Oro. Come nei vecchi film, una notizia buona e una cattiva. “Quella buona: è in aumento la produzione mondiale di oreficeria. Quella cattiva: i benefici non ci toccano”. Valter Bondi, Presidente degli orafi CNA, cerca di individuare gli elementi sui quali far leva per risollevare se non proprio il settore quanto meno l’umore degli operatori del settore stesso.
“Il dato internazionale è un punto di partenza di ogni serio ragionamento sul futuro dell’oro. L’aumento della produzione è indice dell’aumento della domanda. Il problema è che i vantaggi stanno andando non a “storici” produttori quali l’Italia, ma a paesi emergenti. Alcuni nomi: India, Cina, Brasile”.
I motivi? “Evidentemente la tradizione e la competenza non pagano. O, quanto meno, non sono sufficienti. Abbiamo asticelle di altezza diversa da saltare. Quando parliamo di dazi doganali, tassazioni, costo del lavoro, adempimenti formali e burocratici la nostra è incommensurabilmente più alta. Questo è un dato di fatto la cui constatazione non vuol certo dire tornare indietro nella legislazione del lavoro o in quella dell’ambiente. Certamente sarebbe opportuna una forte azione dello Stato italiano per imporre un riequilibrio nei dazi d’ingresso in alcuni mercati fondamentali, ad esempio quello statunitense. Poi non possiamo certo pensare di essere concorrenziali su altri elementi”.
Quale strada quindi per tornare competitivi nel momento in cui i mercati si riaprono? “Dobbiamo continuare a stringere i denti nella consapevolezza che nessuno ci toglierà benevolmente le castagne dal fuoco – risponde Bondi. Dobbiamo quindi valorizzare al massimo quello che abbiamo: esperienza, professionalità e creatività. Dobbiamo introdurre il massimo di tecnologia innovativa che le nostre risorse finanziarie ci possono consentire, tenendo conto delle scarse disponibilità del sistema creditizio. Per questo dobbiamo, con sacrifici per tutti, ottimizzare anche il ciclo produttivo creando economie all’interno delle aziende. Un ciclo storico si è veramente concluso e nulla sarà più come prima. Di questo dobbiamo essere tutti consapevoli, imprenditori e lavoratori. Va costruito un nuovo futuro per il settore orafo ma su basi nuove, guardando quindi a quello che verrà e non a quello che è stato”.