Di fronte ad una platea  di restauratori, CNA Toscana e Firenze  hanno tenuto un confronto-incontro con il senatore Andrea Marcucci (PD), componente il Comitato ristretto del Senato sulla riforma dell'art. 182 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che  appunto definisce e stabilisce i termini e le modalità entro le quali ci si può qualificare professionalmente "restauratore di beni culturali".

La notizia positiva – annunciata dal senatore Marcucci – è che c'è adesso un unico testo e che l'iter parlamentare potrebbe consentire entro maggio di approvare in Senato la riforma che poi con un iter similare potrebbe approdare alla Camera  per la definitiva approvazione.

L'obiettivo della riforma è adeguare la normativa vigente, con  l'approvazione del Codice dei Beni Culturali e l'avvio della fase transitoria per l'accesso alla qualifica di restauratore.

Nel testo unitario Governo-forze politiche – ha detto Marcucci – le figure di restauratore di beni culturali, tecnico del restauro per competenza di settore e collaboratore di restauratore di beni culturali costituiranno il perno sul quale saranno incentrate le declaratorie professionali per l'accesso alla professione. Per il conseguimento della qualifica di restauratore é richiesto il raggiungimento di 300 punti, mentre i "famosi" 8 anni utili per l'ottenimento del periodo previsto per l'accesso alla qualifica stessa potrà slittare al 2014.

Considerando l'alta specializzazione e i curricula dei restauratori – ha detto Franco Vichi, coordinatore del settore artigianato artistico della CNA Toscana, nell'introdurre i lavori del seminario CNA – moltissimi operatori toscani e nazionali rientreranno a pieno titolo e beneficeranno positivamente della normativa. Su un totale di oltre 4900 restauratori in Toscana, ben il 90% potranno accedere alla legge usufruendo dei benefici dei crediti formativi. La presenza dell'Opificio delle Pietre Dure a Firenze – ha sottolineato Vichi – e le difficoltà di fare un concorso da oltre 30 anni vacante in città in quell'istituto, dovrebbe far scoprire alle istanze pubbliche che in questo settore ancora é alto il margine di lavoro e di opportunità economica. I nostri maestri artigiani del restauro possono candidarsi  a sostituire le vecchie maestranze di eccellenza presenti nell'Opificio.

I dati che provengono dal mondo della scuola sono incoraggianti – hanno detto sia Marcucci che Vichi – ben il 16% in più nel 2011 di iscrizioni ai licei e agli istituti artistici.

C'è nel mondo giovanile la volontà e la consapevolezza che in questo settore si può fare impresa – ha detto Vichi – I nostri restauratori, con le attività che hanno messo in campo, sono trasmettitori di futuro. Diamo loro una mano, le soprintendenze territoriali aprano loro  le porte con maggiore trasparenza.