L’analisi e le preoccupazioni di Cna Massa Carrara:

“Il peso della bonifica non può ricadere sulle aziende apuane. Chi ha inquinato deve pagare i costi della messa in sicurezza ambientale della nostra zona artigianale”: è durissima la presa di posizione di Cna all’indomani della pubblicazione dei primi risultati delle analisi dei pozzi della Zona Industriale Apuana che hanno rilevato uno “stato di grave inquinamento” della falda.

“I contaminanti rilevati non sono certo attribuibili alle attività delle aziende che si sono insediate nell’ultimo ventennio – va all’attacco Paolo Bedini, Presidente Cna Massa Carrara – ma sono eredità del vecchio polo chimico industriale. I contaminanti trovati da Arpat dovevano essere già bonificati anni fa prima di reindustrializzare le aree. La bonifica della falda, se mai sarà eseguita, sarà la più grande e lunga opera di manutenzione ambientale mai realizzata a livello nazionale”.

L’analisi di Cna è lapidaria: “le aziende che hanno investito nella zona industriale apuana hanno investito sul futuro e su una prospettiva di crescita e sviluppo dando risposte occupazionali importanti, sono insediate in modo legittimo e non vorremmo che oggi vengano messe in discussione; inoltre è bene ricordare che molte di queste realtà hanno investito risorse per bonifiche e certificazioni ambientali. Evitiamo il paradosso. L’inquinamento non è lì da ieri, ma da quaranta – cinquant’anni”.

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