Una circolare del Ministero del Lavoro da l’avvio ai controlli ispettivi nei cantieri edili: nel mirino i lavoratori subordinati “mascherati” da autonomi.Le indicazioni destinate a produrre effetti nei cantieri. Edilizia ammortizzatore sociale per addetti licenziati ed espulsi processi produttivi a causa della crisi economica. Cna chiede uno “sbarramento” alla professione. Manuela Paladini, Responsabile Provinciale Edili Cna Massa Carrara:“Cantieri settore rifugio per disoccupati. Ma così si affonda edilizia”.

Giro di vite per le partite Iva che lavorano nei cantieri. Stop ai “sedicenti” lavoratori autonomi inseriti nel ciclo produttivo delle imprese che eseguono i lavori. Ad annunciarlo è il Ministero del Lavoro che attraverso una circolare ha informato Cna (info su www.cna-ms.it) dell’avvio di controlli ispettivi nei cantieri; niente di nuovo nel panorama delle verifiche, sono state semplicemente puntualizzate istruzioni di carattere tecnico sulla metodologia accertativa per orientare e uniformare comportamenti e valutazioni. Il Ministero intende mettere un freno agli operai “mascherati” con partita Iva, e a tutte quelle figure che lavorano nei cantieri edili come autonomi ma che svolgono, a tutti gli effetti, lavoro dipendente-subordinato. “Le indicazioni da parte del Ministero – spiega Manuela Paladini, Responsabile Provinciale Edili di Cna Massa Carrara – non sono punitive, ma bensì ispettive. E sono molto chiare. Per fare un esempio: un lavoratore autonomo può lavorare in un cantiere insieme ad altre ditte, e con altri addetti, ma deve farlo con i propri strumenti, siano macchine o attrezzature. Deve lavorare in maniera del tutto autonoma. Non può utilizzare un martello o qualsiasi altro strumento che appartiene ad un’altra ditta che lavora all’interno del cantiere (ponteggi, macchine edili, motocarri, escavatori, apparecchi di sollevamento etc). E non può lavorare avvalersi per l’esecuzione del lavoro affidato dell’aiuto di altro personale presente sul cantiere. In quel caso si tratterebbe, secondo le indicazioni, di lavoratore dipendente e non quindi di lavoratore autonomo”. Nello stesso cantiere possono convivere – a scanso di equivoci – 2 o più imprese, anche in forma di subappalto “l’importante – sottolinea la Paladini – è la gestione delle interferenze tra i soggetti che operano nel cantiere. Ciascuno deve avere i propri strumenti e deve avere una mansione ben definita”.

Le indicazioni da parte del Ministero servono a mettere un freno all’esplosione di autonomi che si è verificata negli ultimi anni anche in seguito alla crisi economica. Nella sola Provincia di Massa Carrara sono 600 – secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio – le nuove partite Iva aperte dal 1 gennaio 2012. Nell’edilizia, e più in generale nel settore costruzione, guardano e si affacciano tantissimi addetti licenziati ed espulsi da altri settori: “basta una cazzuola per fare il muratore – spiega la Responsabile Provinciale degli edili Cna Massa Carrara – ma così si spacca il mercato e si danneggiano le imprese e chi, nell’edilizia, opera con certi criteri. L’edilizia è diventata un ammortizzatore sociale: chi è licenziato e chi non ha più un lavoro si butta nei cantieri, quei pochi ancora operanti. Se da un lato è comprensibile, dall’altro danneggiano le imprese e chi, in quel settore, già lavora con fatica. Non dimentichiamoci che le piccole imprese stanno tenendo a galla questo paese e questa provincia. Se mollano anche loro è la fine”.

Il Ministero nella circolare fa anche un elenco delle attività che, all’interno del cantiere, sono “presunzione” di lavoro subordinato, e non quindi autonomo. Se un autonomo è “beccato” ad eseguire lavori di manovalanza, muratura, carpenteria, rimozione amianto, posizionamento di ferri e ponti, a manovrare macchine dell’impresa committente o appaltatore, significa che è un operaio mascherato da partita Iva. “Tutte queste attività saranno ricondotte dal personale ispettivo – spiega ancora la Paladini – nell’ambito della nozione di subordinazione”. Il giro di vite ha già scatenato il valzer di richiesta di informazioni e telefonate alle sedi di Cna Massa Carrara che però vuole evitare il panico tra le imprese: “Non è una caccia all’autonomo ma uno strumento per contenere un fenomeno che sta assumendo proporzioni molto pesanti danneggiando tutte quelle imprese che nonostante la concorrenza sleale, lavoro nero, irregolari, cercano di lavorare nel rispetto dei parametri di qualità, sicurezza e legalità. Il rapporto tra lavoratori autonomi e lavoratori subordinati in edilizia, oggi, è di 1 lavoratore dipendente e 1 lavoratore autonomo con la tendenza all’incremento della seconda condizione lavorativa”. Anelli deboli di una catena di appalti e subappalti che diluiscono le responsabilità nell’esasperata ricerca del contenimento dei costi. A questa realtà sociale si deve prestare una particolare attenzione sia dal punto di vista socio-economico sia per le ripercussioni sulla salute dei lavoratori. Cna torna a chiedere lo sbarramento per chi opera nell’edilizia così come accade, per esempio, per il settore impiantisti. “Servono dei paletti per filtrare tutti quei lavoratori – conclude la Paladini – che intendono operare nell’edilizia. C’è troppa gente a giro purtroppo, per colpa anche della crisi, che si rifugia nei cantieri”.