Artigianato apuano in caduta libera. L’ennesima tragica conferma di un’emorragia congiunturale che sembra incapace di arrestarsi, arriva dall’attendibile analisi del progetto Trend, che fotografa l’economia artigiana locale secondo i dati di contabilità: fatturato, costi (retribuzioni, consumi) e investimenti. I dati rilanciano le motivazioni della grande mobilitazione di tutte le imprese apuo-lunigianesi in programma sabato 28 gennaio (ritrovo dalle ore 10) alla Camera di Commercio di Massa Carrara: 300 imprese sono pronte a consegnare simbolicamente le chiavi delle aziende al Prefetto. Nel mirino delle sigle sindacali, per la prima volte unite insieme in Piazza, banche, politica, fisco, tasse, lavoro nero e burocrazia.

Secondo l’indagine di Cna (info su www.cna-ms.it) effettuata su un campione di aziende l’artigianato apuano ha bruciato, solo nel primo semestre del 2011, 115,5 milioni di euro. Le aziende, questa la sintesi, hanno prodotto 60 milioni di euro di fatturato in meno pari al 34,2%. Un dato mostre, il peggiore in tutto lo scacchiere regionale, paragonato alle performance delle altre province dove il dato medio si è attestato intorno al 4,6%. Solo il settore costruzioni che rappresenta quasi il 41,6% del fatturato provinciale (48,1 milioni di euro) ha perso il 55,1%. “Cna – spiega Dino Sodini, Presidente Provinciale Cna Massa Carrara  – scende in piazza anche per questo. E’ il peggiore dato degli ultimi vent’anni. Non siamo mai andati così male. La crisi ha fatto la sua parte, ma il territorio ha risposto alle difficoltà con l’immobilismo. Non c’è stata nessuna reazione. L’attesa non ha prodotto effetti se non il crollo dei fatturati verticale e la perdita di fiducia delle imprese”.  L’indagine legge i dati reali dell’economia delle imprese, quei dati che non possono essere distorti; dati veri, reali. “L’analisi parla chiaro – analizza Sodini – le imprese hanno perso 115 milioni di euro. Questo basta, crediamo, per contestualizzare il clima che ci porta verso la grande manifestazione”. A livello macrosettoriale sono però diverse le dinamiche prodotte (vedi tabella): male le costruzioni (-55% contro il 3,2% regionale), e quindi edilizia ed impiantistica, due dei principali comparti artigiani, che subiscono un dimezzamento dei propri ricavi; in diminuzione anche il manifatturiero (-7,4%) mentre si registra un leggero incremento dei servizi (+2,8%) in controtendenza rispetto alla situazione regionale (-9,5%). “La buona performance – motiva Paolo Ciotti, Direttore Provinciale Cna Massa Carrara – è causata soprattutto grazie ai trasporti che aumentano del 6,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Diminuiscono, invece, le riparazioni (-10,5%) ed i servizi alle Imprese (-15,4%)”. Non sono servite a nulla le scosse prodotto da Cna in questi ultimi 12 mesi: “le amministrazioni – ammette Ciotti – qui hanno le loro colpe. Gare al ribasso, appalti sfuggiti di mano ed aggiudicati da imprese che provengono da fuori, nessuna strategia per tenere lavoro e capitali sul territorio. Una politica fallimentare”. In difficoltà anche metalmeccanica (5,9%), alimentari (-14,3%), legno (-2,1%), pelle (-41,4%) e tessuti (49,5%). Queste due ultime voci “costituiscono una quota minima del manifatturiero a livello provinciale – spiega ancora Ciotti – ciò nonostante contribuiscono ad indebolire una performance già sofferente”.

Al contrario, e veniamo ai dati confortanti, se così possiamo dire, le retribuzioni sono incrementate del 6,5%, passando dai 12 milioni di euro del 1° semestre del 2010, ai 12,8 milioni di euro del 1° semestre del 2011. L’andamento è in controtendenza rispetto alla situazione regionale dove vi è stata una flessione del 3,5%. Tuttavia, va osservato che rispetto al 2° semestre del 2010, le retribuzioni diminuiscono in modo marcato, perdendo quasi 8 milioni di euro. In aumento anche i consumi, che passano da 5,5 a 5,7 milioni di euro (+4,5%). Anche in questo caso l’andamento è inverso rispetto a quello regionale (-1,8%). Anche per i consumi, come per le retribuzioni, però, c’è stato un calo rispetto alla seconda parte del 2010. In flessione anche la spesa per investimenti (-12,3%) che però pare tenere meglio delle altre province toscane, visto che a livello regionale la diminuzione è stata del 60,2%. Quello che fa ben sperare è il marcato incremento che c’è stato tra il 2° semestre del 2010 ed il 1° semestre del 2011: “è evidente – sottolinea – una diminuzione di fiducia della classe imprenditoriale”, In generale, in estrema sintesi, il crollo delle costruzioni è stato compensato dalla perdita contenuta del manifatturiero e dalla tenuta dei servizi. “Nel complesso il quadro rimane negativo, ma sarà necessario osservare la seconda parte del 2011 per capire se il crollo del fatturato artigiano semestrale sia veramente rappresentativo dell’annata e del periodo, oppure sia anche penalizzato dalla stagionalità o da fattori contingenti che si vengono a sovrapporre alla crisi”.

A lasciare una speranza accesa in un primo semestre davvero nero gli indici di consumi e retribuzioni: “fanno presagire una sostanziale tenuta della produzione”. Se da un lato il dato complessivo sarà da verificare tra sei mesi, al prossimo appuntamento con il progetto Trend, dall’altro è impossibile nascondere uno score pessimo: “Le imprese – conclude Sodini – stanno resistendo alla crisi con le proprie forze. Fino a quando?”.