Grosseto al quinto posto tra le province toscane con tasso di occupazione del 64 per cento.

Italia fanalino di coda, con gravi squilibri territoriali: lo rivela la ricerca del Centro studi Cna. “Vanno snelliti gli adempimenti a carico delle imprese e ridotti i costi per gli imprenditori che vogliono assumere”, commenta Anna Rita Bramerini.

L’Italia detiene un primato negativo, rispetto agli altri paesi europei, per il tasso di occupazione. E’ quanto emerge dallo studio realizzato dal Centro studi Cna, che mette a confronto i numeri sull’occupazione nei ventotto paesi dell’Unione ed analizza nel dettaglio la situazione italiana fotografando un contesto dove lo squilibri tra regioni è fortissimo.

“I dati che il nostro Centro studi nazionale ha elaborato – commenta Anna Rita Bramerini, direttore di Cna Grosseto – a livello complessivo non sono certo positivi, ma evidenziano una cauta ripresa a livello locale”.

Se l’Italia, infatti, si trova al penultimo posto per il tasso di occupazione, con il 58 per cento, avanti solo alla Grecia (con il 53,5 per cento) e a distanza di venti punti percentuali dalla Svezia (dove il 76 per cento della popolazione è impiegata), la Toscana e la provincia di Grosseto registrano risultati meno scoraggianti.

In regione, infatti, è occupato il 66 per cento della popolazione, dato di poco sotto la media europea, che è del 67,6 per cento, e Grosseto, nello specifico, si colloca al quinto posto tra le province toscane, con un tasso di occupazione del 64 per cento.

“Un dato che non deve farci comunque esultare – aggiunge Bramerini –  ed è necessario che il nuovo Governo affronti il tema del cuneo fiscale, perché il costo del lavoro è uno dei più alti d’Europa: per le piccole e medie imprese e per gli artigiani servono incentivi che facilitino le assunzioni e un sistema di tassazione che lasci più soldi in tasca all’imprenditore e al lavoratore Inoltre, il dislivello che esiste tra le diverse regioni italiane dimostra che è necessario agire in fretta.”.

Il fatto che l’Italia, dopo dieci anni dalla crisi, abbia recuperato quasi completamente i livelli di occupazione del 2008 – quando si attestavano introno al 58,6 per cento – non deve quindi far calare l’attenzione su questo tema: “E’ necessario – conclude Bramerini – avviare politiche di coesione territoriale, che possano favorire l’imprenditorialità e attirare investimenti”.