La Camera di Commercio di Arezzo, in collaborazione con CNA Arezzo e Confartigianato, con le istituzioni del territorio e con gli organismi di controllo (Prefettura, Guardia di Finanza, Direzione Provinciale del Lavoro, Azienda USL8), organizza per l’anno 2013 un’iniziativa mirata a combattere la piaga dell’abusivismo, ovvero l’esercizio di un’attività sia in sede fissa che ambulante senza le prescritte autorizzazioni e relative iscrizioni di legge quale CCIAA e INPS.

L’abusivismo si configura infatti come un’attività esercitata contro la Legge, che incide negativamente sotto molteplici aspetti: viene arrecato un danno enorme alle imprese che cercano di operare nella legittimità più completa e che, nel contesto attuale di crisi economica, sentono sempre più forte l’esigenza di venire tutelate tramite iniziative in grado di contrastare il problema e le ricadute sia in termini economici che d’immagine. Inoltre, l’abusivismo, oltre ad arrecare degli enormi danni alle aziende crea anche un danno allo Stato che attraverso le imposte, le tasse, l’Iva ecc. acquisisce la liquidità necessaria per sviluppare e rendere disponibili molti servizi ai cittadini (sanità, pensioni, scuola, pubblica sicurezza ecc…).

In sostanza l’abusivismo determina un danno (economico) per le imprese e per i consumatori, un generale abbassamento degli standard di qualità, un rischio per la salute e la sicurezza pubblica, lo sfruttamento di manodopera clandestina, fenomeni di riciclaggio, un danno per l’erario in ragione della diminuzione delle entrate, dell’evasione fiscale e di quella contributiva.

L’ENTITA’ DEL FENOMENO

Da uno studio del 2012 commissionato da Bankitalia sul flusso di denaro contante tra il 2005 e il 2008 risulta che l’economia sommersa vale il 31,1% del Pil. Questo dato, che corrisponde all’enorme cifra di circa 490 miliardi di euro, deriva dalla somma di quella parte di economia che sfugge al fisco (18,5%) e di quella parte di economia di chi viola la legge commettendo reati perseguibili penalmente (12,6%).

Un altro dato molto interessante deriva da una recente indagine del Censis (2012), pubblicata anche sul Sole 24ore. Emerge infatti che l’abusivismo commerciale (unitamente al fenomeno della contraffazione) hanno generato, solo nel 2011: 6,9 miliardi di fatturato; 110.000 posti di lavoro sottratti all’economia regolare; 1,7 miliardi di gettito fiscale in meno nelle casse dello Stato.

L’abusivismo, inoltre, determina illegalità e inciviltà nella cittadinanza a causa dell’abbassamento del sentimento di regole (con la conseguenza di rendere più vulnerabili le imprese sane ai fenomeni di criminalità, usura ed estorsione) e di scoraggiamento della promozione sociale (con un abbassamento della reattività sociale).

L’iniziativa sull’abusivismo promossa dalla CCIAA di Arezzo con CNA Arezzo, Confartigianato, le istituzioni e gli organismi di controllo, ha il fine di evidenziare gli effetti devastanti di questo fenomeno, quantificando l’impatto della concorrenza sleale e tutelando così le aziende in regola ed il consumatore finale. A tal fine, a partire dalla fine del mese di marzo e per tutto il 2013, verrà promossa la campagna “CHI LAVORA ABUSIVAMENTE, ABUSA DI TE”, campagna di sensibilizzazione capillare sul territorio ed efficace dal punto di vista emozionale e della comunicazione, utilizzando canali molteplici (tv, web, affissioni, mezzi pubblici). E’ stata inoltre attivata una e-mail dedicata furbettovolponi@gmail.com per la raccolta di segnalazioni (non anonime). Di fondamentale importanza è quindi la collaborazione con le istituzioni pubbliche preposte al controllo ed alla repressione dell’economia sommersa, favorendo così azioni ed interventi per “smascherare” gli abusivi.

Durante la campagna di sensibilizzazione verranno poi organizzati incontri periodici con le autorità, al fine di consentire il monitoraggio delle attività di controllo ed al termine della campagna stessa, verrà organizzato un evento finale in cui tutti i soggetti partecipanti all’iniziativa faranno le opportune valutazioni sull’entità del fenomeno abusivismo e sui risultati prodotti, così da definire anche gli step successivi a questo primo lavoro progettuale.