Quali sono le reali intenzioni della Regione Toscana verso il sistema produttivo regionale?
QUALI LE MISURE A FAVORE DELLE IMPRESE?
lo hanno chiesto i presidenti CNA Toscana e Confartigianato dopo la ridefinizione delle strategie regionali di sostegno all’accesso al credito

Quali sono le reali intenzioni della Regione Toscana verso il sistema produttivo regionale? questa la domanda che si pongono i Presidenti regionali delle Associazioni dell’artigianato, Valter Tamburini (CNA Toscana) e Giovan Battista Donati (Confartigianato Imprese Toscana), che hanno denunciato venerdì 16 ottobre in  conferenza stampa i tagli pesanti al credito per le imprese toscane effettuati dalla Regione Toscana.

“Abbiamo appreso dalla delibera della Giunta Regionale n° 954 del 6 ottobre scorso – spiegano i due presidenti – che sono state ridefinite le strategie regionali di accesso al credito, ossia la famosa “ingegneria finanziaria” della Regione, trasformando gli strumenti fino ad oggi a disposizione per le imprese sia per fare investimenti che per avere un accesso al credito conveniente”.

In particolare con la delibera sopraindicata:

  • le disponibilità attuali dei fondi rotativi di competenza della Direzione Attività produttive, allocate presso i rispettivi gestori (cioè FidiToscana, Artigiancredito Toscano, Artigiancassa), al netto degli impegni già assunti per le graduatorie approvate e finanziate e eventuali rettifiche, dovranno essere riversati al bilancio regionale (non si sa per quale finalità), con la precisazione che solo per la parte comunitaria ci saranno nuovi interventi a favore delle imprese (CIRCA IL 25%)
  • viene definita per la graduatoria dei fondi rotativi la nuova data del 23 ottobre (ossia domattina!) con le seguenti risorse: € 3.000.000 + 7.918.466 (ci risulta che tali risorse serviranno per coprire le domande della sezione industria al 30/06/2015);
  • i fondi di garanzia proseguiranno fino ad esaurimento delle rispettive dotazioni soprattutto per quanto riguarda gli “investimenti” e la “garanzia a sostegno all’imprenditoria giovanile, femminile e dei lavoratori già destinatari di ammortizzatori sociali”, fondi che iniziavano a scarseggiare visto anche il nuovo lancio della garanzia legata al pacchetto “Creazioni di impresa”;
  • i fondi di garanzia legati alla liquidità rimarranno solo a sostegno delle imprese colpite dalle calamità naturali;
  • il fondo microcredito per imprese colpite da calamità naturali rimarrà fino al 31/03/2016.

Commentano Tamburini e Donati: ”Su provvedimenti di vitale importanza per le piccole imprese toscane non siamo neppure stati consultati. Noi da anni consigliamo alle nostre aziende di pianificare per tempo e di fare gli investimenti in modo attento, mentre non fa altrettanto chi guida la nostra Regione, che adesso ci impone tempistiche diverse e, soprattutto, senza sapere se c’è o ci sarà una nuova programmazione europea a favore delle imprese”.

Siamo veramente preoccupati – continuano i due presidenti – poiché temiamo che questo significhi la chiusura dello strumento dei fondi rotativi, creato nel 1997 dalla Regione Toscana, prima in Italia, che da allora ha sempre funzionato ottimamente tanto che, nonostante da oltre cinque anni, specie per la sezione Artigianato, non sia più stato rifinanziato, ha permesso comunque ad una vastissima platea di imprese toscane di avere, in carenza di risorse fresche, uno strumento valido ed efficiente per gli investimenti, proprio nel periodo di credit crunch in cui la Regione si è sostituita alle banche. Tutto questo senza considerare i risvolti legati alla domanda di pagamento che la Regione ha fatto alla UE, per la quale i fondi rotativi da ben dieci anni contribuiscono ad evitare il disimpegno delle risorse comunitarie, assorbendo anche le dotazioni di settori che non riescono a spendere i fondi nei tempi imposti dalle norme comunitarie”.

NOTA TECNICA FONDI ROTATIVI DGR 954/2015

a cura di Artigiancredito Toscano

Facendo riferimento a quanto disposto nella Delibera di Giunta Regionale n.954 del 6 ottobre 2015, in corso di pubblicazione sul BURT, si evince che:

  • al primo punto del dispositivo tale delibera sancisce la “chiusura dei procedimenti di presentazione delle domande relative al Fondo unico rotativo Sezioni Artigianato e Cooperazione del Fondo unico rotativo per prestiti Linea 1.4 a 2) del POR CReO Fesr 2007-2013, dal giorno successivo alla data di pubblicazione sul BURT del decreto dirigenziale di sospensione”;
  • al quarto punto del dispositivo la stessa delibera recita che “le domande relative al Fondo unico per prestiti Sezioni Industria, Artigianato e Cooperazione, in fase di istruttoria relative alle graduatorie al 30 giugno, al 30 settembre e al 23 ottobre 2015, ancora da approvare, saranno finanziate con le risorse residue del POR 2007-2013 della linea 14 a 2 pari a € 3.000.000,00 già disponibili sui capitoli del bilancio 2015, oltre che con nuove risorse pari a € 7.918.466,00 derivanti dalla procedura di riprogrammazione del piano finanziario del POR 2007-2013 … Tali risorse sono da attribuire secondo un criterio proporzionale rispetto alle domande ammissibili sulle tre sezioni Industria, Artigianato e Cooperazione.”

Sulla base di quanto sopra, da stime derivanti dalle domande che le strutture Associative hanno direttamente assistito, risulterebbe che circa un’ottantina di imprese artigiane resterebbero solo parzialmente soddisfatte nella loro richiesta di aiuto rimborsabile a tasso zero, con un criterio di proporzionalità, pur non avendo ricevuto da parte della Regione tempestivo atto di chiusura del bando per carenza di risorse (come previsto dal regolamento), procurando alle stesse un disagio dovuto alla legittima attesa della continuità del provvedimento stesso. In particolare si rileva che, specialmente per quelle domande presentate a partire dal 1/4/2015 in poi, le imprese abbiano già avviato gli investimenti per i quali ad oggi, per gli effetti della Delibera in oggetto, non è assicurata la programmata copertura finanziaria; tali investimenti si stimano aggirarsi intorno a circa 12 milioni di euro.
Riguardo al criterio di proporzionalità menzionato nella suddetta delibera, si rileva, altresì, che questo disattende la “divisione in sezioni merceologiche” (Artigianato, Industria, Cooperazione, ecc..) del Fondo Unico Rimborsabile per Prestiti (FURP) sancito nella DGR n.519/2009 e confermato nella DGR 149/2013.

Inoltre, sempre in riferimento alla Delibera in oggetto, si legge all’ultimo capoverso del punto 3 del dispositivo, che i rientri futuri derivanti dai rimborsi dei vari finanziamenti a tasso zero fino ad oggi erogati, dovranno essere versati al bilancio regionale e non più automaticamente riassegnati ai fondi stessi (revolving), in contrasto, a quanto disposto sia dalla normativa comunitaria (Reg. UE. 1083/2006), sia nella legislazione regionale (PRSE 2010/2015 punto 5 Cap. 6 Parte A, e Legge Regionale n. 35/2000, art 5 II co. Undieces).

La caratteristica di rotatività (Revolving) di questi fondi ha consentito da ormai 18 anni il funzionamento di questo strumento agevolativo a favore delle MPMI della Toscana; questa misura, in particolare durante il periodo dell’ultima programmazione comunitaria POR 2007/2013 (dall’ottobre 2010 fino ad oggi), ha consentito l’ammissione a contributo di quasi 1000 imprese artigiane, per un ammontare di aiuti rimborsabili a tasso zero di circa 116 M€, di cui circa 70 M€ già erogati alle imprese, con un ammontare di investimenti attivati per circa 200 M€ nel quinquennio nel territorio regionale, facendo registrare un tasso di default inferiore alla media dei finanziamenti concessi dal sistema bancario nel medesimo periodo.