Martedì 18 febbraio da tutta la provincia imprenditori e pensionati mobilitati verso Roma

Credito, burocrazia, Tares e fisco le principali cause dell’agitazione senese

Da Siena a Roma perché “nessuno può più far finta di niente”. Artigiani e piccoli imprenditori, tabaccai, ceramisti, albergatori, pensionati del lavoro autonomo e tante altre tipologie di attività, diverse tra loro ma accomunate da due fattori: essere piccoli imprenditori e non poterne più di fare da valvola di sfogo della crisi. Martedì 18 febbraio a centinaia muoveranno da tutti gli angoli del territorio senese fino a Roma per partecipare a “Senza Impresa non c’è Italia”, la prima mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia, il raggruppamento di sigle (Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) del Commercio, Turismo, artigianato e terziario avanzato. Circa trecento lo faranno con i pullman messi a disposizione dalle organizzazioni, molti altri si sposteranno in auto o treno, unendosi a persone di tutta Italia per manifestare tutto il proprio disagio. “Andiamo a Roma perché stremati” hanno sottolineato venerdì 14 febbraio i referenti provinciali della quattro associazioni rappresentate, durante una conferenza stampa in Camera di commercio a Siena.

I MOTIVI ‘SENESI’ DELLA PROTESTA. “Abbiamo motivazioni comuni al resto d’Italia, ed alcune aggravanti locali. Le aziende sono in sofferenza, ma anche i nostri pensionati attraversano un momento difficilissimo e ci seguiranno alla manifestazione di Roma” ha spiegato Fabio Petri, Presidente di Cna Siena: “Alla grandi difficoltà del credito che hanno tutte le imprese italiane, si aggiunta la criticità della prima banca di questa territorio. E oggi avere finanziamenti dalle banche è come cercar acqua nel deserto”. Non meno grave il peso della burocrazia, uno degli aspetti storicamente più ‘odiosi’ ed oggi anche il principale deterrente all’avvio di nuove imprese: “emblematico il caso-tassa di soggiorno – secondo Carlo Conforti, Presidente di Confesercenti – che l’anno scorso ha imposto ai nostri operatori di trasformarsi in esattori con modalità disparate e a volte contraddittorie tra  una parte e l’altra della nostra provincia. Ora abbiamo in vista l’obbligo della moneta elettronica per tutti gli esercizi, con i negozianti che saranno tenuti a sobbarcarsi tutti i costi, mentre le banche guadagneranno sulle transazioni. Un bel regalo per il sistema bancario. E concetti come l’’impresa in un giorno’ o la semplificazione amministrativa sono lontani anni luce dalla realtà attuale”. E poi l’insostenibile capitolo-Fisco: “la Tares è stata una tempesta perfetta per le sorti della nostra economia, che è fatta in grande maggioranza di micro e piccole imprese.  Abbiamo ditte già ridotte allo stremo che da un anno all’altro si sono viste aumentare la bolletta del 300 per cento. Vi sembra umano?” ha chiesto Mario Cerri, Presidente di Confartigianato. E Fabio Giustarini, membro della Giunta provinciale di Confcommercio: “pressione fiscale che di anno in anno abbatte nuovi record, caos di imposte e tasse che scompaiono e riappaiono in altre forme, imprese che si sentono sempre più la valvola di sfogo del sistema pubblico, perché questo non riesce a razionalizzare i costi come invece hanno fatto loro. Tutto questo è letale”.

CHI CESSA E CHI PROTESTA. Questi ed altri fattori hanno fatto sì che negli ultimi cinque anni il numero di imprese attive in provincia di Siena nel settore del commercio e dell’artigianato sia calato rispettivamente del 3 e dell’11 per cento. Un trend che si è drammaticamente accentuato negli ultimi due anni, e che non lascia immune nessun comparto. Per questo Rete Imprese Italia coinvolgerà a Roma il 18 febbraio anche imprese non affiliate: gli interessati a partecipare attraverso i pullman gratuiti possono contattare qualsiasi sede delle quattro associazioni in provincia di Siena entro le ore 13 di lunedì 17 febbraio.