La burocrazia fiacca le imprese. Documentazione, adempimenti e carte bollate sono tra i costi più pesanti insieme a tasse e fisco che artigiani e piccoli imprenditori sono costrette a subire ogni santo giorno dell’anno. Basti pensare che per aprire un cantiere edile occorrono, dalla prima procedura amministrativa all’effettivo inizio dei lavori, 97 adempimenti con ricadute negative sia in termini di denaro, sia di tempo. Secondo Cna le imprese ormai sono “specializzate nel produrre carta – ha spiegato provocatoriamente Antonella Gabbriellini, Presidente Provinciale Costruzioni Cna durante l’incontro che si è tenuto lunedì sera ad Altopascio a cui hanno partecipato una trentina di imprese del settore – e sempre meno nel fare impresa. Volete aiutare le imprese? Semplificate. Tagliate le voci della burocrazia e rendete più snelle, efficaci ed economiche l’iter”. L’invito, l’appello, era diretto ai primi cittadini di Altopascio, Maurizio Marchetti e Porcari, Alberto Baccini e all’Assessore all’Urbanistica del Comune di Montecarlo, Livio Carrara, che hanno raccolto l’Sos della principale associazione degli artigiani fortemente preoccupata per la spirale sempre più negativa in cui è caduto, per effetto anche della crisi, il settore delle costruzioni. Le imprese non pretendono “la luna ma efficaci misure – ha spiegato Antonio Chiappini, Coordinatore Regionale Cna Costruzioni e Installazioni – già snellendo e digitalizzando per esempio parte delle procedure si possono dare risposte alle imprese sia in termini di sostenibilità economica, sia di impiego di risorse e tempo. L’altra priorità, e di immediata efficacia, è quella di migliorare la pianificazione degli strumenti urbanistici (Piano Strutturale, nuove edificazioni e recupero del patrimonio esistente) facendo in modo che il lavoro resti sul territorio”. Un trend, quello delle costruzioni, che ha perso anche nel primo semestre il 9% e che, secondo stime autorevoli di Cna, è destinato ad un nuovo crollo. “Tra il 2008 ed il 2012 si apriranno il 23% in meno di cantieri – ha spiegato ancora Chiappini – ed i livelli di investimenti torneranno pari a quelli del ‘94. In attesa di misure nazionali servono misure territoriali”. Da qui l’esigenza di un nuovo incontro entro poche settimane: “Le nostre richieste sono stato messe sul tavolo della discussione – conclude la Gabbriellini – abbiamo chiesto il lecito. Se c’è la volontà di aiutare concretamente le imprese gli strumenti esistono e sono a disposizione della macchina amministrativa”.

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