I commercianti della zona non ne possono più e rischiano la chiusura. Sì a un progetto di riqualificazione, ma necessari anche interventi urgenti.

“Le attività commerciali della zona stanno chiudendo e un progetto definito, che fornisca tempi di realizzazione certi, ancora non esiste”. A parlare è Lucia Salfa, presidente dell’area territoriale di Pistoia e Serravalle della CNA, che ha raccolto il malcontento di tutti i commercianti dell’area dell’Ex Ceppo, preoccupati dei tempi di realizzazione del progetto di recupero dell’area.

“Pur esprimendo soddisfazione – commenta Lucia Salfa – per il voto di lunedì, che ha visto la maggioranza approvare l’accordo di programma sulla riqualificazione dell’area Ex Ceppo, non possiamo evitare di far presente il grande disagio che stanno vivendo i vari commercianti della zona. C’è un forte timore che il dibattito politico che da tempo si è innescato intorno alla questione non faccia che rallentare ulteriormente un intervento che oramai non è più rimandabile”.

Infatti, da quando i servizi ospedalieri si sono trasferiti nella nuova struttura, le attività commerciali della zona hanno visto drasticamente ridurre le loro entrate. Molti i negozi che nell’area, che comprende varie parti centrali della città come via Pacini, via San Marco, San Bartolomeo e San Lorenzo, hanno dovuto chiudere mentre quelli che ancora resistono non potranno andare avanti per anni. Oltre al problema della riduzione delle attività quotidiane, l’area risente inoltre di un grande problema, l’assenza di parcheggi.

“Stiamo attendendo con impazienza – continua Salfa – un progetto che dia loro qualche speranza per il futuro. Ci rendiamo perfettamente conto della necessità di costruire un progetto condiviso e di ampio respiro, che possa resistere nel tempo e riqualificare definitivamente una parte della città ricca di storia e di bellezza. Questo però non significa che i tempi debbano essere biblici. Sono necessari interventi immediati”.

Inoltre CNA vuol esprimere dubbi su alcuni punti dell’accordo di programma, là dove si fanno previsioni che vedono la destinazione di alcuni edifici ad uso commerciale. Si tratta di previsioni che non vanno nella direzione di tutelare le attività esistenti e che appaiono irrealistiche alla luce dell’attuale situazione economica. La richiesta da parte dell’associazione nei confronti del Comune è quindi quella di tutelare le attività commerciali esistenti, alcune delle quali sono parte integrante della storia della città stessa.