Gli autotrasportatori di Cna Fita Massa Carrara chiedono l’adeguamento alla delibera della Giunta della Regione Toscana nr. 1025 del 6 dicembre che individua esclusivamente le centraline da fondo quali strumenti idonei a descrivere in maniera corretta i livelli dell’esposizione della popolazione alle sostanze inquinanti presenti nell’aria ai fini della tutela della salute umana. Le centraline da traffico come quella della Lugnola, al contrario, secondo la delibera, non descrivono in maniera idonea l’esposizione, in quanto proprio a causa del loro posizionamento, sono influenzate direttamente dal traffico veicolare e perciò i loro rilevamenti rappresentano una situazione hot-spot.
Per gli autotrasportatori l’unico dato attendibile è fornito dalla centralina da fondo del Colombarotto che si trova a poche centinaia di metri da quella della Lugnola: “anche nella stagione critica – fa notare Favullo – registra dati quasi sempre in controtendenza rispetto a quelli della centralina da traffico, ai quali l’ordinanza fa riferimento. Chiediamo all’amministrazione di prendere a riferimento solo ed esclusivamente le rilevazioni registrate dalla centralina del Colombarotto per il monitoraggio dell’esposizione della popolazione all’inquinamento dell’aria. Riteniamo quindi illegittima l'Ordinanza che disciplina il fermo dei mezzi pesanti e, se il Comune dovesse continuare ad applicarla, siamo pronti ad attivare, nelle sedi e con le modalità che riterremo più opportune, tutte le iniziative del caso a tutela della categoria”.
La principale sigla degli autotrasportatori provinciali torna anche a parlare degli effetti devastanti dei fermi sulle aziende locali già costrette a dover assorbire costi sempre più alti come il gasolio (aumentato del 30% nel corso del biennio 2009-2010 e del 16% nel solo 2010), delle assicurazioni, del personale dipendente e a combattere col fenomeno dell'abusivismo che, attraverso una concorrenza sleale, produce una distorsione del mercato ed impedisce alle aziende che operano nel rispetto della normativa di ottenere tariffe in linea con i costi di gestione. Fermi che nell’arco di questi anni hanno penalizzato le aziende del territorio. “Nei giorni di fermo – analizza ancora il Responsabile Provinciale – le aziende locali non hanno modo, al contrario di quelle che provengono da fuori Provincia, di compensare con altro lavoro con pesanti ripercussioni sui fatturati e sull’occupazione. "La categoria dall’entrata in vigore dell’ordinanza, ha sempre dimostrato un comportamento responsabile e, nonostante abbia continuamente contestato tale provvedimento, lo ha poi sempre rispettato onde evitare un’ulteriore innalzamento della tensione nei confronti di quella parte della cittadinanza che subisce il disagio del traffico pesante, la cui responsabilità, però, non può esser di certo addebitata all’autotrasporto locale ma solo al ritardo di un’infrastruttura che, per le caratteristiche dell’economia locale, doveva esser terminata qualche decennio fa. Ora tocca al Comune rispettare quanto previsto dalla normativa".