Nasce l’alleanza per l’artigianato artistico tra Fondazioni bancarie, Cna, Confartigianato e Unioncamere. E grazie al protocollo d’intesa firmato mercoledì 17 luglio nella sede dell’Acri sotto l’egida del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, nei prossimi mesi le Fondazioni sono intenzionate a realizzare progetti per valorizzare le competenze distintive del territorio e del “saper fare” italiano. Al rilancio di questo significativo giacimento culturale ed economico italiano ha promesso il sostegno del governo il ministro Zanonato in particolare sul fronte della formazione e della internazionalizzazione. 

Alla firma del protocollo era presente il Coordinatore Cna Artistico e Tradizionale Toscana Franco Vichi.

Nasce l’alleanza per l’artigianato artistico tra Fondazioni bancarie, Cna, Confartigianato e Unioncamere, sotto l’egida del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato. E, grazie al protocollo d’intesa firmato stamane a Roma nella sede dell’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio, nei prossimi mesi le Fondazioni si sono impegnate a realizzare progetti per valorizzare le competenze distintive del territorio italiano, investire in formazione e recuperare quindi quei ricchi giacimenti di manualità e conoscenza dei materiali e delle tecniche che si sono sedimentati lungo i secoli. Un giacimento anche di rilevante valore economico, fatto di altrettanti brand che, non è un caso, i grandi contraffattori asiatici hanno purtroppo scoperto, copiando magari grossolanamente i merletti di Burano e i vetri di Murano, gli intarsi di Sorrento e le ceramiche di Faenza. Togliendo ricchezza e lavoro al nostro Paese.

Allo scopo di attivare progetti concreti, l’Acri ha annunciato di aver creato al proprio interno un’apposita commissione dedicata all’artigianato artistico destinata a gestire il rapporto con Cna, Confartigianato a Unioncamere.  “Insieme – ha spiegato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti – studieremo sistemi opportuni di formazione dei giovani per i singoli settori, anche attraverso uno specifico protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione, l’Università e la Ricerca, che stiamo predisponendo”. Una proposta raccolta dal ministro Zanonato, dal vicepresidente di Cna, Giorgio Aguzzi, e dai presidenti di Confartigianato e di Unioncamere. “E’ tempo che le imprese di questo settore – ha sottolineato Aguzzi – vengano sostenute come modello e messe nelle condizioni di investire sulle persone”. E Zanonato ha aggiunto che, per difendere, irrobustire e valorizzare l’artigianato artistico, è necessario intervenire su scuola e internazionalizzazione, impegnandosi ad azioni concrete su entrambi i fronti in collaborazione con i suoi colleghi di governo.

“La crisi che stiamo attraversando è fondamentalmente una crisi  di valori la cui declinazione – ha spiegato Aguzzi –  ha condotto a un’interpretazione materialistica e utilitaristica dei mezzi e dei fattori di produzione, attribuendo in particolare alla finanza l’ordine a cui sottomettere il giudizio sul singolo individuo e sulla società. La crisi, quindi, non può essere risolta che riorientando la scala dei valori e chiedendo all’uomo un mutamento di mentalità e di condotta. E’ ora di restituire valore al lavoro fatto con le mani e con il cervello, con perizia artigianale, e di guardare al passato per ricostruire il nuovo su basi solide. E’ ora di ripartire da Efesto, mitologico dio lavoratore, orgoglioso del proprio fare”.

“Ecco quindi come l’artigianato artistico – ha sottolineato –  raggruppando una gamma completa di professionalità che hanno in comune la specificità del “saper creare“, del “saper produrre” e del “saper intervenire” sul bene culturale può significare un’opportunità per la ripartenza del nostro sistema economico. Il protocollo siglato con l’Acri rappresenta una interessante modalità per investire sui giovani focalizzando l’attenzione verso un mondo che può offrire occupazione e può rappresentare una straordinaria leva di crescita economica se messo in sinergia con il turismo”.

“Un interessante lavoro, condotto qualche tempo fa dallo Iulm, evidenzia – ha aggiunto –  come artigianato e turismo rappresentino due attività complementari e sinergiche. L’aumento della domanda di servizi turistici in un’area attiva un incremento della domanda di prodotti artigianali e spesso l’offerta di prodotti artigianali tipici di una località vi richiama un significativo flusso di turisti. Con l’approssimarsi dell’Expo 2015 – ha concluso Aguzzi – si tratta di una relazione che non dobbiamo trascurare”.

ARTIGIANATO ARTISTICO – I NUMERI E LE TENDENZE

Elaborano ricami e intrecciano la paglia, animano il vetro e plasmano la ceramica, danno vita musicale al legno e ripristinano capolavori, adattano tessuti al corpo dei clienti e, magari con la tecnica della cera persa, impreziosiscono oro e argento. Sono i maestri e insieme i testimoni dell’autentico Made in Italy, che ricreano giorno dopo giorno le meraviglie rinascimentali o il rigore del design. Sono gli alfieri dell’artigianato artistico. Nemmeno loro, purtroppo, sono sfuggiti alla crisi. Ma negli ultimi quattro anni, quando più acuti si sono fatti sentire gli effetti della depressione, hanno combattuto onestamente e duramente la loro battaglia e nella stragrande maggioranza sono sopravvissuti. A dimostrazione che, se le loro specificità fossero riconosciute e protette prima di tutto a livello legislativo, potrebbero apportare in maniera molto più consistente il proprio contributo al sistema Paese, per esempio a livello occupazionale.

Tra il 31 marzo del 2009 e il 31 marzo di quest’anno, scaturisce dalla banca dati di Unioncamere, il numero complessivo di società attive nei settori dell’artigianato artistico è calato del 7,15%: erano 88.335 quattro anni fa, sono 82.023 nel 2013. Disaggregando il dato a livello regionale la situazione è mutata scarsamente. Dopo quattro anni Lombardia, Toscana e Lazio continuano a occupare il podio per numero di società attive. Di fronte a una sola regione, la piccola Valle d’Aosta, che vede crescere il numero di società in termini assoluti (da 102 a 103), a livello relativo la quota della Lombardia sale dal 15,15 al 15,52% e la fetta della Toscana cresce dal 13,06 al 13,73% mentre l’incidenza del Lazio cala dal 9,42 al 9%.

Nella suddivisione per forma giuridica delle società, tra il 2009 e il 2013 l’aspetto più significativo registrato è l’aumento di quasi due punti delle società di capitale, che ormai rappresentano il 12,57% delle imprese di artigianato artistico. Con oltre il 69% del totale le imprese individuali continuano a fare la parte del leone seguite molto da lontano dalle società di persone, con poco meno del 17%. Molto importante è la presenza delle società femminili (con il titolare, più del 50% dei soci, più del 50% degli amministratori donne), che rappresentano il 28,9% del totale. Quelle giovanili (dove il titolare, più del 50% dei soci e più del 50% degli amministratori hanno meno di 35 anni) sono l’8,1%. Le imprese di artigianato artistico condotte da stranieri (con il titolare, più del 50% dei soci e più del 50% degli amministratori sono nati fuori dall’Italia) rappresentano il 10,9%.

Tra le specializzazioni il calo di imprese risulta omogeneo. Il segno “più” caratterizza pochi comparti. Significativa è la crescita della produzione di bigiotteria, probabilmente una risposta di gusto all’esplosione dei corsi dell’oro e delle pietre non solo preziose ma anche semipreziose, scaturita dall’ingresso in forze sul mercato dei Paesi emergenti (cosiddetti Bric in testa) e anche dalla necessità di trovare beni rifugio. Una significativa crescita è stata messa a segno anche dalla sartoria. In questo caso è probabile che si tratti di una reazione all’omologazione delle griffe e anche di una risposta alla crisi attraverso l’antico motto “chi più spende, meno spende”.