La Regione Toscana riconosce la categoria dei buying offices che vengono iscritti nel “repertorio regionale della figura professionale del buyer”. L’annuncio è stato dato mercoledì 26 aprile in conferenza stampa dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, dal vicepresidente Marco Stella e dal presidente di Anibo (Associazione Nazionale Italiana Buying Offices), Carlo Mazzoli. Sono intervenuti alla presentazione anche numerosi rappresentanti delle Associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato, fra i quali il vicepresidente CNA Toscana, Andrea Calistri.

“Si tratta di un riconoscimento importante – ha detto il presidente Giani – per una categoria che da ora in poi potrà essere partner ufficiale istituzionale nelle politiche di internazionalizzazione della Regione Toscana ed in generale alle iniziative volte a promuovere l’export del made in Tuscany. Ci rende orgogliosi il fatto che la sede nazionale di Anibo sia a Firenze, città da sempre vocata alle relazioni culturali e commerciali internazionali”. L’Anibo è infatti nata a Firenze nel 1956 con lo scopo, tra l’altro, di collaborare con le autorità locali per la promozione dell’export ed essere un punto di riferimento per i buyer stranieri.

“Le imprese – ha aggiunto il vicepresidente Stella – ci chiedono sempre di più di essere seguite nella promozione dei prodotti toscani all’estero, e le istituzioni devono essere pronte ad accompagnare le aziende nel trovare nuove strade e nuovi mercati. Oggi, con il riconoscimento dei buyers, si aggiunge un nuovo tassello importante”.

«Nonostante la crisi, c’è un grande appeal per il made in Italy e il made in Tuscany – ha spiegato il presidente di Anibo, Carlo Mazzoli – Noi buyers costituiamo gli occhi e le orecchie dei clienti stranieri in Italia, e tramite i 200 dipendenti Anibo lo scorso anno abbiamo movimentato 821 milioni di euro di merce esportata, 275 milioni dei quali dalla Toscana».

Mazzoli ha anche presentato tre proposte operative: l’organizzazione di corsi di formazione professionale per i buyer, di un focus con le categorie produttive sull’export, di un incoming di buyer stranieri.