Inaccettabile avviare un’azienda edile con una semplice iscrizione in Camera di Commercio

L’associazione chiede l’applicazione rigorosa dei contratti, il contrasto al massimo ribasso e al subappalto “a cascata” e una formazione effettiva per chi lavora in cantiere

Comanzo e Gennaro: necessario aumentare gli ispettori, ma prioritario è effettuare controlli efficaci e sul campo. Dubbi su patente a punti e Soa.

“Abbiamo espresso il nostro cordoglio alle famiglie colpite dal terribile incidente di via Mariti a Firenze subito dopo l’evento. Successivamente abbiamo chiamato i segretari toscani dei principali sindacati mostrandogli tutta la nostra solidarietà”. Rispondono così Il Presidente di CNA Toscana Luca Tonini e di CNA Firenze Giacomo Cioni al Sindaco di Firenze Dario Nardella che, in una trasmissione nazionale, aveva accusato le associazioni datoriali di essere state in silenzio di fronte a quanto avvenuto. Tonini e Cioni aggiungono che da sempre CNA è attenta a queste tematiche e, anche ieri, ha sollecitato il Governo ad iniziare a lavorare su una legge che disciplini l’accesso alla professione nell’edilizia.
Proprio su questo argomento sono intervenuti nello specifico Pino Comanzo, Presidente CNA Costruzioni Toscana e Giuseppe Gennaro, presidente di CNA Costruzioni Firenze, “Una legge che disciplini l’accesso alla professione nell’edilizia è di vitale importanza. Non è accettabile poter aprire un’azienda edile con una semplice iscrizione in Camera di Commercio. Quel che serve è una norma per la qualificazione delle imprese”.
Comanzo e Gennaro ribadiscono anche quanto la sicurezza sia una priorità “specialmente per una organizzazione come CNA che rappresenta imprenditori che vivono nei cantieri a fianco dei lavoratori”.
Parimenti necessari per CNA Toscana e CNA Firenze il rispetto e l’applicazione rigorosa dei contratti di lavoro, il contrasto alla pratica del massimo ribasso, la formazione effettiva ed efficace per tutti i soggetti che operano nel cantiere.
“Abbiamo sempre sostenuto che chi si aggiudica un appalto debba possedere al proprio interno le adeguate competenze per realizzare i lavori e siamo sempre stati contrari all’introduzione del subappalto a “cascata” specificano.
Per quanto riguarda i controlli, CNA sostiene che è evidente la necessità di aumentare il numero di ispettori, ma ritiene prioritario garantire che i controlli in essere siano mirati, efficaci e concentrati sugli aspetti sostanziali e non formali. “Prima di pensare a nuove leggi ed organismi sarebbe opportuno valutare e misurare gli elementi positivi e quelli che invece non hanno funzionato della riforma che, nel 2015, ha portato alla nascita dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Solo così possiamo rafforzare la sicurezza nei posti di lavoro. Anche su questi temi il potenziamento del ruolo della bilateralità può rappresentare un valido supporto di collaborazione con gli organi di controllo. Continuiamo a credere che i controlli dal vivo e le ispezioni sul campo offrano garanzie superiori alle verifiche di carta, di nome e di fatto” precisano Comanzo e Gennaro.
Relativamente ad alcune proposte avanzate a seguito della tragedia di via Mariti come la parificazione tra appalti pubblici e privati, CNA ritiene che le regole del cantiere sulla sicurezza sono già attualmente universali, senza distinzione alcuna tra committente pubblico e privato. Dubbi invece sull’efficacia della patente a punti come strumento effettivamente in grado di favorire le imprese più virtuose, visto che invece potrebbe penalizzarle per eventi di cui non sono responsabili. “Anche la SOA non è soluzione perché è una certificazione cartacea da parte di terzi dei lavori già realizzati da un’azienda. Per la qualificazione delle imprese il primo e fondamentale passo è una legge sull’accesso alla professione” concludono Comanzo e Gennaro.