Presentiamo a seguito l’intervento del Direttore CNA Toscana Saverio Paolieri pubblicato sulle pagine della cronaca di Firenze del quotidiano La Repubblica sabato 16 giugno.
In questi giorni è sorta un’accesa discussione, alimentata dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, su chi sia il motore dell’economia regionale, le piccole o le grandi imprese, se “piccolo non sia più bello” e quindi il sostegno pubblico debba essere rivolto esclusivamente verso le medie e grandi imprese.
A noi questa discussione appare errata e frutto di impostazioni ideologiche datate. Crediamo, infatti, che agli imprenditori e a tutti i cittadini toscani interessi avere un sistema produttivo dinamico e competitivo, che distribuisca ricchezza e coesione sociale.
La CNA rappresenta le imprese micro, piccole e medie, ma questo non significa che abbiamo un pregiudizio culturale nei confronti delle grandi imprese, crediamo che la nostra Regione debba impegnarsi per una politica industriale che promuova le imprese che hanno potenzialità di sviluppo e di crescita, a prescindere dalla dimensione.
Le piccole imprese in Toscana rappresentano il 94,5% delle aziende attive, occupano il 78% degli addetti e sviluppano il 65% del PIL regionale, in buona sostanza le piccole imprese rappresentano la ricchezza e il pilastro su cui si poggia il nostro territorio, partecipando in maniera determinante all’export regionale ed ai processi di innovazione tecnologica ed organizzativa con una differenza sostanziale rispetto a quelle grandi: le piccole investono in innovazione, ricerca e internazionalizzazione facendo ricorso alle proprie risorse e, magari, indebitandosi pesantemente, le grandi possono, invece, ricevere generosi contributi pubblici!
Sembra un paradosso, ma è la realtà di un Paese incapace di valorizzare le proprie risorse migliori.
Il modello toscano è cresciuto su un sistema di piccole imprese diffuse. Questa realtà può non piacere, ma è questa e da questa occorre partire per accrescere la competitività e la ricchezza della Toscana: “il futuro ha radici antiche” e un sistema produttivo non si inventa con un decreto, ma si fa crescere e germogliare dalle radici che già ci sono.
Ci sembra sbagliato e improduttivo investire le modeste risorse pubbliche della Regione Toscana solo su poche grandi imprese, spesso di proprietà di multinazionali, considerato che i consistenti investimenti dei grandi gruppi sono generati da scelte guidate da ben altre logiche e con ben altri budget rispetto alle modeste risorse devolute dalla Regione. Abbiamo la netta sensazione che si scelga di sostenere soggetti che farebbero comunque i loro investimenti in Toscana, senza produrre alcun risultato aggiuntivo nella nostra Regione.
Pensiamo che sarebbe più produttivo intervenire su quelle imprese, piccole e medie, che intendono investire per crescere e per superare i tanti limiti del nostro sistema produttivo che, correttamente, sono stati individuati nel rapporto Unioncamere/Irpet.
Proponiamo di sostenere, anche in maniera rigidamente selettiva, i progetti delle piccole imprese che intendono adottare percorsi di innovazione o promuovere azioni di sviluppo commerciale sui mercati internazionali, in maniera che possano diventare le medie imprese di domani.
Del resto gli osservatori internazionali ci dicono che uno dei principali limiti del sistema produttivo italiano è rappresentato dal fatto che le imprese leader sono sempre le stesse, che il sistema economico è ingessato, che non c’è spazio per imprenditori coraggiosi che vogliono crescere; ebbene le dichiarazioni del Presidente Rossi vanno proprio nella direzione contraria: sosteniamo i grandi, che già hanno le risorse e le strutture per competere sui mercati internazionali, gli altri si arrangino, oppure aspettino le commesse dei grandi fino a quando non decideranno di delocalizzare!
Siamo convinti che il Presidente Rossi su questo argomento si sbagli e lo invitiamo ad aprire un confronto costruttivo con le organizzazioni imprenditoriali per progettare insieme un modello di politica economica per lo sviluppo della Toscana.
Saverio Paolieri Direttore CNA Toscana