La proposta “fuori dalle righe” di Cna Massa Carrara. Ma il baratto è in forte crescita in tutto il mondo. Servizi, materiali, prestazioni si scambiano all’interno della rete di imprese. Una risposta alla crisi di liquidità e agli Istituti Bancari. Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara:“Pronti a lavorare per avviare una fase di sperimentazione sul territorio”.

E se gli artigiani e piccoli imprenditori tornassero al “baratto”? A scambiarsi strumenti e prestazioni, beni e servizi, al posto denaro sonante? Un baratto moderno, al passo con i tempi, naturalmente, in cui le aziende si scambiano beni e servizi in compensazione. Si acquista ciò che serve, e si paga con ciò che si produce. In altre parole, si acquista vendendo i propri prodotti o fornendo i propri servizi.  Il tutto tramite un semplice meccanismo di crediti e debiti, una “moneta complementare”, svincolata dalle attuali leggi monetarie e bancarie che stanno affossando l’intera economia.

Ci sta pensando seriamente Cna Massa Carrara che sta sondando con energia la fattibilità di “attivare” all’interno di un circuito di imprese di più settori, dai servizi all’artigianato tradizionale, la possibilità di “riaccendere” una parte della speranza economica del territorio attraverso una forma di transazione da sempre appartenuta anticamente alla nostra cultura ma che sta tornando prepotentemente in auge se non altro per compensare la crisi di liquidità delle imprese ed evitare di mettere in mano le chiavi del proprio destino a banche ed istituti di credito. L’ultimo caso, a cui Cna Massa Carrara si è liberamente ispirata, si trova nel riminese con il progetto della rete di scambio della la Camera di Commercio all’interno della quale le imprese che hanno aderito alla fase “pilota” operano tra di loro attraverso transazioni basate sullo scambio di beni e servizi. In pratica addio euro, o almeno in parte, ed addio transazioni finanziarie che rappresentano oggi un enorme ostacolo per le imprese. La rete ha un importante vantaggio: favorire lo “scambio” e favorire nuove relazioni tra le aziende del territorio. “E’ un progetto a cui ci stiamo dedicando e su cui intendiamo, se ci saranno le condizioni – racconta Paolo Bedini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara – avviare una fase di sperimentazione con la finalità di valutarne l’impatto, la portata e l’efficacia sul nostro territorio per poi poter interagire con altri circuiti nazionali ed internazionali che già operano su altri territori”.

Con la sharing economy che in italiano è appunto “l’economia dello scambio”, anche in Italia si sta già assistendo ad un vero e proprio boom con oltre 100 mila prodotti e servizi  “scambiati in compensazione” ogni mese. Ma nel mondo non va diversamente giusto per capire che non è una follia. Esistono già più di 5.000 monete complementari che alimentano un giro d’affari di oltre 10 miliardi di dollari, come riportato dall’IRTA, International Reciprocal Trade Association, l’associazione internazionale del commercio in compensazione. Questo tipo di commercio si è diffuso dopo la crisi del 1929 tra un gruppo di aziende che hanno iniziato a scambiarsi beni e servizi per far fronte alla crisi di liquidità . Oggi questo fenomeno non è più ad uso esclusivo di aziende di medie e grandi dimensioni ma,  la globalizzazione e la diffusione di internet, ha reso possibile gli scambi anche tra le piccole aziende, gli artigiani e i singoli professionisti. In Belgio esiste il “Sistema di scambio locale”, a cui aderiscono otre 7 mila persone: movimento cittadino il cui principio di base è che ogni persona possiede delle competenze, dei mezzi o del tempo che può scambiare con gli altri senza utilizzare l’euro. Anche in Italia la direzione è la stessa: a Serpentara, nel IV municipio di Roma, altro curioso esempio, gli abitanti hanno creato una piccola comunità virtuale su Facebook disposti a scambiarsi beni e servizi. Nel frattempo sono nati su internet numerosi siti specializzati e gruppi sui social: tutto all’insegna dello scambio. Un fenomeno quindi in forte aumento sospinto dalla crisi e allo stesso tempo dalla necessità di dare nuovo impulso all’economia che Cna Massa Carrara intende alimentare una nuova moneta riducendo al minimo indispensabile le transazioni economiche. “Prendiamo – spiega Bedini – il caso della mia azienda che specializzata in manutenzione ed installazione di impianti idraulici e termoidraulici. Mettiamo che, per realizzare un determinato lavoro in un cantiere, abbia bisogno di acquistare dei sanitari e rubinetteria. L’azienda che mi ha venduto questi beni riceverà da me la contromisura nella nuova moneta complementare, dei crediti quindi, che potrà spendere all’interno del circuito per esempio acquistando un software o servizi da terzi. La rete si alimenta non con il denaro, ma con uno scambio che è regolarmente disciplinato e controllato”.

Consapevole che non sarà il solo rimedio alla crisi, il progetto che Cna Massa Carrara intende mettere in campo ha però la freschezza ed il vigore di una reazione al declino che la nostra provincia sta vivendo: “la crisi impone risposte, anche coraggiose, e fuori dalle righe; – sostiene ancora Bedini – questa moderna forma di  baratto è sicuramente una strada da provare. I vantaggi sarebbero molteplici, aumentare le vendite, ridurre i costi di acquisto (si acquista con la propria marginalità), ridurre gli insoluti e soprattutto ridurre la necessità di ricorso al credito bancario con miglioramento del fatidico rating. Tutti conosciamo la ricetta per ripartire: mettere in moto i consumi, alimentare gli scambi tra imprese, generare prospettive. Oggi la nostra provincia è completamente in assenza di prospettive. La nostra è una proposta, anche provocatoria, assolutamente inusuale per un’associazione di categoria, che vogliamo però provare a portare avanti. Una cosa è certa, più aziende parteciperanno a questa iniziativa e più beni e servizi saranno disponibili e scambiabili. Coraggio, non perdiamo tempo”.