Un piano di respiro troppo corto e comunque non adeguato alle necessità di superamento della crisi e di rilancio della città. Questa in estrema sintesi la posizione di Rete Imprese di Prato (l’organizzazione unitaria fra Confartigianato, Cna, Confesercenti e Confcommercio) sul Piano Strutturale del Comune di Prato, illustrata nel corso di una conferenza stampa giovedì 17 novembre. Rete Imprese di Prato, che nei giorni scorsi ha incontrato l’assessore all’urbanistica del Comune Gianni Cenni, ha dichiarato:”Se da un lato si apprezzano infatti alcuni elementi contenuti nel piano, dall’altro questo non opera quelle scelte forti che sarebbero necessarie per dare un colpo d’ala al territorio. A questo si unisce l’amarezza di una mancata concertazione e coinvolgimento delle associazioni rappresentative della città non offrendo loro la possibilità di dare un contributo positivo alle strategie per il futuro”.
ASPETTI POSITIVI – “Tra gli aspetti del Piano Strutturale che riteniamo più interessanti – spiega il Direttore di Turno di Rete Imprese, Aldo Lorenzi – registriamo la formula del riuso delle strutture rimaste inutilizzate, in particolare ex capannoni industriali, per altre destinazioni, a patto che non siano previsti nuovi insediamenti di grande e media distribuzione di cui ormai il nostro territorio è saturo. Altro aspetti positivi sono l’attenzione alla Green Economy in tutti i suoi aspetti e al Turismo come settore che può contribuire a implementare e diversificare l’economia locale”.
ASPETTI NEGATIVI – Pur considerando questi aspetti positivi, il “disegno” della città nel prossimo futuro appare tuttavia troppo sfumato. “Stiamo parlando di un progetto per la città da qui a vent’anni – dice Lorenzi – e ci saremmo quindi aspettati una programmazione del territorio che includesse scelte forti nella strategia di ricollocare Prato in un ruolo fondamentale per la Toscana e il Centro-Italia. Il rischio è quindi quello di perdere occasioni importanti con scelte di piccola portata rispetto alle esigenze della città”.
LE PROPOSTE – Ma quali sono le voci che non hanno avuto la dovuta attenzione? Secondo rete Imprese alcuni esempi sono dati dalla scelta relativa al blocco del progetto circa l’ex Banci; all’area dell’attuale ospedale che dopo il suo trasferimento diventerà una grande occasione di rilancio per il Centro Storico cittadino, la riqualificazione strutturale di Piazza Mercatale, vero cuore pulsante della città, per finire all’Interporto, del quale sembra non parlare più nessuno.
LE AZIONI – Sebbene tradiva, la convocazione di Rete Imprese da parte dell’assessore Cenni apre la strada a ulteriori scambi e confronti. “Visti i tempi non sarà facile poter intervenire in modo determinante con le nostre proposte – dice il Presidente di turno di Rete Imprese, Luca Giusti – tuttavia accogliamo la disponibilità dell’assessore a continuare il confronto che riteniamo importante e doveroso, visto che come Rete Imprese rappresentiamo 10mila aziende del territorio”. Intanto Rete Imprese affronterà una serie di incontri con tutti i gruppi consiliari rappresentati in Comune per un confronto diretto su questi temi.
IL CENTRO DI RICERCA ITALO-CINESE
Un “no” categorico alla “svendita” delle competenze che rappresentano il valore aggiunto dell’industria tessile pratese, ma non ci pare che l’accordo firmato contenga questo, comunque anche un atteggiamento di apertura al confronto sulle opportunità che può offrire il Centro di ricerca italo-cinese. Su questo tema il Direttore Cna, Fabio Mazzanti, invita a prendere in esame quanto sottoscritto nell’accordo-quadro. “Ci sono tre elementi decisamente positivi – dice Mazzanti – a partire dal previsto Istituto per la Certificazione delle Merci che permetterebbe ai prodotti pratesi e del resto d’Italia di ottenere una sorta di lasciapassare per entrare nel mercato cinese superando le limitazioni che vengono abitualmente poste alle dogane”. Un altro aspetto è quello che prevede un’analisi dei mercati cinesi che permetterebbe di ottenere indicazioni mirate per meglio incontrare le richieste che provengono dal mercato cinese e sulle strategie di marketing più efficaci da adottare. Elementi, questi, che sarebbero preziosi per l’attività delle nostre imprese”. Un netto rifiuto è invece quello che Rete Imprese oppone ai tentativi, da parte della Cina, di impadronirsi di competenze che rappresentano gli elementi competitivi tipici del nostro distretto. “Ma su questo – puntualizza il presidente Giusti – occorre mettere al bando le ipocrisie e fare chiarezza su quali sono questi elementi, visto che ormai da anni Prato svende macchinari e competenze in Cina”.
Infine Rete Impresa sottolinea che il centro è ancora da fare e che la sua governante dovrà prevedere la presenza delle rappresentanze degli imprenditori negli organi dove si definiranno le strategie in accordo con i rappresentanti del Governo della Repubblica Popolare Cinese. Infine maggiore attenzione delle istituzioni nel coinvolgimento ed informazione degli imprenditori certamente avrebbero evitato dibattiti su documenti apocrifi tenendo il confronto sulle cose concrete.