Imprese artigiane e pmi della Provincia di Lucca fuori dalla crisi?Prosegue, senza cenni tangibili di miglioramento, la fase acuta di difficoltà per il comparto artigianale del territorio provinciale che per la prima volta, dopo due anni di buio, inizia a manifestare importanti segnali di ripresa. A delinearli, abbastanza a sorpresa, l’indagine congiunturale Trend sull’artigianato della provincia realizzata da Cna in collaborazione con Istat.
Uno studio che ha delineato interessanti spunti di riflessione, come la crescita verticale degli investimenti nel primo trimestre del 2010 del286%, la ripresa del calzaturiero e del settore moda (+15%) a fronte di comparti, come costruzioni, automotive, meccanica, officine, nautica e servizi che non mostrano segnali positivi. Non ancora.
Dati che saranno illustrati nel corso del convegno promosso da Cna (info su www.cnalucca.it) e da Rete Impresa dal titolo “Uniti…sulla strada sicura” in programma lunedì 7 febbraio (dalle ore 17,30) presso l’Auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, e a cui sono attesi Mauro Favilla (Sindaco di Lucca), Stefano Baccelli (Presidente Provincia Lucca), Claudio Guerrieri (Presidente Camera di Commercio di Lucca), Mauro Quercioli (Responsabile dell’area Toscana Ovest Banca Monte Paschi di Siena), Alberto Del Carlo (Presidente Fondazione Bml) e il Segretario Nazionale Cna, Sergio Silvestrini.
A presentare in anteprima alcuni dei principali dati rivelati dall’indagine è il Presidente Provinciale, Ugo Da Prato che lancia un primo spunto di analisi: “Le misure a sostegno realizzate a livello locale, regionale e nazionale hanno funzionato? – spiega Da Prato – E’ importante capire, prima di tutto, in quale fase ci troviamo, e se le azioni anti-crisi hanno avuto effetti tangibili oppure no. Alcune hanno funzionato, ma altre assolutamente no. L’analisi evidenzia inoltre un dato su tutti: la fase acuta l’abbiamo vissuta nel primo bimestre del 2010, e Lucca rispetto alle altre realtà della Toscana ha avuto performance migliori di tutti: l’8% in meno contro il 19% della media regionale. Ci sono dati contrastanti che ora delineano un quadro del tutto nuovo con settori in ripresa, ed altri, in netta difficoltà”.
Dalle politiche locali con la richiesta di “razionalizzazione e ottimizzazione della pressione fiscale e delle tasse (Tarsu e Tia) divisa per fasce, passando per le politiche regionali fino alla riforma fiscale ritenuta dalla principale associazione degli artigiani “fondamentale per una redistribuzione equa del reddito”. “Per proseguire nel trend di crescita – analizza ancora Da Prato – non possiamo certo smettere ora di sostenere gli investimenti e le imprese. Ci deve essere un impegno comune di tutti gli attori o certi settori saranno destinati a scomparire, o nella migliore delle ipotesi, a ridimensionarsi”.
Cna passa all’analisi dei comparti con l’edilizia a preoccupare, non poco, il mondo economico: “E’ una performance estremamente negativa – analizza ancora il numero uno degli artigiani – e in questo trend hanno colpe anche le banche e gli istituti di credito che hanno rallentato prudenzialmente la concessioni di mutui alle famiglie. Ci sono molto immobili invenduti: si è costruito tanto, ma si è venduto meno. Automotive, meccanica, officine e servizi gli altri comparti in forte flessione trainati anche dalla crisi della nautica: 150 imprese in meno nello sbilancio tra i due anni, 50 nella sola Viareggio hanno trascinato tutto l’indotto”.
Ma ci sono anche note positive, ancora però tutte da valutare: “La platea di autorevoli interventi – spiega Da Prato – va anche in questa direzione: analizzare il perché di certi dati. Gli investimenti hanno avuto una vera e propria esplosione nel primo trimestre 2010 e questo può significare due cose: sono stati destinati per ottenere liquidità oppure sono reali investimenti in innovazione, tecnologie e politiche di aggressione sui mercati? Non è ancora chiaro. E’ un dato che potrebbe essere completamente ribaltato. Quel 286% in più potrebbe anche dire che le imprese si sono indebitate”.
Cna anticipa anche una delle richieste che saranno avanzate durante il convegno: “Serve un patto tra banche, istituti di credito e il mondo economico – conclude Da Prato – non possiamo pensare che le imprese riescano da sole, con le sole loro forze, ad uscire da questa spirale. Questa crisi non può essere colpa delle imprese”.