Payback un nuovo pericolo per le aziende Toscane. Sono stati recapitati, da parte delle amministrazioni regionali, gli avvii di procedimento indirizzati a diverse imprese odontotecniche (e di dispositivi biomedicali) finalizzati al recupero – per quote complessiva pari al 40 per cento nell’anno 2015, al 45 per cento nell’anno 2016 e al 50 per cento a decorrere dall’anno 2017- dell’eventuale superamento del tetto di spesa regionale che è posto a carico delle suddette imprese in qualità di aziende fornitrici di dispositivi medici (nel caso di specie per gli odontotecnici: dispositivi medici ad uso odontoiatrico). In pratica ciascuna azienda fornitrice dovrebbe concorrere alle predette quote di ripiano in misura pari all’incidenza percentuale del proprio fatturato sul totale della spesa per l’acquisto di dispositivi medici a carico del Servizio sanitario regionale.
Il payback è un meccanismo che ha lo scopo di fronteggiare l’aumento di spesa sanitaria pubblica preventivata. In pratica, quando le regioni superano i tetti di spesa sanitari preventivati di anno in anno vengono chiamate in causa le imprese che, negli anni di riferimento hanno venduto i dispositivi medici alle Asl, dovrebbero essere loro a ripianare in parte lo scostamento dal tetto di spesa stabilito, in concorso con le regioni. La previsione è contenuta nel decreto aiuti bis che attua la previsione del 2015 determinando le percentuali e i metodi per il calcolo delle quote di compartecipazione da parte delle aziende.
Le richieste di pagamento devono essere saldate entro 30 giorni.
“Ho appreso che la previsione del payback si stava concretizzando da alcune aziende nostre associate – afferma il presidente CNA Toscana Luca Tonini – alla quali sono arrivate le richieste di pagamento per gli anni che vanno dal 2015 al 2018. Mi chiedo con quale criterio vengano chieste adesso queste cifre importanti, con una crisi economica che sta mettendo in ginocchio ogni settore. Oltretutto è molto complesso comprendere come sono state calcolate le somme che ogni azienda deve rifondere, visto che il criterio di calcolo percentuale non è lo stesso per ognuno degli anni presi in considerazione”.
Queste richieste potrebbero davvero spingere gli imprenditori a chiudere le attività “Le associate a CNA sono, in linea di massima, piccole imprese e anche una richiesta di qualche migliaia di euro, va ad intaccare bilanci già precari, appesantiti dal costo dell’energia elettrica, del gas, delle materie prime. Il rischio serio è davvero quello che numerose imprese siano costrette a chiudere con la conseguente perdita di posti di lavoro. Oltretutto si spiega nelle lettere se non vengono pagate, le somme vengono trattenute dai crediti in essere. Questo istituto deresponsabilizza gli amministratori pubblici – aggiunge Tonini – che, in un certo senso, si trovano autorizzati a spendere più del previsto, tanto poi saranno le aziende a contribuire alle spesa per ‘tappare’ la perdita. Ho il sospetto che questo provvedimento sia incostituzionale ed apra le porte a numerosi ricorsi. Questo significa davvero strozzare le aziende e costringerle a chiudere”.
A spiegare le ragioni della categoria Francesco Amerighi presidente di CNA SNO Odontotecnici Toscana, che ricopre la stessa carica anche a livello nazionale “Siamo di fronte ad una misura ingiusta per le nostre imprese. Dopo essersi aggiudicate legittimamente una gara, facendo i conti con i propri bilanci aziendali e pagando anche le tasse sull’importo finale d’asta, le imprese fornitrici sono costrette a concorrere, con proprie risorse e, anni dopo l’aggiudicazione della gara, al ripianamento dello sfondamento del tetto di spesa regionale. Si tratta di una norma ingiusta – prosegue – che va modificata al più presto in quanto non tiene conto delle difficoltà crescenti dei produttori, a cominciare dal caro-energia, e mette a carico delle imprese fornitrici anche spese straordinarie sostenute per combattere l’emergenza covid. Il paradosso è che, nonostante il lavoro in più che i laboratori dei nostri odontotecnici stanno facendo, le liste d’attesa delle Asl per le protesi sono ancora lunghe, mi pare difficile combinare le richieste di payback con la necessità di un maggiore lavoro da parte nostra. Visti tutti gli elementi chiediamo risposte rapide, altrimenti molti di noi, che già resistono con difficoltà e coraggio a questa terribile crisi economica saranno costretti ad arrendersi”.
La nostra Confederazione – attraverso gli uffici Legislativi e Relazioni Istituzionali nazionale e della Toscana – sta elaborando gli approfondimenti di natura giuridica per verificare i profili di legittimità di una norma iniqua – al fine di intraprendere un’incisiva iniziativa politica nei confronti delle istituzioni volta alla modifica dei provvedimenti normativi e regolamentari in essere.
CNA SNO Odontotecnici terrà informati gli interessati sull’evoluzione della problematica. Invitiamo anche tutti coloro che hanno ricevuto la comunicazione di avvio di procedimento di comunicarlo alle sedi CNA di Riferimento.