Molti dati interessanti sono emersi nella presentazione del secondo rapporto annuale sull’alta tecnologia toscana a cura di Unioncamere Toscana e Istituto di Management della Scuola Superiore S.Anna di Pisa. Interessante il metodo di classificazione delle aziende tra high-tech in senso stretto (perché rispondono sia a criteri quantitativi che qualitativi di innovazione) e high-tech potenziali (settori tradizionali che propendono all’innovazione).

“I risultati sono incoraggianti – commenta Manrico Romano Presidente CNA Comunicazione e Terziario Avanzato Toscana – le imprese high tech ci sono, generano ricchezza (cioè aumentano i fatturati) e incidono sul tessuto imprenditoriale, perché continuano a nascere. Tra i dati spiccano poi alcuni elementi di riflessione molto interessanti:  sull’intero universo censito infatti ben il 94% delle aziende sono micro e piccole e se la grande impresa, che si attesta solo al 6%, conta più della metà degli occupati, solo la micro e piccola impresa cresce in termini di occupazione, cioè crea nuovi posti di lavoro e aumenta anche il proprio giro di affari”. “Un dato quest’ultimo su cui riflettere – aggiunge il Presidente CNA Comunicazione e Terziario Avanzato Toscana – e che conferma quanto già affermato dalla Regione Toscana nei documenti di presentazione del PRS, in cui viene dato rilievo all’importanza delle MPI nel sistema economico regionale. Come associazione di rappresentanza delle micro e piccole imprese non possiamo che ribadire il ruolo fondamentale di queste imprese nello sviluppo dell’economia toscana, anche e soprattutto in questo settore, uno dei pochi in crescita e con grandi potenzialità. Le nostre imprese sono piccole ma sanno crescere e si stanno attrezzando per raccogliere le sfide del cambiamento, intraprendendo forme di aggregazione flessibile, strutturandosi maggiormente nelle funzioni aziendali e contribuendo a diffondere l’innovazione nelle altre imprese del sistema CNA”.