Decreto del Fare” di buono è stato fatto come il congelamento dell’aumento Iva, le risorse per l’assunzione dei giovani: “Veniamo da 6 anni di recessione – spiega ancora il neo Presidente – il tempo sta per scadere; più parliamo e più le nostre imprese soffrono. Non è più solo una questione di salvare una Fiat o l’Ilva, qui si tratta di salvare il futuro del Paese, perché noi, gli artigiani, i piccoli imprenditori rappresentiamo il 90% delle imprese; siamo quelli che non delocalizzano, che restano sul territorio e danno lavoro alla gente che vive quel territorio”. Anche dalla situazione di “sblocco” del Sito di Interesse Nazionale (entro la fine di luglio la gestione delle bonifiche passerà alla Regione Toscana) Cna Massa Carrara auspica una piccola ripresa negli investimenti: “fino ad oggi la nostra zona industriale è rimasta ingessata per colpa dei vincoli ambientali – analizza Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna – ci sono aziende che hanno la forza di investire ma che non possono, e non hanno potuto farlo, per colpa dei vincoli. Investimenti vuol dire lavoro e produzione. Confidiamo in un iter rapido del Sin”. Ecco perché secondo Cna Massa Carrara è prioritario fare pressione sui deputati che il territorio ha espresso e che possono giocare un ruolo chiave in molte partite: “Il tavolo dell’emergenza deve essere in cima alla lista – fa sapere Bedini – sono a Roma per difendere e tutelare anche il territorio che li ha scelti. Altrimenti tornino a casa: non ci servono a Roma”. Con il nuovo gruppo dirigente di Cna Massa Carrara si apre anche una nuova fase “politico-sindacale”: “Non daremo per scontato nulla e non faremo sconti a nessuno – conclude Bedini – tanto meno a chi ci rappresenta e ha la possibilità di incidere veramente sulle scelte del nostro Paese. Senza imprese questa Italia non ha futuro”.