Appena concluso il 2017, Luca Santi, Presidente dell’Area della Piana pistoiese di CNA Toscana Centro (Area che rappresenta oltre 1.100 imprese, 1.800 pensionati e quasi 1.400 cittadini nei comuni di Quarrata, Agliana, Montale e Montemurlo), avanza un’analisi economica del territorio a partire da un settore storico, il tessile.

“Chiudiamo un anno tutto sommato discreto, specie se confrontato con il recente passato – esordisce Santi – Possiamo dire che una ripresa c’è stata e che le produzioni classiche pratesi hanno tenuto il passo. Si tratta però di un rilancio poco soddisfacente perché dovuto più che altro al ridotto numero di telai rimasti (2.950 macchine attive contro le 11.500 del 2001), piuttosto che ad una crescita del mercato. In effetti nella tessitura conto terzi, che rappresenta oltre il 90% del distretto, siamo molto vicini al pieno sfruttamento del parco macchine esistente”.

Secondo Santi, nonostante gli sforzi delle Associazioni di categoria, permangono però alcune questioni annose come la lunghezza dei tempi di pagamento, mediamente dai 2 ai 3 mesi, che obbligano il terzista a “fare da banca” al committente, mentre non sembra migliorare di molto la questione tariffe. “La situazione è molto flessibile e non sono pochi i casi in cui si scende anche al di sotto di cifre accettabili. Ed in più i servizi non vengono pagati, se non talvolta l’annodatura. Solo quando il committente ha problemi nel reperire telai disponibili o quando ha necessità di velocizzare le consegne, allora si può arrivare a tariffe più elevate”.

Ma quali sono le prospettive per il 2018?

“E’ difficile ipotizzare forti incrementi di fatturato – risponde Santi – Da un lato il mercato finale a cui sono destinate le nostre produzioni si è pesantemente ristretto, dall’altro sembra essersi stabilizzata anche la moria di macchinari che ha in qualche maniera “drogato” le dinamiche delle aziende restate in vita. Di contro, il perdurare del fenomeno per noi molto triste della chiusura di imprese a gestione familiare, potrebbe spostare un numero consistente di telai verso imprese più strutturate che, a loro volta, potrebbero necessitare di manodopera aggiuntiva”.
E sul versante degli investimenti?

“Non è possibile tracciare un trend generale in quanto dipende molto dalla specificità della singola impresa e dagli articoli prodotti. E’ chiaro che chi è più strutturato tenderà ad innovare di più il parco macchine per riuscire a differenziare la produzione, anche per poter lavorare articoli più complessi. In questa situazione, come CNA riteniamo che serva una politica generale di sviluppo del territorio basata sul miglioramento delle infrastrutture, a partire dalla viabilità. Questo aiuterebbe le imprese, non solo del tessile ma di tutti i settori, a restare competitive ed a continuare a generare ricchezza per il territorio. Quindi stiamo facendo forte pressione sulle istituzioni a tutti i livelli, affinché si muovano in maniera coordinata e rapida. Stiamo attivando anche una campagna volta ad alleggerire la pressione fiscale sulle imprese, a partire da IMU e TASI, in modo da rendere il territorio attrattivo per possibili investimenti. Ma anche le imprese dovranno metterci del loro, cercando di dotarsi di maggiore imprenditorialità ed intercettando le opportunità che si presentano, a partire da quelle di “Impresa 4.0. Per questo invitiamo gli imprenditori a rivolgersi a CNA per utilizzare in pieno le azioni di sostegno e di rappresentanza che siamo in grado di garantire sul territorio”.