Ordini bloccati dai clientie filiera del fotovoltaico paralizzata. Tremano le aziende impiantistiche ed edili della provincia di Lucca che devono ora fare i conti, dopo due anni di crescita e di investimenti, con la ventilata rimodulazione delle tariffe degli incentivi del conto energia scagliata, come un cazzotto senza preavviso, dal decreto del Ministero dello Sviluppo Economico il 3 marzo. Un decreto apertamente contestato da Cna Lucca (info su www.cnalucca.it) che prevede tariffe incentivanti applicate  agli impianti allacciati alla rete entro il 31 maggio 2011, mentre per quelli allacciati dopo tale data gli incentivi saranno rimodulati e disciplinati con un successivo decreto da emanare, comunque, entro il 30 aprile 2011. Ma fino a quella data, salvo sorprese e proteste, a regnare è un atavico clima di incredulità. “Una legnata – come è stata definita dal Presidente Provinciale degli Impiantisti, Roberto Lorenzi – a ciel sereno”, per un settore che stava conoscendo una fase di crescita importante, e aveva permesso alle imprese di installazione di “compensare” gli effetti della crisi con l’installazione degli impianti fotovoltaici. “Il mercato si è bloccato il giorno dopo – commenta Lorenzi – e pensare che le aziende avevano ingranato, e le commesse erano molte. Ora, chi aveva intenzione di fare un investimento intelligente, ha giustamente fermato tutto. E’ auspicabile un ripensamento o gli effetti saranno durissimi sul territorio”.

In lucchesia si parla di circa 500 aziende, tra impiantistica, installatori ed edili e di un migliaio di addetti che direttamente ed indirettamente lavoravano nella filiera, e che presto potrebbero anche restare senza lavoro. Preoccupazioni portate a conoscenza anche del Prefetto, Alessio Giuffrida, con una lettera consegnata lunedì mattina a firma del Presidente Provinciale Cna, Ugo Da Prato.

“La filiera – spiega Lorenzi – non è composta solo da chi installa; ci sono geometri, architetti, aziende che realizzano i tetti e i supporti di cemento. La nostra organizzazione, per far fronte al mercato, ha organizzato anche corsi di formazione per permettere alle aziende di espandere il core business e di ampliare la gamma di servizi. Il decreto è una cosa indecente e sta ammazzando uno dei pochi settori della nostra economica in salute e con margini di crescita importanti. E’ un decreto illogico”.

E’ furioso Luca Crudeli, giovane imprenditore della Garfagnana che nel 2008 ha deciso di puntare sulle rinnovabili convertendo parte della sua azienda di impiantistica verso il fotovoltaico. La sua azienda si chiama Idrolux, ha 7 dipendenti e proprio grazie al fotovoltaico è riuscita, sino ad oggi, a superare indenne la crisi, in particolare quella dell’edilizia. I due settori sono infatti strettamente collegati. “Abbiamo fatto un investimento importante, acquistato mezzi, assunto personale – racconta – ho preventivi e commesse di privati ed aziende che si sono bloccate dalla mattina alla sera nell’incertezza. Dovevo iniziare l’installazione di unimpianto da 300 Kw ma si è fermata. Il decreto ha fatto cadere la convenienza di un investimento intelligente che consente di raggiungere anche l’autosufficienza energetica, con ripercussioni importanti sull’ambiente, basti pensare alla riduzione del Co2, e di rientrare attraverso un programma pluriennale dei soldi investiti”. Il grido di Crudeli racchiude il grido di tutti gli installatori che hanno chiesto aiuto anche ai parlamentari lucchesi Mariani e Poli. “Ci aspetta un mese di incertezza – conclude Crudeli – e di stop forzato ai lavori. Non ci voleva proprio”.