Zero controlli sulle lavanderie a gettone apuo-lunigianesi. Decine i casi, in particolare nella zona di costa, delle sempre più diffuse lavanderie self-service che effettuano il servizio delle lavanderie tradizionali offrendo, insieme al lavaggio, la stiratura, il confezionamento e persino la consegna a domicilio. C’è anche chi, spudoratamente e noncurante di ogni minima forma di etica professionale, promuove l’attività attraverso il volantinaggio. “Una vergogna – tuonano gli operatori del settore – siamo costretti a lottare ogni giorno con chi non rispetta le regole sfruttando la mancanza di controlli da parte degli organi preposti”. A rendere tutto più complicato la mancanza di una normativa chiara ed evidente in materia che di fatto ha provocato un vuoto assottigliando la differenza tra lavanderie tradizionali e self-service.

L’occasione per rilanciare uno dei temi più caldi e sentiti dagli addetti del settore è stato il seminario promosso da Cna Area Vasta Costiera (info su www.cna-ms.it) che si è tenuto a Carrara Fiere e a cui hanno partecipato 130 titolari di tinto lavanderia e 250 addetti. Il seminario è stato organizzato in collaborazione con ILSA, Renzo Carassale, PRO.MA, ACS, Gori Sistemi, FBItaly, Dueffe Servizi, 4room, Sergenti Massimo Assicurazioni.

“Non siamo contrari alle lavanderie a gettone – spiega il Presidente delle Lavanderie di Cna Massa Carrara, Gianni Crudeli – ma qualche meccanismo non funziona proprio. Questa non è competizione alla pari, ma concorrenza sleale. La natura del self-service è chiara: il cliente devo fare da solo, altrimenti che senso ha chiamarlo così – precisa Crudeli – chi usufruisce delle lavanderie a gettone non può essere aiutato, addirittura sostituito nel lavaggio. Ci sono casi in cui un cliente porta il bucato, lo affida a personale interno, e ritorna a prenderlo dopo qualche ora bello impacchettato e profumato senza che vengano rispettate le norme che devono ottemperare le lavanderie tradizionali. Le lavanderie self-service sono un’alternativa valida a chi è in difficoltà o a chi vuole fare da solo per risparmiare qualche euro – sottolinea Crudeli – ma non è questa la strada”.

La crisi non ha risparmiato nemmeno le lavanderie tradizionali che devono fare i conti anche con la concorrenza sleale esercitata da alcuni self-service. “Hanno inciso, ed incidono – spiega ancora Crudeli – Le lavanderie tradizionali si distinguono per la qualità del servizio, per le garanzie che vengono assicurate e per l’esperienza.  Oggi la differenza è quasi nulla perché c’è chi fa il furbo. Non siamo ad invocare la repressione ma semplicemente controlli sulle imprese che non rispettano le regole. Non ci possiamo permettere – conclude Crudeli – la concorrenza sleale. Non ci sono le condizioni economiche e di mercato per reggere anche chi è al di fuori degli schermi della legge e dell’etica”.