Risulta dallo studio CNA sui Comuni toscani capoluogo di provincia.

69,5% la pressione fiscale a Firenze: gli imprenditori per pagare le tasse devono lavorare fino al 10 settembre (254 giorni di lavoro). Meglio ad Arezzo: 56,1%, comunque gli imprenditori aretini si libereranno delle tasse solo il 23 luglio.

(In allegato l’articolo pubblicato oggi nelle pagine regionali de La Nazione con le dichiarazioni del presidente CNA Toscana Andrea Di Benedetto e del direttore Nicola Tosi La Nazione 25/07/2018)

 

Il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole imprese e sugli artigiani nel 2018 salirà al 61,4% (61,2% nel 2017). In Toscana ben 4 capoluoghi di provincia superano questa media: Firenze, Grosseto, Livorno e  Pisa. Negli anni della crisi il Total Tax Rate è passato dal 59% del 2011 al 61,4% del 2018.

A Firenze, terzo posto in Italia con Roma tra le città più tartassate, la pressione fiscale complessiva sulle piccole imprese nel 2018 sarà del 69,5%; a Grosseto, diciannovesimo posto, del 65,3%; a Livorno, cinquantaquattresimo posto, del 61,8%; a Pisa, cinquantottesimo posto, del 61,5%. Fra Firenze e Arezzo, che ha la tassazione più bassa in Toscana (56,1%), la differenza è di ben 13,4 punti.

Risulta dal rapporto 2018 dell’Osservatorio CNA, che analizza il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese in 137 comuni del nostro Paese, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia e di regione. I calcoli sono effettuati su un’impresa tipo: una ditta individuale manifatturiera, con un laboratorio di 350 mq, un negozio di 175 mq, 5 dipendenti, ricavi per 431mila euro ed un reddito d’impresa di 50mila euro/anno.

“Se guardiamo da vicino le città toscane radiografate dall’Osservatorio CNA – dichiara Nicola Tosi, Direttore CNA Toscana – la situazione appare ben differente: ciò che emerge non è una pressione fiscale, ma numerose pressioni fiscali a parità d’impresa. Con strappi anche consistenti all’insù e all’ingiù. A Firenze le imprese lavoreranno fino al 10 settembre per pagare le tasse, ben 254 giorni; quelle di Arezzo cominceranno a produrre per sé dal 24 luglio, ma sono sempre 205 giorni di lavoro impiegati solo per il fisco. E il reddito che rimane all’imprenditore scende al 30,5% (15.249 euro) a Firenze, mentre la contrazione di Arezzo è più contenuta: 43,9% pari a 21.939 euro. Dentro questa forbice tutte le altre realtà toscane: l’impresa di Grosseto lavora per il fisco 238 giorni restando con 17.361 euro, quella di Livorno 226 giorni e 19.088 euro, quella di Pisa 225 giorni con 19.238 euro, quella di Siena 222 giorni con 19.540 euro, quella di Pistoia 218 giorni con 20.181 euro, quella di Lucca 218 giorni e 20.157 euro, quella di Prato 216 giorni con 20.403 euro, quella di Massa 212 giorni con 20.966 euro e quella di Carrara 213 giorni con 20.841 euro. Significativo anche l’andamento toscano del valore di circa 1600 euro netti mensili, mediamente percepiti dall’imprenditore tipo dell’Osservatorio, che a Firenze precipita a 1271 euro, mentre ad Arezzo sale a 1828 euro. Una differenza significativa, eppure stiamo parlando di imprenditori della stessa Regione”.

“Il rapporto evidenzia come la pressione fiscale sulle piccole imprese toscane, se non interverranno correttivi, quest’anno tornerà a salire – dichiara il Presidente CNA Toscana Andrea Di Benedetto –  Un quadro complessivo che continua ad essere insostenibile, ma che non può essere ineluttabile. Se fossero attuate alcune proposte di riforma presentate dalla CNA, la curva della pressione fiscale s’impennerebbe all’ingiù. Dallo studio emerge infatti che l’introduzione della totale deducibilità dell’Imu sui beni strumentali delle imprese (capannoni, laboratori, negozi) farebbe scendere di 4 punti percentuali la media della pressione fiscale. Anche l’aumento della franchigia Irap dagli attuali 13mila euro a 30mila euro determinerebbe una riduzione del Ttr (Total Tax Rate) di 1,4 punti percentuali. Quanto alla Flat Tax, che ricordiamo per le società di capitali esiste già da anni, va introdotta in modo progressivo e credibile secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote IRPEF a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali”.

Total Tax Rate

L’aliquota fiscale totale (nazionale, regionale e comunale) nel 2018 arriverà – dato medio su Italia – al 61,4%. Firenze è nella top ten delle città italiane con peso fiscale complessivamente più alto su artigianato e piccola impresa. Nella classifica della imposizione fiscale sui ‘piccoli’ nelle 137 città, dopo Reggio Calabria (73,4%) la città più tartassata in Italia, Bologna (72,2%), al terzo posto insieme a Roma c’è Firenze con una pressione fiscale del 69,5%. La tassazione più bassa fra i capoluoghi di provincia in Toscana si registra ad Arezzo (56,1). In Italia la città più virtuosa è Gorizia con una pressione fiscale del 53,8%.

La classifica toscana: Firenze 69,5% – Grosseto 65,3% – Livorno 61,8% – Pisa 61,5% –  Siena 60,9% – Lucca 59,7 – Pistoia 59,6% – Prato 59,2% – Carrara 58,3% – Massa 58,1% – Arezzo 56,1%.

Tax Free Day

L’Osservatorio CNA sulla tassazione delle PMI calcola anche, città per città, il “tax free day” , cioè il giorno dell’anno nel quale una piccola impresa smette di lavorare per pagare tasse, imposte e contributi, e comincia a produrre reddito per il titolare; è un modo semplice per capire fin dove arriva in dodici mesi la mano del fisco sulle piccole imprese.

Il “tax free day” in Toscana: a Firenze nel 2018 il fisco impone di lavorare per pagare le tasse fino al 10 settembre; ad Arezzo fino al 23 luglio. La classifica toscana: Firenze (10 settembre) – Grosseto (25 agosto) – Livorno (13 agosto) – Pisa (12 agosto) – Siena (9 agosto) – Lucca e Pistoia (5 agosto) – Prato (3 agosto) – Carrara (31 luglio) – Massa (30 luglio) – Arezzo (23 luglio).