Pubblichiamo a seguito la riflessione del Presidente CNA Arezzo Andrea Sereni sul suicidio di un giovane imprenditore a Caprese

 

E’ estremamente difficile commentare un suicidio, in modo particolare di un giovane di 28 anni. In primo luogo, CNA esprime quindi il suo cordoglio ai parenti e agli amici di colui che ha deciso di porre termine alla sua vita in modo così drammatico.

Ma se le ragioni che lo hanno indotto al suicidio sono quelle indicate sui media, allora s’impone una riflessione. Non è il primo suicidio di un imprenditore e non sarà l’ultimo. La crisi economica genera ansia e angoscia in moltissimi imprenditori. La paura del futuro è per se stessi, per la propria famiglia e per i dipendenti.

Chi decide, per scelta o per mancanza di alternative, di lavorare in proprio si trova a farlo senza ammortizzatori o paracadute di alcun tipo. Quando le commesse calano, quando le banche dicono no, quando dipendenti e fornitori reclamano giustamente quanto loro dovuto, non sono soltanto i freddi bilanci ad entrare in crisi. Entra in crisi anche la persona che vede messo a rischio quanto costruito fino a quel momento e non vede vie d’uscita.

La crisi è anche questo: non solo bilanci di carta ma anche sangue e carne di uomini e donne che lavorano.

Invito quindi tutti a riflettere su episodi come quello di Caprese Michelangelo affinché le reti di sostegno alle persone, artigiani e piccoli imprenditori, non vengano meno. Affinché nessuno si senta talmente solo ed abbandonato al suo destino da decidere per il suicidio.