“Anche soltanto la possibilità che dopo anni di discussioni e analisi un progetto da 65 milioni di euro nell’impoverita Val di Cornia possa essere abortito, ci lascia esterrefatti”. Così il Presidente CNA Toscana Valter Tamburini commenta la questione Rimigliano che deve passare adesso da un ennesimo vaglio, quello della Commissione Paritetica convocata dalla Regione Toscana.
“La Toscana – continua Tamburini – ha estremo bisogno di investimenti di questo tipo che puntano su un uso sensato e sostenibile del territorio portando lo sviluppo di cui c’è assoluto bisogno: il livello di occupazione, già ai minimi per la Val di Cornia e con previsioni di ulteriore ribasso per la crisi del manifatturiero, non può essere incrementato semplicemente dalla presenza delle bellezze paesaggistiche, senza creare quelle opportunità che ne permettano il godimento nel pieno rispetto dell’ambiente. Il turismo mordi e fuggi non lascia nulla sul territorio, anzi. Nel caso di Rimigliano, il progetto in questione (ben diverso da quello originario targato Parmalat), pone la salvaguardia del paesaggio ed il mantenimento della tenuta agricola come punti di forza per attrarre quel target di turisti attenti a questi fattori e che desiderano vivere le vacanze in un luogo dove si percepisce che la natura è rispettata”.
Questo ennesimo allungamento dei tempi – conclude il Presidente CNA Toscana – non ci voleva proprio: gli imprenditori hanno garantito circa 6 anni di lavoro per 130 addetti del settore costruzioni appartenenti a ditte esclusivamente locali, 60 nuovi posti di lavoro a regime fra parte recettiva e parte agricola: quale altro progetto privato in quella zona può dare altrettanto nel settore turismo?”.